Il dibattito

La rivolta degli atleti ucraini, bordate contro il CIO

La parziale apertura del CIO a sportivi russi e bielorussi, in vista di Parigi 2024, ha indignato i rappresentanti di Kiev - «Così viene premiata l’aggressione di Putin e si permette a Mosca di sfruttare un altro grande evento»
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Red. Sport
10.02.2023 00:00

Sono giorni di fuoco per il Comitato olimpico internazionale (CIO). L’avvicinamento alle Olimpiadi estive di Parigi, in agenda nel 2024, occupa oramai le agende della politica internazionale. E non per questioni di carattere finanziario. No, a infiammare il dibattito è la parziale apertura - annunciata negli scorsi giorni dal CIO - alla partecipazione degli atleti russi e bielorussi. Precisando che l’ultima parola sarebbe rimasta alle differenti federazioni sportive, da Losanna era stato tracciato un possibile percorso di (ri)ammissione. Un percorso che, come già avviene per alcune discipline e competizioni internazionali, prevede sostanzialmente due vincoli: gareggiare sotto bandiera neutra e non mostrare alcun tipo di sostegno all’azione promossa da Mosca. Apriti cielo. L’Ucraina, per bocca del presidente Volodymyr Zelensky, non ha tardato a criticare pesantemente la scelta della governance a cinque cerchi. Di più: ha minacciato un possibile boicottaggio dell’evento. Sportivo e diplomatico.

La replica di Thomas Bach

Thomas Bach non ha apprezzato. In una lettera inviata settimana scorsa al Comitato olimpico ucraino, il presidente del CIO ha da un lato sottolineato il suo «incrollabile impegno di solidarietà a favore della comunità olimpica ucraina», ma dall’altro ha tenuto a precisare che un forfait volontario danneggerebbe solo gli atleti di Kiev, poiché «i boicottaggi precedenti non hanno raggiunto i loro scopi politici». Adottare questa misura radicale, ha concluso, violerebbe la Carta olimpica. Apriti cielo. Di nuovo, sì. Attraverso una contro-missiva - condivisa dal sindacato internazionale Global Athlete - gli atleti ucraini denunciano l’accondiscendenza del CIO verso Mosca, accusandolo di premiare l’aggressione russa e di essere «dalla parte sbagliata della storia». Nella nota congiunta pubblicata giovedì si ricorda che il conflitto scatenato dal Cremlino è costato «centinaia di migliaia di vite, ha distrutto infrastrutture, minacciato la stabilità dell’approvvigionamento alimentare globale e ha rischiato una catastrofe nucleare». Allo stesso tempo viene contestata l’affermazione del CIO secondo la quale i Giochi olimpici uniscono il mondo attraverso una competizione pacifica. Un concetto, questo, che il fronte ucraino definisce «una visione utopica che non tiene conto del modo in cui lo sport viene abitualmente utilizzato come strumento di Stati autoritari».

Uno strumento di propaganda?

Gli esempi citati sono noti. «La Russia - ricorda il comunicato - è stata un esempio lampante, sfruttando i Giochi olimpici del 2014 e promuovendo un programma di doping di Stato». L’obiettivo? «Plasmare il consenso sia in patria, sia all’estero, prima di annettere la Crimea». Stesso discorso, evidenziano i contrari al reintegro degli atleti russi, nel caso degli ultimi Giochi invernali. «Nel 2022 le Olimpiadi di Pechino sono state utilizzate per rafforzare il legame con la Cina prima di invadere l’Ucraina. La Russia ha promosso atleti a posizioni di rilievo nelle forze armate e ha promosso i successi sportivi come segni della superiorità russa. Queste azioni, appunto, sono state possibili perché la Russia ha manipolato e controllato gli organi di governo dello sport a suo vantaggio».

L’equilibrismo francese

I rappresentanti di Kiev concludono il contrattacco con un auspicio globale: «Sponsor, città ospitanti e governi nazionali devono smettere di tollerare l’accondiscendenza del CIO nei confronti della Russia». Un messaggio nemmeno troppo velato alla Francia, casa dei prossimi Giochi estivi. La questione è affrontata con spiccate doti di equilibrismo nella capitale, dove la sindaca Anne Hidalgo si è comunque sbilanciata: «Non è possibile sfilare come se niente fosse, avere una delegazione che viene a Parigi mentre le bombe continuano a piovere sull’Ucraina» le sue parole, in contrasto con la presenza di russi e bielorussi all’evento. La risposta del CIO, anche in questo caso, è stata subitanea. Un chiarimento, meglio, dell’indirizzo abbracciato. È infatti stato ribadito che non vi sono piani per far partecipare una delegazione russa e bielorussa ai Giochi 2024, ma un percorso affinché gli atleti dei due Paesi che non hanno sostenuto attivamente la guerra possano prendere parte alle qualificazioni olimpiche e competere come atleti neutrali, senza una identità nazionale, bandiere e inni.

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