Lugano e SAM, una Coppa senza champagne

Anche per quest’anno la Coppa Svizzera non tornerà in Ticino. È il verdetto scaturito dal weekend, dedicato ai quarti di finale del trofeo. I Lugano Tigers lasciano la competizione con l’onore delle armi, eliminati non senza lottare dal favorito Olympic Friburgo, grazie a un primo tempo in cui hanno fatto anche corsa in testa alla St. Léonard, prima di perdere Battey (spalla) e partita ad inizio ripresa, malgrado un Hammond da 20 punti. Ancora una volta, i ragazzi di Valter Montini hanno dimostrato di non dover temere nessuno. La SAM Massagno, finalista la scorsa stagione, ha visto invece arrestarsi troppo presto il suo viaggio.
Mali di stagione
Certo, a Nosedo è sceso il Ginevra, non certo una compagine di categoria inferiore come capitato a Losanna e Vevey. Eppure, nel match iniziato con un minuto di silenzio in ricordo del collega Marco Galli, i padroni di casa si sono visti dettare legge dai Lions, riusciti ad imporre la loro maggior fisicità e a usarla come chiave di volta per passare il turno. Armus (16 punti e 14 rimbalzi) ha fatto a sportellate con Clanton (16 e 8) limitandone l’impatto, e con i suoi compagni ha fatto piazza pulita sotto le plance. Ben 14 i rimbalzi offensivi presi dai romandi, per 11 punti extra dal peso specifico non indifferente, in un match tirato. Senza dimenticare i 15 punti subiti dalla Spinelli da palle perse (11). Così, pur tirando meglio (51% contro il 46%; 43% contro 35% da 3 punti), i ticinesi (privi di Marko Mladjan) si sono sempre ritrovati un passo indietro. Una logorante rincorsa iniziata dalla palla a due, figlia dell’ennesima partenza ad handicap. Nella ripresa la SAM è riuscita in un paio d’occasioni a mettere il muso avanti, ma non ha avuto successo nel tenercelo, fermata dalla maggior energia ospite, andata a sovrastare l’abulia da «tanto prima o poi la giriamo» massagnese. Difetti che accompagnano la squadra della collina da inizio stagione, e che già l’avevano toccata in passato, quando il ribaltamento delle partite riusciva però decisamente meglio. Perché figlio della voglia, anziché di un presunto diritto acquisito. Così son le sconfitte: mettono a nudo i mali, a beneficio dei vinti, purché ci lavorino. Salutare un primo obiettivo a metà gennaio non era certo nei piani della SAM, ma tra un paio di settimane ne è in arrivo un altro. La SBL Cup assume ora una dimensione diversa, per una squadra che a Montreux dovrà ritrovare quelle sensazioni e quello spirito che l’avevano fatta grande un anno fa.