Il personaggio

La Svizzera e i piatti di Chlapik: «Un sogno cullato da tempo»

Michael Spacek, nuovo centro ceco dell’Ambrì Piotta, ha lasciato anticipatamente il Frölunda raggiungendo in Leventina l’amico di lunga data – Il classe 1997: «Da anni desideravo mettermi alla prova in National League, in quello che a mio parere è il miglior campionato d’Europa»
Nicola Martinetti
09.08.2022 06:00

«Io nei panni di uomo assist e Filip in quelli di rifinitore? Sì, in pista, se tutto andrà bene, sarà così. Ma fuori dal ghiaccio invece la storia sarà diversa. Specialmente in cucina». La chiacchierata con Michael Spacek, nuovo centro ceco dell’Ambrì Piotta, non può che partire da qui. Da una battuta sul legame che lo unisce al connazionale Chlapik, amico di lunga data e uno dei principali motivi per cui il classe 1997 ha deciso di seguirlo in Leventina, approdando nel massimo campionato elvetico. «Ci conosciamo da quando avevamo dieci anni - prosegue Spacek -, sarà stupendo vivere questa nuova avventura al suo fianco. Le nostre abitazioni, qui in Ticino, distano circa tre chilometri l’una dall’altra. Ciò significa che le nostre famiglie trascorreranno molto tempo insieme. Così io potrò fungere da “zio cool” per il piccolo Samuel, il suo primogenito, mentre Filip potrà dare il meglio di sé ai fornelli, dove vanta ottime qualità. Quasi come sul ghiaccio (ride, ndr)».

Gli assist nel DNA

La scelta di congedarsi dal Frölunda con un anno d’anticipo rispetto al contratto in essere, accettando l’offerta giunta da Ambrì, non è però solo figlia della volontà di ricongiungersi con un vecchio amico. «No, ovviamente i motivi sono molteplici - afferma il diretto interessato -. Innanzitutto mi è piaciuto molto il progetto che mi è stato esposto da Paolo Duca e Luca Cereda. È davveroaccattivante. Secondariamente, ho sempre sognato di giocare un giorno in Svizzera. E quale migliore momento per farlo, se non questo?Molti dei più forti giocatori della KHL, per i tristi fatti legati al conflitto in Ucraina ormai noti a tutti, sono approdati nel vostro campionato. Rendendolo - almeno ai miei occhi - il migliore d’Europa. Il livello della competizione sarà estremamente elevato e questa è una sfida che mi motiva tantissimo».

Per vincerla, il 25.enne - al pari del club leventinese - punterà tutto sulle sue qualità. «Sono un centro offensivo che ama gestire la manovra, passando spesso il disco con l’intento di mettere i propri compagni nelle migliori condizioni possibili per segnare. È un aspetto del gioco che fa parte del mio DNA. Ma attenzione, al netto delle mie doti da playmaker anche il mio tiro non è poi così male (altra risata, ndr). Diciamo insomma che proverò a fornire il mio contributo in diversi reparti». Non da ultimo quello degli ingaggi, lo scorso anno estremamente deficitario per quanto concerne la compagine sopracenerina, la peggiore dell’intera lega a livello statistico. «Sì, beh, non sono esattamente la mia specialità - confessa Spacek con un sorriso -, ma fanno parte dei compiti di un centro e negli anni ho imparato a difendermi piuttosto bene. Quindi sì, spero di permettere al club di fare un salto di qualità anche lì».

L’Ambrì e poi (forse) la NHL

A proposito di salti, in molti si chiedono se il giovane attaccante ceco non veda Ambrì come una semplice tappa di passaggio. Un «trampolino di lancio» - come spesso lo definisce il direttore sportivo Paolo Duca - verso un ritorno in Nord America. In fondo, poche stagioni fa, un altro giovane ceco di nome Dominik Kubalik aveva fatto esattamente lo stesso. «Conosco bene “Kuba” e il suo percorso, insieme abbiamo vestito la maglia della Repubblica Ceca. E mentirei se dicessi che in fondo, un pochino, non penso alla NHL. Per tre anni, dal 2017 al 2020, ho militato in AHL con il farm team dei Winnipeg Jets, la squadra che mi ha draftato al quarto turno nel 2015. Tentando in tutti i modi di debuttare nel migliore campionato del mondo. Purtroppo però, per mancanze mie e di opportunità, non sono mai riuscito a ottenere la “chiamata” tanto attesa. Per questo motivo oggi, in una piega della mia mente, c’è ancora la volontà di tornare oltreoceano per dimostrare il mio valore. Ma in questo momento la mia assoluta priorità è l’Ambrì Piotta. Voglio fare bene con i biancoblù in National League. Un compito che, come accennavo in precedenza, sarà tutt’altro che scontato considerando l’ottimo livello del vostro campionato».

