Hockey

L’Ambrì si arende ancora lontano dalla sua Valascia

Luca Cereda: «Non siamo ancora dove potremmo essere, ma la via imboccata è quella giusta».
Joel Genazzi disturba il biancoblù Matt D’Agostini. ©Kezstone/Valentin Flauraud
Luca Faranda
06.10.2019 21:44

Allarme gol in Leventina. O meglio, al di fuori della Leventina. La sterilità offensiva – 20 reti in 10 partite – e l’assenza di vittorie lontano dalla Valascia stanno facendo vivere un inizio di autunno in chiaroscuro alla squadra di Luca Cereda. Sabato a Losanna i biancoblù hanno dato un nuovo colpo di pattino nella giusta direzione, ma non abbastanza deciso da invertire una tendenza che sta facendo lasciare per strada punti preziosi. Un’ulteriore prova di carattere, generosità, solidità difensiva e tanto pattinaggio, ma a mancare sono le reti.

La solita incostanza

Il coach si ripete: «Ci manca la costanza cambio dopo cambio, periodo dopo periodo e partita dopo partita. Non siamo ancora dove possiamo e dobbiamo essere, ma la via è quella giusta», sostiene Luca Cereda all’esterno degli spogliatoi della nuova – ma non ancora del tutto funzionale – Vaudoise Aréna.

Sulle rive del Lemano i leventinesi hanno fornito una buona prestazione, basata sul sacrificio – una marea i tiri bloccati da Fora e compagni - e su un ottimo Manzato, ma davanti si è costruito troppo poco per avere ragione della squadra di Peltonen, che ha così potuto intascare 3 punti nella serata tutta dedicata al ritiro della maglia di un emozionato Cristobal Huet. I leoni vodesi – in pista senza Kenins, Emmerton e Vermin – hanno arginato ogni folata degli attaccanti ospiti, facendoli girare al largo da Stephan per buona parte dei 60 minuti.

Occasioni sprecate

Non è quindi bastata la rapida rete con l’uomo in più, contro il peggior box-play di NL, per venire a capo di un Losanna organizzato ma non imbattibile. All’Ambrì, oltre alla costanza, sono mancati gli spunti offensivi dei suoi uomini migliori. E così anche alla Vaudoise Arena sono stati i dettagli a fare la differenza: «Se metti sotto pressione l’avversario per 60’ poi sicuramente farà degli errori. Su questo punto non ci siamo ancora e quindi facciamo fatica a concretizzare le occasioni», spiega Cereda. Capita dunque che il disco finito sulla paletta di Bianchi a inizio terzo tempo non venga convertito in rete, lasciando spazio pochi secondi più tardi al gol decisivo di Frick. Una beffa? Non proprio: i biancoblù hanno provato a ritrovare il pareggio, soprattutto con Dal Pian, ma le flebili fiammate offensive si sono infrante sul muro vodese.

Sulla strada per Banska

«Loro difendevano bene e noi abbiamo fatto fatica anche solo a entrare in zona», afferma Tommaso Goi. «Dobbiamo trovare un po’ di cattiveria e andare davanti alla porta a prendere i colpi. Già lo stiamo facendo, ma non abbastanza per segnare. Stiamo arrivando pian piano dove vogliamo, a parte qualche punto di troppo dimenticato per strada». Per i biancoblù ora è di nuovo tempo di Champions. Prossima fermata: Slovacchia.