Sport emergente

L’obstacle course racing: «Una metafora della vita»

Nadia Brusorio, presidente dell’associazione ticinese OCR e vicepresidente a livello nazionale, ha portato in Ticino e in Svizzera una disciplina che non ha limiti, ma che aiuta a superare quelli della quotidianità
Una gara della categoria open della disciplina dell’OCR.
Maddalena Buila
16.09.2021 06:00

Uno sport completo, che mette a dura prova ogni singolo muscolo del proprio corpo. L’OCR, obstacle course racing, è una disciplina nata in America e portata alle nostre latitudini dalla pioniera Nadia Brusorio che, un po’ per caso, si è innamorata di questo sport decidendo di farlo conoscere anche in Ticino.

Ispirazione militare

Ma in che cosa consiste esattamente l’OCR? «È uno sport nato negli USA prendendo spunto dai percorsi di allenamento militari. È un percorso da fare correndo segnato da ostacoli naturali come fiumi, laghi o tronchi, e artificiali come anelli, filo spinato o muri».

Al via si parte tutti insieme cercando di raggiungere il traguardo nel minor tempo possibile. Per superare gli ostacoli si hanno a disposizione infiniti tentativi, ma devono per forza essere superati. Altrimenti? «Per ogni gara si hanno a disposizione tre braccialetti, uno soltanto nei Mondiali e negli Europei; se l’ostacolo non viene superato viene tagliato un braccialetto. Se a fine gara non se ne hanno più, non si entra nemmeno in classifica. È uno sport completo per cui servono abilità, forza, equilibrio e tanta determinazione. L’OCR è una metafora della vita: con l’impegno si possono superare tutte le barriere».

Team building

In Ticino c’è chi pratica questo sport a livello agonistico, ma ci sono anche le categorie open. «In queste ultime, non dovendo acquisire punti, la gente collabora per riuscire a superare l’ostacolo. Durante queste gare esce tutto lo spirito di squadra che è in noi. Ci sono infatti anche tante aziende che partecipano a questa corsa per creare una maggiore intesa tra i propri dipendenti».

Una curiosa pioniera

Nadia Brusorio ha portato questo sport in Ticino e in Svizzera insieme a due amici e collaboratori. Non è da tutti lanciarsi in una simile impresa, ma è stata una decisione dettata dall’amore di Nadia per lo sport. «Mi sono avvicinata all’OCR perché sono curiosa e amante dello sport. Ho partecipato ad alcune gare per divertimento e mi sono appassionata decidendo di portare questo sport anche in Ticino e in Svizzera».

A livello ticinese, possiamo vantare campioni molto forti che hanno anche rappresentato la Svizzera all’estero portando a casa ottimi risultati. «Tra questi ci sono Luca Pezzani, campione svizzero, e Romina Sangiacomo, che ha partecipato a tre Mondiali e tre Europei confermandosi sempre tra le migliori. L’anno scorso si è svolto il campionato mondiale che, per via della COVID, si è tenuto online. In quest’occasione, sia Luca sia Romina si sono laureati campioni del mondo. Siamo davvero fieri dei loro risultati, ancora di più considerando che l’OCR non è la loro professione, come è invece il caso per altri atleti di altre nazionalità».

Non c’è tempo che tenga

Una disciplina che ti porta a superare i limiti e che non ha barriere, nemmeno in ambito meteorologico. «Ci si allena con ogni tempo, questo perché le gare si svolgono in qualsiasi condizione, dunque bisogna essere pronti a tutto. Ci sono alcuni campionati che si svolgono d’inverno in regioni del mondo molto fredde, in presenza di neve e ghiaccio: ad esempio, l’ultimo campionato mondiale, che si è svolto in Islanda. Per forza, allora, bisogna allenarsi anche in condizioni difficili».

A.A.A campo cercasi

L’allenamento nello sport, si sa, è fondamentale, ma nel caso dell’OCR a volte non è sufficiente perché il percorso che si affronta può essere ricco di sorprese. Gli atleti possono visionare il percorso solo poco prima di presentarsi al via ed è assolutamente vietato testarlo. «Non solo, alcune volte viene persino modificato rendendolo più lungo o più ricco di ostacoli». Non è dunque facile allenarsi, soprattutto in un territorio sprovvisto di campi appositamente pensati per questa disciplina. «Da un lato in Ticino siamo fortunati: gli ostacoli naturali sono già presenti sul nostro territorio. Purtroppo non abbiamo un campo di allenamento con ostacoli artificiali. Come associazione, infatti, siamo costantemente alla ricerca di qualcuno che ci aiuti a costruire un campo. Cerchiamo di cavarcela allenandoci in strutture private oppure, dato che purtroppo neanche in Svizzera esiste questa struttura, spesso andiamo in Italia. Spostarsi però richiede tempo e soldi ed è davvero un peccato perché si penalizza un bacino d’utenza, quello ticinese, che è molto solido».

Uno sport per tutti

Per essere uno sport ancora in crescita, in Ticino l’associazione OCR conta diversi atleti che praticano questa disciplina a livello agonistico e sempre più gente si avvicina a questa disciplina a livello amatoriale. «All’inizio la gente si spaventava guardando le nostre foto, adesso invece tante persone, dopo averlo provato, si rendono conto che è uno sport anche divertente e praticabile da chiunque. In Ticino contiamo 70 iscritti e tantissimi che partecipano alle gare open».

L’OCR, come altri sport, fatica ad autosostentarsi. «Le cose potrebbero cambiare se entrassimo tra le discipline olimpiche. Sembra un progetto impossibile, ma in realtà la Federazione svizzera da qualche anno è in contatto con il comitato olimpico per capire se ci sia la possibilità di inserire l’OCR tra le discipline a cinque cerchi. Probabilmente non se ne parlerà per Parigi 2024, ma magari tra sette anni...», conclude Nadia Brusorio.