Calcio

«Lo scudetto con l’Inter moltiplica il talento di Yann Sommer»

Patrick Foletti, preparatore dei portieri della Nazionale, ci parla del numero uno rossocrociato e della sua brillante stagione in nerazzurro
Yann Sommer festeggia il titolo con i suoi preparatori Spinelli e Zappalà. © Reuters/Fabrizio Carabelli
Fernando Lavezzo
23.04.2024 21:05

Un anno dopo aver vinto la Bundesliga con il Bayern Monaco, Yann Sommer si è cucito al petto anche lo scudetto con l’Inter. Il ventesimo nella storia del club nerazzurro. Ne parliamo con il preparatore dei portieri della nazionale svizzera, il ticinese Patrick Foletti.

Quanto c’è di Yann Sommer in questo successo?
«C’è tanto di lui, come di ogni singolo giocatore. L’Inter è una squadra completa e omogenea, ed è stata in grado di dominare il campionato. Per giocare in un club di questo calibro, in una lega complicata come la Serie A, devi essere un grande portiere. E Yann ha confermato di esserlo, mettendo la firma su tante partite importanti. Nei momenti decisivi, quando è stato chiamato in causa, è sempre stato all’altezza. Inoltre ha gestito al meglio la pressione del calcio italiano. Così come il fatto di sostituire portieri quali Handanovic e Onana, che avevano fatto bene in nerazzurro».

Quali sono stati i fattori decisivi, affinché tra Sommer e l’Inter filasse tutto liscio sin da subito?
«Per quanto ho potuto osservare personalmente, a distanza e nelle visite ad Appiano Gentile, direi le qualità umane della rosa dell’Inter e dello staff tecnico, a cominciare dai due preparatori dei portieri Spinelli e Zappalà. Tutti hanno fatto sentire Yann a suo agio dal primo giorno. Dopo l’esperienza difficile vissuta da Sommer al Bayern Monaco, l’ambiente nerazzurro lo ha riportato a un equilibrio mentale che gli ha poi permesso di essere performante come lo è stato in tutta la sua carriera».

L’Inter restituisce alla Nazionale un Sommer più forte di prima?
«L’esperienza di vincere un titolo così importante e prestigioso porta i giocatori a un altro livello e rappresenta un valore aggiunto per la Nazionale. La consapevolezza accumulata con questo scudetto permetterà a Yann Sommer di moltiplicare il suo talento. Lo stesso vale per la Bundesliga conquistata da Xhaka con il Leverkusen. E per il triplete dello scorso anno ottenuto da Akanji con il Manchester City».

Patrick Foletti e Yann Sommer in Nazionale.
Patrick Foletti e Yann Sommer in Nazionale.

Anche l’esperienza di Sommer al Bayern, nonostante le difficoltà e le critiche, si era chiusa con il titolo nazionale. Quello vinto con l’Inter ha un sapore diverso?
«A livello matematico hanno lo stesso valore. Sul biglietto da visita di Yann ci saranno sempre due titoli all’estero, uno in Germania e uno in Italia, che si aggiungono a quelli vinti con il Basilea. A livello emozionale, però, credo che siano molto diversi. E che il secondo abbia un peso maggiore. Sommer è stato il portiere titolare dell’Inter dal primo all’ultimo giorno. Questo scudetto è totalmente ‘‘suo’’. A Monaco era approdato a stagione in corso per rimpiazzare l’infortunato Neuer. Ha contribuito, ma non è stata al 100% la sua vittoria».

