Sci alpino

La sorpresa di Val d'Isère è oramai l'atleta da spodestare

Lara Gut-Behrami, campionessa in carica, è tra le grandi favorite nel superG iridato in programma domani a Méribel – Nel 2009, sempre in Francia e a soli 17 anni, arrivava la prima medaglia
©AP/BARBARA GINDL
Red. Sport
07.02.2023 22:30

Prezioso al fine di conoscere caratteristiche e tranelli del pendio, il superG corso lunedì nel quadro della combinata potrebbe anche aver pungolato Lara Gut-Behrami. Quei 71 centesimi concessi a Federica Brignone - per quanto figli di strategie differenti - forse alimenteranno ulteriormente la fame della ticinese. Un animale da gara, già, nonché la campionessa mondiale in carica. A Méribel, domani mattina, la competizione iridata entra nel vivo. E con lei la 31.enne cresciuta a Comano. Lara sta bene. Lo suggeriscono le ultime prove di Coppa del Mondo e lo ha riconosciuto la diretta interessata. «In occasione delle recenti gare ho avvertito buone sensazioni» aveva affermato a ridosso della trasferta in Francia. «Ho sciato come speravo e immaginavo. Mi auguro di poter progredire ai Mondiali».

Ricordi indelebili

Ora ci siamo. E la gara odierna, oltretutto, ha un sapore particolare. Nel 2009, a una trentina di chilometri in linea d’aria dal comprensorio savoiardo, Lara (allora solo Gut) sbalordiva tutti. Avversarie, giornalisti, appassionati. Ricordate? I Mondiali di Val d’Isère. Prima il 6 febbraio e l’argento in super combinata alle spalle di Kathrin Zettel. Poi, tre giorni dopo, un nuovo secondo posto, in discesa libera, battuta unicamente da un mostro sacro: Lindsey Vonn. «Quello fu un periodo intenso» rammenta la ticinese. «Successe di tutto. Da un lato i successi sportivi, dall’altro alcuni problemi di salute - febbre e una gastroenterite - che mi obbligarono a rinunciare al team event». La carriera di Lara Gut-Behrami, ad ogni modo, esplose. Ad appena 17 anni.

Batterie ricaricate

Il resto lo ha raccontato la storia. In particolare la storia recente. La velocista rossocrociata, dicevamo, si è infatti imposta nel superG disputato due anni fa a Cortina. Non solo. A Pechino 2022, quale sigillo di una carriera eccezionale, la disciplina prediletta ha portato in serbo pure l’oro olimpico. «Ma ogni competizione ha la sua storia» tiene a sottolineare la sciatrice svizzera. Insomma, ripetere l’exploit dell’ultimo Mondiale - quando erano arrivati pure l’oro in gigante e il bronzo in discesa - è tutto fuorché scontato. «Voglio semplicemente dimostrare di cosa sono capace e divertirmi» rileva non a caso Lara.

Dopo il gigante corso a Plan de Corones, il 25 gennaio scorso, la 31.enne ha avuto l’opportunità di ricaricare le batterie. Una pausa rigenerante. «Avvertivo una certa fatica» ammette. «Ho altresì dovuto stringere i denti a causa dei fastidi al ginocchio. Nulla di grave, ma quando il carico di lavoro è elevato e costante, e al contempo c’è poco tempo per recuperare, riposare la mente diventa essenziale».

Le avversarie da temere

Ad affiancare Gut-Behrami, in casa elvetica, saranno Corinne Suter (reduce dalla commozione cerebrale rimediata a Cortina), Michelle Gisin, Jasmine Flury e Joana Hählen. Ma è soprattutto delle atlete italiane che bisogna diffidare. Come sottolineato in avvio, Brignone affronta la gara in piena fiducia, forte della medaglia d’oro conquistata in combinata. Grandi ambizioni spingono però anche Elena Curtoni e Sofia Goggia. Su un tracciato fatto di continue ondulazioni, la sensibilità e la classe di Mikaela Shiffrin saranno a loro volte osservate speciali. A maggior ragione alla luce del piccolo flop all’esordio in combinata, con l’eliminazione nel finale dello slalom. La corsa alle medaglie, dunque, è apertissima. E c’è pure la norvegese Ragnhild Mowinckel, leader della specialità in CdM. L’atleta da spodestare? Lara Gut-Behrami.

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