L’Arsenal, la Juventus e una chimera: «Imitarli è quasi impensabile»

Puntuale, come Mariah Carey sotto Natale, anche quest’anno la foto di Arsène Wenger con il celebre trofeo d’oro della Premier League ha fatto capolino sui vari social network. Sancendo - come da tradizione - la caduta dell’ultima compagine imbattuta nel massimo campionato inglese, in questo caso il Tottenham, sconfitto lunedì nel derby contro il Chelsea. A inondare i social con le immagini del tecnico alsaziano e la speciale coppa dedicata ai suoi «Invincibili» del 2003/04, dicevamo, sono stati come di consueto i tifosi dell’Arsenal. Che pure nella stagione del ventennale dal titolo vinto senza sconfitte dai gunners, possono dunque continuare a dormire sonni tranquilli. L’exploit di Henry e compagni, del resto, è destinato a rimanere ineguagliato almeno per un altro anno.
Troppe trappole sul cammino
Gli ultimi a perseguire l’impresa, suggerivamo, sono stati gli Spurs di Postecoglou. Incappati tuttavia nel primo k.o. in campionato all’undicesima curva. Un destino che nell’ultimo ventennio, chi prima e chi dopo, ha accomunato le varie pretendenti. «Al momento, inutile girarci attorno, è quasi impensabile che un club possa insidiare quanto fatto vent’anni fa dall’Arsenal - rileva Roberto Gotta, collaboratore di Sky per il calcio inglese -. Persino il Manchester City della scorsa stagione, capace di realizzare uno storico triplete, ha comunque incassato cinque sconfitte in campionato. A mio avviso la squadra di Guardiola è l’unica che, in futuro, potrebbe anche seguire le orme degli Invincibili. Ma resta un compito arduo, ai limiti dell’impossibile. Oggigiorno infatti le grandi squadre, tra patria ed Europa, sono confrontate con un calendario così fitto da rendere difficilissimo un simile exploit. Nel corso della stagione, anche in virtù di un sacrosanto turnover, specie in ottica Champions League, persino “Pep” a volte è costretto a schierare le seconde linee in campionato. Rischiando, è successo anche quest’anno, di incappare in una giornata no. Questo discorso ovviamente vale per tutte le “big”. La Premier è un campionato lungo e complesso, dove l’imprevisto è sempre dietro l’angolo».
Imprese senza tempo? Sì e no
L’Arsenal degli Invincibili, tuttavia, non è stata l’unica compagine di questo secolo a chiudere la stagione senza sconfitte. Anche la Juventus, gettando uno sguardo alle migliori leghe continentali, aveva dominato la Serie A 2011/12 senza battute d’arresto. A fronte di quanto (non) avvenuto in seguito, la domanda sorge dunque spontanea: queste due imprese, nelle rispettive epoche, erano state accolte con la giusta enfasi? «Quella dei gunners sicuramente - afferma Gotta -. In Premier League il ricordo di quell’exploit è tuttora vivo, e sentito come allora. Il discorso cambia, invece, per quanto concerne il trionfo della Juventus. Al netto dell’imbattibilità, infatti, esso venne seguito da quasi un decennio di incontrastato dominio bianconero. Finendo dunque, progressivamente, col perdere parte del suo valore».
Oggi avrebbe un altro peso
Attualmente, nei grandi campionati europei, sono ancora tre le compagini rimaste imbattute (vedi a lato): il Bayer Leverkusen e il Bayern Monaco in Bundesliga, nonché il Nizza in Ligue 1. È possibile che una di esse riesca a concludere la stagione mantenendo questo status?«Se dovessi scommettere in tal senso, punterei sul Bayern Monaco, forte di uno scatenato Harry Kane - ci risponde Gotta sorridendo -. Anche se pure il Leverkusen, in questo primo scorcio di campionato, mi ha impressionato. Detto ciò, ribadisco il concetto: è difficile che qualcuno, al giorno d’oggi, riesca in tale impresa. Prima o poi accadrà, perché a furia di provarci un tentativo andrà a segno. Ma verrà verosimilmente supportato da una costellazione particolarmente favorevole. Sì, gli astri dovranno insomma allinearsi, creando i presupposti per qualcosa di straordinario». Il cui peso specifico, rispetto al passato, sarebbe comunque diverso. «Se oggi un club riuscisse a vincere il titolo senza sconfitte, sarebbe un’incredibile operazione a livello di immagine, di marketing. L’impresa verrebbe costantemente ricordata sui social, generando grande interesse. Resto tuttavia dell’idea che con l’avvento dei cinque cambi e l’accresciuta profondità delle rose, dal punto di vista squisitamente sportivo l’imbattibilità odierna avrebbe un valore inferiore. Anni fa infatti i club disputavano comunque tanti match, ruotando però 14-15 giocatori al massimo, in un calcio per giunta più fisico. Era un massacro».