Dopo tanti anni trascorsi in Germania, l’adattamento alla Serie A italiana rappresentava un’incognita per Sommer? Oppure il lavoro del portiere è sempre lo stesso, in qualsiasi contesto?
«Ogni cambiamento richiede un adattamento, anche quando si resta a giocare nello stesso campionato. Ogni squadra ha un suo stile, un sistema difensivo con cui il portiere deve interagire. Cambiando cultura, le differenze sono più accentuate. Due fattori, secondo me, hanno fatto sì che il passaggio di Yann dalla Bundesliga alla Serie A sia stato naturale. Da una parte la sua capacità di adattamento, dall’altra l’intelligenza dei suoi allenatori. Lo staff nerazzurro non ha detto: ‘‘Ora sei all’Inter, in Italia, e qui da noi si fa così’’. Quando hanno deciso di ingaggiare Yann, si sono informati su di lui, su ciò che preferisce, su ciò che con lui funziona meglio. Non dico che gli sia stata data carta bianca. Dico che anche gli allenatori hanno avuto l’intelligenza di adattarsi a un portiere di 35 anni con un vissuto importante».

In che modo i preparatori dell’Inter si sono adattati a Sommer?
«Innanzitutto nella tipologia del lavoro. Questa è una delle più grandi sfide per un portiere che cambia club. Ad esempio, senza conoscere la realtà nel dettaglio, immagino che le difficoltà riscontrate da Onana passando dall’Inter al Manchester United abbiano a che fare con la tipologia del lavoro, diversa da quella a cui si era abituato. È poi fondamentale la gestione dell’individuo. I preparatori devono sapere come un portiere funziona a livello umano, mentale ed emotivo. Come parlargli, come approcciarlo. Infine, c’è il discorso tecnico-tattico. Noi allenatori dei portieri pensiamo tutti di avere la verità in mano. I meno furbi cercano di cambiare ogni portiere per farlo diventare il più simile possibile alla loro immagine ideale, senza riconoscere che altre tecniche possono essere altrettanto efficaci. Il bravo allenatore, invece, capisce cosa permette a un portiere di essere efficace. E accetta il fatto che questo non collimi al 100% con l’immagine ideale stampata in testa».

Il primato di partite con la porta inviolata? Quando un portiere è in gioco per abbattere un record e superare un mostro come Gigi Buffon, è inevitabile che ci pensi

E Gianluca Spinelli, preparatore dei portieri nerazzurri dalla scorsa estate, dopo quattro stagioni trascorse al PSG, è evidentemente uno di quelli bravi...
«Uno dei migliori al mondo. Se non il migliore».

Campione con 5 giornate d’anticipo, l’Inter è ancora in corsa per alcuni record. Uno riguarda Sommer: il numero di «clean sheet», ovvero di partite chiuse senza subire gol. Lui è a quota 17, mentre il prima to è di 21, condiviso, tra gli altri, da Buffon. Conoscendo Yann, pensi che ci tenga?
«Premessa: dal mio punto di vista, queste statistiche lasciano il tempo che trovano. A livello di analisi approfondita, è molto più importante vedere come un portiere ha incassato certe reti, o come invece la squadra lo ha aiutato a non subirne. Detto questo, quando un portiere è in gioco per abbattere un record e superare un mostro come Gigi Buffon, è inevitabile che ci pensi».

Ora, dal punto di vista della Nazionale e in vista dell’Euro, quale sarebbe la gestione ideale di Sommer da parte dell’Inter. È meglio che giochi il più possibile o che venga risparmiato?
«Con lo scudetto già in tasca, la pressione se n’è andata. Le ultime 5 partite, a livello emotivo e mentale, non saranno dispendiose come ad esempio il derby di lunedì sera. Quella sì che è stata una partita complicata da gestire, perché tutti i giocatori dell’Inter volevano vincere il titolo in casa del Milan. Le prossime gare non avranno la stessa intensità. Di conseguenza, in prospettiva dell’Euro, per me è importante che Yann rimanga in ritmo partita. Posso immaginare che l’Inter voglia dare spazio ad Audero e magari anche al terzo portiere, Di Gennaro. Se Sommer ne giocasse 3 su 5, sarebbe già una buona cosa».

Foletti e Sommer discuteranno in italiano durante gli Europei?
«Ogni tanto ci provo, gli mando dei messaggi vocali iniziando in italiano per poi tornare al tedesco. In allenamento qualche parola è saltata fuori. Ma per rispetto degli altri portieri, non credo che insisterò».

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