L’ottimismo del «Cedro», la cautela di Robbi

Sei colpi di mercato in due settimane. Per certi versi inattesi, vista l’incertezza che avvolge i club sportivi. Pianificare è complicato, ma i Lugano Tigers non hanno voluto perdere tempo, dando forma alla squadra che affronterà il campionato 2020-21. La prima palla a due è prevista per il 10 ottobre. Si profila una LNA a nove squadre, dopo le rinunce di Swiss Central e Pully e la mancata concessione della licenza al Vevey-Riviera. Il club vodese, però, ha fatto ricorso al TAS.
Torniamo ai bianconeri. Al servizio di coach Cabibbo ci saranno i confermati Nikola Stevanovic e Andrea Bracelli, oltre a tre nuovi stranieri (il centro serbo Uros Nikolic e gli americani Derek Jackson e Elijah Minnie) e a tre innesti svizzeri con dei trascorsi all’Elvetico: Jules Aw, Florian Steinmann e Axel Louissaint. Rispetto all’anno scorso, la squadra si presenta con un contingente elvetico più profondo.
Il capitale umano
Il presidente Alessandro Cedraschi sembra aver dunque ritrovato l’entusiasmo: «C’è più ottimismo, questo sì», ci racconta. «In marzo, appena si è interrotta la stagione, abbiamo iniziato a ragionare sulla prossima, muovendoci in anticipo», aggiunge. «Fin qui abbiamo lavorato bene, ma dobbiamo ancora rimpinguare le casse. Confido che gli sponsor dell’anno scorso non ci tradiscano. Il budget su cui contiamo è aumentato leggermente, ma a fare la differenza è soprattutto il capitale umano. Ho trovato un po’ di gente disposta a darmi una mano. Qualcuno si è riavvicinato, il comitato ha accolto nuovi membri. Anche il nuovo vicepresidente Denis Wicht ci ha messo del suo».
E l’ex sponsor Riccardo Braglia? «Lui non se n’è mai andato, ha sempre continuato a sostenerci a livello personale».
A proposito di pandemia
Il budget previsto dai Tigers per la prossima stagione è di circa 600 mila franchi. «Nella sfortuna della pandemia – spiega il presidente – nel finale di stagione abbiamo almeno risparmiato qualcosa. Adesso, però, vorremmo poter contare sugli aiuti COVID stanziati da Swiss Basket. Altri club sono riusciti a dimostrare di aver avuto delle perdite a causa del virus e li hanno ricevuti. Noi no. Abbiamo chiuso la stagione in marzo ma i nostri sponsor, più o meno, avevano già pagato. Ora la Federazione ha previsto una seconda fase di aiuti relativi alle spese effettive derivate dalla pandemia. Un esempio banale: gel e mascherine. O i test, che faremo a tutti con un bel costo».
Il limite dei mille spettatori riguarda poco il basket ticinese, ma le decisioni sui protocolli di sicurezza interessano anche la palla a spicchi: «Soprattutto per il fatto che ci alleniamo e giochiamo in una scuola, come tante altre società», spiega Cedraschi. «L’uso degli spazi sarà regolamentato e limitato: entrate separate, scarpe da lasciare fuori, gabinetti inaccessibili. Dovremo disinfettare tutto e non organizzeremo amichevoli in casa per non avere grattacapi».
Mercato e opportunità
La pandemia ha anche cambiato il mercato. «A livello di stranieri le pretese si sono abbassate, ci sono opportunità interessanti. Tanti campionati faranno fatica a ripartire, diversi club dovranno chiudere o smantellare», spiega il numero uno dei Tigers. «Gli svizzeri, invece, prendevano già poco prima, salvo quegli 8-9 nomi importanti che hanno conservato il loro prezzo».
Jules Aw – ex topscorer della SAM – sembra rientrare in quest’ultima categoria. Sentite il «Cedro»: «In realtà lo abbiamo ingaggiato senza follie. Qui i ragazzi ricevono anche un’auto e un bell’appartamento, valori aggiunti che a volte fanno la differenza. Sul piano degli svizzeri abbiamo migliorato decisamente la squadra, ma grazie all’arrivo di Aw risparmieremo sul quarto straniero. Vedremo più avanti se servirà ingaggiarlo o meno». Un ritorno di Marco Portannese è fantabasket? «Lui spera ancora di restare in Italia e il suo prezzo resta alto», glissa il presidente bianconero.
Si torna a sudare
Settimana prossima le Tigri si metteranno al lavoro quasi al completo: «Fortunatamente Jackson è già in Austria», conclude il Cedro. «Nikolic non dovrà neppure fare la quarantena, visto che la Serbia è stata tolta dalla lista dei Paesi a rischio. L’altro americano, Minnie, ha invece qualche problema con il passaporto. Lo aspettiamo, non c’è troppa fretta».
«A Massagno siamo cauti, ma il gruppo svizzero è confermato»
Da settimana prossima la SAM Massagno inizierà gli allenamenti (quasi) al completo. Ma chi vestirà la maglia biancorossa? Lo abbiamo chiesto al tecnico Robbi Gubitosa: «Per ora abbiamo confermato tutti gli svizzeri: Dusan e Marko Mladjan, Molteni, Martino, Andjelkovic, Hüttenmoser e Grüninger, che speriamo di recuperare a novembre. Potremo inoltre contare sul centro nigeriano Paschal Chukwu, che non ha mai lasciato il Ticino. Intendiamo iniziare la stagione con due soli stranieri e quello mancante lo ingaggeremo tra fine agosto e inizio settembre. Uros Slokar? Si è operato alla spalla e fino a novembre è fermo. Poi valuteremo».

A Nosedo si procede un passo alla volta: «Siamo molto cauti in funzione di quello che sta succedendo con la pandemia». A differenza del Lugano (vedi sopra), la SAM ha potuto ricevere i fondi COVID di Swiss Basket: «Ci sono venute a mancare delle sponsorizzazioni mensili, oppure quelle legate ai playoff. Non sono grosse cifre, ma gli aiuti ci hanno permesso di appianare la situazione. Il comune di Massagno ci ha poi dato una mano, più che altro per il settore giovanile».
«È un inizio strano. Personalmente non ho quell’energia che sentivo gli anni scorsi», ammette poi Gubitosa. «È tutto incerto. Dicono che partiremo il 10 ottobre, ma dipenderà dal virus. Al di là del limite di spettatori – noi a mille non ci arriveremmo comunque – ci sono tanti vincoli legati ai protocolli. Anche con un pubblico di 400 persone devi prevedere del personale in più agli ingressi, fornire il disinfettante, segnare i posti, garantire la tracciabilità dei presenti. Sono tutti costi supplementari che non rientrano nel budget e che potrebbero sfiorare i mille franchi a partita».
