Mountain Bike

L’energia dell’enduro fa tappa in Leventina

Nel weekend i tracciati di Airolo ospitano le Swiss Series con 350 iscritti - L’organizzatrice Deborah Scanzio: «Da noi non c’è solo lo sci, siamo felici di differenziare l’offerta» - Tra i ticinesi in gara, Claudia Grassi e Igor Müller possono puntare al podio nella categoria élite
© KEYSTONE / MAXIME SCHMID
Melanie Boschetto
26.08.2022 06:00

Lo spettacolo delle Swiss Enduro Series arriva in Leventina per l’ultimo e decisivo appuntamento del circuito. Nel weekend, sui tracciati dell’Airolo Bike Park, andrà in scena la prima e unica tappa ticinese, che verrà poi riproposta nei prossimi due anni. Sabato sono in programma gli allenamenti, domenica le gare. Proporre un evento di questa caratura sul suolo ticinese servirà a dare visibilità alla regione, già nota per lo sci. A svelarci i dettagli ci ha pensato Deborah Scanzio, che per la Valbianca SA sta organizzando questa prima edizione. «Siamo molto fieri e soddisfatti di essere riusciti a portare questa disciplina ad Airolo. Con lo sci siamo abituati a promuovere manifestazioni importanti, soprattutto di freestyle, ma gare in bici di questo genere non se ne vedono molte».

Airolo per tutte le stagioni

Il Ticino è terra di ciclismo, si sa. E negli ultimi anni sono tornate di moda la montagna e le discipline a essa legate. «L’enduro è una branca relativamente nuova, molto in voga a livello amatoriale e non solo tra i giovani», spiega Scanzio. «Questo evento rispecchia la nostra strategia: stagionalizzare l’offerta e proporre attività anche nel periodo estivo. Abbiamo scelto la mountain bike per differenziarci e sfruttare gli impianti di risalita. Ora che l’affluenza di ciclisti è aumentata portiamo in Leventina una competizione d’importanza nazionale per dare ancora più risalto alla regione, non solo a livello svizzero». A scendere in pista ci saranno infatti atleti provenienti da tutto il mondo alla ricerca di punti importanti per la qualificazione alle World Series.

Adrenalina su due ruote

Se la mountain bike e il cross-country sono conosciuti, seguiti e spesso praticati, l’enduro alle nostre latitudini non è una disciplina altrettanto nota, complice la mancanza di strutture adatte. «Fino a un po’ di tempo fa era uno sport difficile da praticare in Ticino. Adesso qualcosa si sta muovendo e proponendo questo evento speriamo se ne parli ancora di più».

L’obiettivo è quindi quello di invogliare la gente a scoprire l’adrenalina delle due ruote sulle nostre montagne. Alle Swiss Enduro Series può partecipare chiunque, basta saper pedalare e non aver paura della velocità. «Questo circuito è dedicato a tutti, non solo ai professionisti. Tra i 350 iscritti alla tappa ticinese, circa due terzi praticano lo sport a livello amatoriale», sottolinea Deborah Scanzio.

Gli atleti di casa nostra

Nonostante non manchino atleti e atlete ticinesi che gareggiano nella categoria Élite, non si può ancora parlare di vero e proprio professionismo. La difficoltà sta proprio nel fatto che l’enduro, non essendo molto seguito, non offre atleti appetibili per gli sponsor. «Alcuni ticinesi gareggiano tra gli élite, però non se ne parla. Per loro è spesso difficile competere con i migliori atleti professionisti», racconta Scanzio. «Per i nostri rider - prosegue l’ex campionessa di freestyle - è tutto più complicato, le spese sono tante e loro non sono abbastanza conosciuti per trovare sponsor e risorse».

Domenica al via ci saranno anche due ticinesi capaci di farsi notare nelle precedenti quattro prove nazionali. Tra le donne, Claudia Grassi si trova al momento al 4. posto della classifica generale e può quindi puntare al podio, non solo della tappa. Per gli uomini vedremo invece Igor Müller, attualmente sesto e lontano dal podio nella generale, che cercherà sicuramente di arrivare tra i primi tre davanti al pubblico di casa.

Eventi collaterali

Alla partenza della funivia di Airolo verrà allestito un villaggio con offerte gastronomiche e musica, nonché un Pump Track sul quale sabato si sfideranno in una gara di velocità una decina di atleti e atlete. Deborah Scanzio è ottimista: «Ci auguriamo che ci sia tanta gente curiosa di scoprire questa disciplina».