Calcio

Le mosse dei rossocrociati per non perdere il volo mondiale

A meno di 100 giorni dal torneo in Qatar il mercato dei giocatori svizzeri resta in subbuglio - Mai, a ridosso degli ultimi grandi appuntamenti, si era assistito a così tanti trasferimenti elvetici
È notizia fresca: Kastriot Imeri, 22 anni, ha deciso di lasciare il Servette per legarsi allo Young Boys sino al 2026. ©CdT/Gabriele Putzu
Massimo Solari
16.08.2022 20:15

Il conto alla rovescia è iniziato. Sia per la fine del mercato estivo, sia per il primo Mondiale della storia che non si disputerà nel cuore dell’anno. Il 31 agosto da un lato. Il 20 novembre dall’altro. In mezzo l’intrecciarsi di speranze personali e destini sportivi. In attesa della tanto attesa chiamata del commissario tecnico. Se le indiscrezioni venissero confermate, saranno 26 - come per Euro 2020 e a differenza dei 23 delle precedenti rassegne - i giocatori recrutabili da Murat Yakin. L’allenatore della Nazionale svizzera è in carica da dodici mesi, ma a differenza dei suoi predecessori deve fare i conti delle dinamiche per certi versi inedite. Già, come il periodo di svolgimento della prossima Coppa del Mondo. Sul fronte dei trasferimenti, anche le ultime ore sono state movimentate. Kastriot Imeri, sin qui gioiellino del Servette, vestirà la maglia dello Young Boys per le prossime quattro stagioni. Il Basilea, da parte sua, avrebbe convinto l’«attaccante svizzero del futuro» Bradley Fink, in arrivo dal Borussia Dortmund. Negli scorsi giorni, passando ai matrimoni definitivi, a spiccare è invece stato il passaggio di Remo Freuler dall’Atalanta al Nottingham Forest. Dalla Serie A alla Premier League. Qualche ora prima, Andi Zeqiri aveva invece deciso di lasciare la Bundesliga per riabbracciare la Super League, sempre sponda Basilea.

Chi ha scelto di partire

Non è tutto qui. Macché. Sulla lista del mercato «Swiss made», figurano altresì Kevin Mbabu (dal Wolfsburg al Fulham), Breel Embolo (Borussia Mönchengladbach-Monaco), Haris Seferovic (Benfica-Galatasaray), Zeki Amdouni (Losanna-Basilea), Cedric Itten (G.Rangers-Young Boys), Yvon Mvogo (PSV Eindhoven-Lorient) e mettiamoci pure Loris Benito (Sion-YB). Urca. E potrebbe non essere ancora finita. In questo caso, il nome sulla bocca di tutti è quello di Manuel Akanji, colonna portante della difesa svizzera, separato in casa al Borussia Dortmund e sempre più accostato all’Inter, alla disperata ricerca di un centrale affidabile. Ah, e anche Leonidas Stergiou, difensore e promessa del San Gallo, sta cercando di capire se un eventuale biglietto per Doha vada cercato nei meandri del kybunpark o in uno spogliatoio estero. Insomma, tante negoziazioni, parecchie intese. In una misura mai registrata nel recente passato. No, gli ultimi grandi tornei affrontati dalla Svizzera erano stati all’insegna della stabilità. Nel bene e nel male, per chi sedeva in panchina e necessitava di giocatori competitivi. Capaci di fare la differenza. Prendete l’ultimo Europeo itinerante e pure quello del 2016. Per entrambi gli appuntamenti, il selezionatore Vladimir Petkovic si era affidato a profili rimasti fedeli al proprio club durante la pausa invernale e, di riflesso, l’ultima finestra di mercato disponibile. Ma le cose non erano andate tanto diversamente né in vista dei Mondiali del 2018, né a ridosso di quelli del 2014, quando alla testa della Svizzera figurava Ottmar Hitzfeld. A cinque mesi dal Mondiale in Russia, Akanji mandò in orbita la carriera: «Addio Basilea, Borussia Dortmund eccomi». Nove anni fa, per contro, il solo Philippe Senderos decise di cambiare aria, lasciando il Fulham per accasarsi al Valencia

E chi si è scottato

E a proposito di Senderos. L’attuale ds del Servette, nel 2016, provò a convincere «Vlado» in extremis, scegliendo di abbandonare l’Aston Villa e la Premier per tornare in Svizzera, al Grasshopper. In gennaio. Non funzionò, a riprova del conservatorismo che - sovente - ha ammantato le ultime, importanti convocazioni in casa rossocrociata. Oddio, nello stesso periodo a Gökhan Inler venne suggerito (insistentemente) di lasciare il Leicester per trovare un minutaggio consono e, al contempo, concorrere per un posto all’Europeo francese. L’ex capitano non si mosse, festeggiando un clamoroso titolo di campione d’Inghilterra e però abbandonando definitivamente l’ambiente elvetico.

Tra poco meno di tre mesi, dicevamo, toccherà a Murat Yakin scegliere su quali cavalli puntare. Sul tema, ad ogni modo, il commissario tecnico ha le idee molto chiare. «Se non giochi con continuità in campionato, non è immaginabile trovare il ritmo in allenamento con la Nazionale». Questo, in sintesi, il messaggio lanciato ai propri giocatori in occasione di diversi raduni. Un messaggio colto in anticipo sui colleghi da Xherdan Shaqiri, che a inizio anno ha deciso di lasciare il Lione per diventare il leader dei Chicago Fire in MLS. E nelle vesti di precursore, come «XS» ma per altre ragioni, si era mosso pure Denis Zakaria, sposando il progetto della Juventus e salutando Gladbach. Ecco, appunto: le motivazioni. Figlie di logiche differenti. Se Freuler, Embolo e Akanji sono intenzionati a svilupparsi ulteriormente in Premier, Ligue 1 e, forse, Serie A, è evidente che i vari Seferovic, Zeqiri, Itten e Mbabu vogliono rilanciare delle carriere finite in una sorta di limbo. Con vista sui gironi del Mondiale in Qatar, ma senza la certezza di potervi partecipare.

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