Scherma

«La spada mi ha regalato numerose soddisfazioni»

Michele Niggeler è stato per diversi anni un elemento di punta del team elvetico: «Se lascio il mondo delle competizioni è solo perché ho capito di non essere più motivato»
Dopo l’appuntamento di Coppa del mondo a Berna, Michele Niggeler ha annunciato la fine della sua carriera sportiva. ©Keystone/Laurent Gillieron
Raffaele Soldati
16.11.2022 06:00

C’è un momento nella vita in cui devi compiere una scelta. Vale per tutti, compresi gli sportivi d’élite. A 30 anni Michele Niggeler ha detto basta. La scherma rossocrociata perde un protagonista. «È una questione di motivazione - dice lo spadaccino con doppio passaporto, svizzero e italiano - . Ci ho riflettuto e sono arrivato a questa conclusione. Lo sport mi ha dato tanto. Ho splendidi ricordi e pochi rimpianti. Saluto un mondo che continuo ad amare, ma dal quale non avrei potuto più raccogliere nuove soddisfazioni e dare il meglio di me stesso». La Coppa del mondo a Berna, nello scorso fine settimana, dove la Svizzera è uscita di scena nei quarti di finale, è dunque stato l’ultimo appuntamento agonistico dello spadaccino in forza al Club Scherma Lugano. Michele, che in carriera ha conquistato tre medaglie ai Mondiali con il team rossocrociato (oro a Wuxi nel 2018, argento a Lipsia nel 2017 e bronzo a Budapest nel 2019), ha avuto l’onore di partecipare a tanti grandi appuntamenti, compresi i Giochi olimpici di Tokyo 2020, disputati lo scorso anno per la pandemia da coronavirus.

Ingegnere di formazione

Niggeler, ingegnere di formazione, aveva già in parte diminuito i suoi impegni agonistici. «Ho saltato le ultime edizioni degli Europei e dei Mondiali, ma con l’avvicinarsi della nuova stagione ho deciso di tornare in pedana. L’ho fatto per pura passione, quella che in pratica mi ha accompagnato da quando ho iniziato a praticare questo sport, cioè da quando avevo 5 anni».

Venticinque anni di scherma non sono pochi. «È vero - risponde Michele - , soprattutto se penso che di questi ne ho passati 16 o 17 a girare il mondo per i tornei. Dapprima nelle categorie giovanili elvetiche, poi con l’élite».

Tante soddisfazioni e qualche delusione. Ma sempre con la convinzione che lo sforzo valesse la candela. «Nel mondo della scherma sono cresciuto e ho conosciuto tante persone. In ogni periodo ho trovato degli stimoli. Me li hanno dati gli allenatori e, naturalmente, anche i colleghi. Compagni di squadra o avversari, a seconda delle circostanze».

Gli amici e i colleghi

C’è qualcuno che in modo particolare ha segnato la vita di Niggeler sul piano sportivo? «Tante persone. Sicuramente i miei maestri - risponde il nostro interlocutore - ma anche gli spadisti del team elvetico, a incominciare da Benjamin Steffen. Con lui ho condiviso tanti momenti, compresa la mia unica Olimpiade disputata l’anno scorso in Giappone».

A Tokyo, dove Max Heinzer era stato il portabandiera degli elvetici, Niggeler si era distinto sul piano competitivo risultando il migliore della squadra, la Svizzera era comunque uscita di scena nei quarti di finale ad opera della Corea del Sud. «Il fatto di poter partecipare a un’edizione delle Olimpiadi è stato per me interessante. I ricordi più belli restano però legati ai Mondiali dai quali ho raccolto diverse soddisfazioni», dice Niggeler.

L’eredità in Ticino

Il Ticino della Scherma perde un pezzo da novanta, ma della disciplina si continuerà a parlare grazie agli spadisti della nuova generazione? «Elia Dagani e Virginia Romeo, entrambi del Club Scherma Lugano, hanno le carte in regola per fare bene - conclude l’ex spadista -. Entrambi hanno talento e sono abbastanza giovani per poter migliorare ulteriormente. Il primo ha già iniziato a conoscere la realtà delle competizioni tra gli élite e ha pure dato un saggio delle sue qualità. Virginia l’ho conosciuta a Milano, nel circolo dove mi allenavo. È motivata e ha voglia di progredire. Auguro loro di riuscire a centrare gli obiettivi che si sono prefissati. Nel 2024 ci saranno le Olimpiadi di Parigi. La concorrenza in Svizzera è notevole. Ma l’importante è crederci. Come d’altra parte, ho fatto io per tanti anni».