Entrare nel cuore della gente

Gli obiettivi di Spacek in vista della nuova stagione, ad ogni buon conto, non si limitano soltanto a quanto accadrà sul ghiaccio. E anche in questo caso i nomi di due vecchie conoscenze biancoblù, Dominik Kubalik e Jiri Novotny, riemergono nella conversazione. «Non so bene cosa vi sia di speciale tra i giocatori cechi e l’ambiente biancoblù, ma è innegabile che molte delle ultime esperienze, in questo senso, si sono rivelate positive(sorride, ndr). Sia Kubalik sia Novotny hanno lasciato il segno, seppur in modi diversi. E anche a me farebbe piacere riuscire nello stesso intento. Certo, in prima istanza sarà il mio rendimento sul ghiaccio a determinare quanto verrò apprezzato dalla piazza. Ma mi impegnerò per essere stimato anche per la mia persona, sia dai compagni sia dai tifosi».

Un po’ come David Krejci a Boston, città in cui il veterano ceco - fresco peraltro di ritorno nel Massachusetts - ha costruito una splendida carriera di oltre 15 anni in NHL. «È il mio idolo, il giocatore a cui mi ispiro maggiormente - rivela Spacek -. E aver potuto conquistare al suo fianco la medaglia di bronzo agli ultimi Mondiali è stato uno dei momenti più belli della mia carriera. Al pari del campionato ceco vinto con l’Ocelari Trinec nel 2021».

Cereda: «Le condizioni di Zwerger sono le stesse di un mese fa»

Dopo i fasti della presentazione ufficiale d’inizio stagione, l’Ambrì Piotta è ormai al lavoro a pieno regime. E, novità pressoché assoluta, lo sta facendo nella sua pista. Sì, quest’anno l’estate biancoblù non si svolgerà - come consuetudine - a Biasca. Bensì alla Gottardo Arena, lo scorso anno ancora in fase di rifinitura di questi periodi, in vista del campionato. «Diciamo che questa novità ha portato dei vantaggi nel nostro modo di procedere, ma anche degli svantaggi - rileva al proposito il tecnico dei leventinesi Luca Cereda -. Evidentemente poter svolgere le attività a casa propria, con tutte le comodità che ne conseguono, è molto piacevole. Peraltro durante l’estate abbiamo potuto pattinare più volte ad Ambrì, un aiuto notevole in vista del nuovo campionato. D’altro canto il fatto di trovarci già in Leventina dà un taglio differente alla nostra preparazione. Essere lontani dalla Valascia per il campo d’allenamento di sei settimane permetteva di comprendere bene, una volta rientrati alla base, che il campionato era ormai alle porte. È anche per questo motivo che abbiamo scelto di prendere parte al torneo di Bolzano a inizio settembre. Per per andare a ricreare determinate dinamiche una volta tornati in Ticino».

Una situazione incerta

In attesa di prendere parte alla competizione amichevole nel Trentino-Alto Adige, la squadra sta nel frattempo entrando nel vivo del già citato campo d’allenamento. E sul ghiaccio della Gottardo Arena, assieme ai compagni, si è visto in questi giorni anche l’attaccante austriaco Dominic Zwerger. Il 26.enne, che in accordo con la società sopracenerina ha per il momento deciso di non rilasciare dichiarazioni ai media, è ancora alle prese con i postumi di una commozione cerebrale rimediata in un’amichevole disputata con l’Austria prima degli ultimi Mondiali. E benché si trovi in pista con i propri compagni, il suo difficile stato di salute - segnalato dal club con un comunicato emanato nelle scorse settimane - resta incerto. «Le sue condizioni sono le stesse di un mese fa - spiega il tecnico dei leventinesi -. È veramente difficile fare delle previsioni sui suoi tempi di recupero. Viviamo alla giornata, attendendo sviluppi per poter pianificare con maggiore chiarezza. Non è facile, ma l’aspetto positivo è che si trova qui con noi. Ha cominciato a pattinare ed è aggregato al gruppo. Speriamo che sia un passo nella giusta direzione, ma al momento non è molto più che questo, una speranza senza certezze». Rispetto al già citato comunicato del club, in chiave più positiva, vi è invece da segnalare l’avvenuto ritorno in pista di André Heim, che si è dunque ristabilito dai problemi alla parte bassa della schiena che lo avevano attanagliato durante i test fisici del prospects camp della Nazionale.

 

Chi succederà a Bianchi e Fora?

Volgendo uno sguardo al futuro, Luca Cereda ha infine voluto fornire un aggiornamento in merito a quanto accadrà prossimamente nell’ambito del processo di selezione del nuovo capitano biancoblù. Gli ultimi due giocatori ad aver portato la «C»sul petto, Elias Bianchi e Michael Fora, si sono infatti congedati dal club leventinese al termine dello scorso campionato. Per l’Ambrì Piotta è dunque il momento di individuare colui che sarà chiamato a guidare il gruppo sopracenerino a partire dalla stagione 2022/2023. «Il processo decisionale coinvolgerà più la società, intesa come staff tecnico e dirigenza, che la squadra - spiega il coach biancoblù -. Nel mese di agosto osserveremo il gruppo per vedere chi uscirà dal “branco”, se così possiamo definirlo, ergendosi a leader. Nel frattempo, nelle prime amichevoli, la “C” verrà vestita a turno. Una volta individuati i papabili candidati li discuteremo, e alla fine renderemo nota la nostra decisione».