Luci spente allo stadio? Anche la FTC si muove

La SFL si è espressa chiaramente, invitando i club a mettere in pratica il messaggio partito da Berna al fine di limitare la penuria di energia. Allo stesso modo si è mossa anche l’ASF, diramando simili linee guida riguardanti l’intensità e la durata dell’illuminazione. In casa FTC, comunque, quest’idea girava da diverso tempo, dal 2017 per l’esattezza, come ci conferma l’architetto Marco Baroni, presidente della sezione impianti sportivi FTC. «Proprio in questi giorni sto rivedendo un comunicato che era già stato lanciato circa 5 anni fa, in tempi non sospetti. Aggiungerò e aggiornerò qualche dato in merito alle luci LED. Nel 2017 l’idea era quella di informare rispetto all’esistenza di questa forma di illuminazione che sta diventando sempre più importante. Oggi come oggi è ormai fondamentale, in quanto dall’anno prossimo le lampade a ioduri metallici non verranno più commercializzate. Le società sono dunque in difficoltà, perché non esisteranno più degli impianti sostitutivi in caso di rottura di quelli presenti oggi negli stadi. In quest’ottica, passare al LED può dunque diventare un doppio vantaggio. Le società potranno far conto sulla sostituzione degli impianti con una forma di luminosità all’avanguardia, inoltre, il consumo si ridurrà di più della metà rispetto a quanto prodotto dagli ioduri metallici. Un aspetto interessante anche dal punto di vista della gestione. I LED, tra l’altro, impiegano molto meno tempo per attivarsi alla massima potenza rispetto agli ioduri metallici. Ultimo atout: le società sono state spinte a risparmiare in questo ambito. Il passaggio obbligato all’illuminazione LED non sarebbe dunque potuto arrivare in un momento migliore».
Livelli moderati
Anche a livello regionale, dunque, per limitare l’uso di energia si punta tutto sull’illuminazione. «Lo spogliatoio non incide molto su queste questioni - spiega l’architetto Marco Baroni -. In quanto a riscaldamento c’è poco da dire. È ormai risaputo che si sta lasciando gas e petrolio per abbracciare le termopompe. Inoltre, quando le società amatoriali si rinnovano, partono sempre dal campo e della luci. A livello di spogliatoio si fa poco, infatti molte strutture ne hanno di vecchi e obsoleti. Ma rimane il fatto che non è questo l’ambito in cui si può fare la differenza. Principalmente sono le luci a generare il maggiore consumo, non di certo la macchinetta del caffè o il frigorifero. L’installazione di sei pali con fari LED produrrebbe circa 13-15 kw/h. Un consumo davvero moderato».
Più partite alla luce del sole?
Valutare la possibilità di evitare di giocare in tarda serata soprattutto nelle stagione più fredde? «Come idea sarebbe buona - prosegue Baroni -. La SFL, però, ha come punto di riferimento la televisione. Un aspetto che invece riguarda noi fino a un certo punto. Il calcio regionale, infatti, durante l’inverno si ferma. Anticipare di qualche ora i match in autunno o in primavera? Non so se si stia considerando l’opzione. Personalmente la riterrei fattibile, tenendo sempre però presente che si rischierebbe di sovrapporre degli incontri, perdendo di conseguenza una fetta di pubblico. Rimane però una questione che renderebbe pressoché impossibile per la FTC spostare gli orari delle partite durante il giorno. Si tratta pur sempre di uno sport a livello amatoriale. I calciatori e le calciatrici lavorano ad orari di ufficio, l’unico momento per poter giocare - almeno in settimana - rimane la sera». All’orizzonte non sembrano dunque comparire soluzioni fattibili al di fuori di quella legata all’illuminazione. «Si tratta dell’opzione più attuabile, anche in tempi relativamente brevi - chiosa il presidente degli impianti sportivi FTC Marco Baroni -. Ma soprattutto è il futuro. E chissà che magari anche i singoli comuni si muoveranno in questo senso. Alla fine circa il 95% delle infrastrutture sono di loro proprietà».