Golf

Le polemiche, le emozioni e la prima volta di Clark

L’americano ha firmato l’Open degli Stati Uniti davanti al nordirlandese Rory McIlroy, uno storico successo dopo la fusione tra il PGA Tour e la tanto contestata lega degli arabi
L’americano Wyndham Clark raggiante dopo il successo conquistato nell’Open degli Stati Uniti a Los Angeles. ©EPA/Caroline Brehman
Raffaele Soldati
20.06.2023 06:00

Il primo torneo del Grande Slam dopo la fusione tra PGATour e LIV Golf -la lega finanziata dagli arabi - si è concluso a Los Angeles con il successo di Wyndham Clark. Non è certo un nome nuovo nel mondo del golf americano. Nuova, semmai, è la notorietà che ha acquisito questo giocatore, che non era mai riuscito a far meglio del 75.esimo posto nei «Major», i tornei maggiori. Anche per Clark è arrivato il giorno di gloria. Un successo inseguito con calma, un vero e proprio exploit. Dietro di lui, a una sola lunghezza, il nordirlandese Rory McIlroy. Terzo si è invece classificato Scottie Scheffler, il numero uno del ranking mondiale. Una bella storia di sport si mescola con una brutta faccenda politica. Perché la tanto discussa fusione dei circuiti, che coinvolge anche il DP World Tour - l’ex European Tour - è come noto oggetto di due indagini distinte del Senato americano. Dopo oltre un anno di aspre controversie e con cause giuridiche che hanno impegnato avvocati e alti dirigenti dei circuiti, l’Arabia Saudita ha preso il controllo del golf ai più alti livelli. La dichiarazione di Jay Monahan, commissario del Tour americano è d’altra parte stata molto chiara: «Non potevamo competere con un Paese straniero che ha fondi illimitati».

I tempi della politica

Questa vicenda, che pareva aver trovato un punto finale, è evidentemente ancora aperta. Ma saranno i tempi della politica a determinare il futuro di uno sport che negli Stati Uniti continua a godere di un enorme credito. Non solo per questioni di meri interessi finanziari. La scorsa settimana l’Open degli Stati Uniti era iniziato con una prevedibile tensione anche sul fronte dei giocatori. Ad esporsi, più di altri, era stato proprio il nordirlandese Rory McIlroy che, insieme a Tiger Woods, è sempre stato tra i più convinti sostenitori dei circuiti classici. «Odio la LIV e non condivido la scelta di coloro che hanno deciso di abbracciarla», aveva detto McIlroy lanciando chiari messaggi ai colleghi passati alla Superlega araba.

Per un solo colpo Rory ha mancato il successo in questo torneo iniziato con discussioni extrasportive e concluso con le emozioni che solo i grandi eventi sanno trasmettere. Al di là delle polemiche, la storia di Wyndham Clark, che ha chiuso il torneo davanti a due mostri sacri della disciplina come McIlroy e Scottie Sheffler, è una di quelle che trovano ampi spazi non solo nella stampa sportiva d’oltre oceano.

Intanto il grande golf, che in aprile aveva riportato sulla ribalta lo spagnolo Jon Rahm, vincitore del Masters di Augusta, in maggio aveva concentrato le sue attenzioni su Bruce Koepka, vittorioso per la terza volta in carriera nello US PGA. E questo successo aveva fatto tanto discutere perché era la prima volta che un giocatore della LIV si aggiudicava una Prova del Grande Slam. Adesso è arrivato il momento di Wyndham Clark, che un anno e mezzo fa non figurava neppure tra i 200 migliori giocatori del ranking mondiale. Un professionista che per 24 tornei consecutivi, tra il 2021 e il 2022, non era riuscito a qualificarsi per i due giri finali. Negli scorsi mesi il suo golf è migliorato in modo impressionante, tanto da conquistare, oltre a diversi altri buoni risultati, la vittoria nel Wells Fargo Championship davanti al campione olimpico in carica, Xander Schauffele.

In attesa del British Open

E McIlroy? «Mi sono battutto fino alla fine, ma Clark ha retto bene la pressione», ha sottolineato il nordirlandese, che inseguiva il suo quinto successo in un Major. Gli ultimi due li aveva conquistati nel 2014 nel PGA Championship e al British Open sul campo del Royal Liverpool a Hoylake. Neanche a farlo apposta, l’ultima prova del Grande Slam del 2023 si terrà proprio a Liverpool dal 20 al 23 luglio. Poi l’attenzione sarà tutta rivolta alla Ryder Cup, la sfida tra i migliori europei e i migliori americani che si terrà a Roma in settembre.