Calcio

L’Yverdon Sport diventa americano ma di rivoluzione non se ne parla

La società vodese neopromossa in Super League è stata ceduta ad un gruppo di investitori provenienti dagli Stati Uniti – L’ex presidente Mario Di Pietrantonio: «La visione rimane la stessa» – Il suo successore Jeffrey Saunders: «Il club crescerà a tutti i livelli»
© KEYSTONE / JEAN-CHRISTOPHE BOTT
Giacomo Notari
06.07.2023 06:00

A Yverdon si è aperta una nuova era. Non solo sul piano sportivo, con il ritorno nella massima divisione svizzera dopo 18 anni, ma soprattutto sul piano societario. Presidente da nove anni, Mario Di Pietrantonio ha infatti reso ufficiale la cessione del club a un gruppo di investitori americani. «Il progetto in corso da anni ha reso l’Yverdon una realtà attrattiva del nostro calcio. Agli investitori è piaciuta molto la struttura della società » ha fatto notare il presidente uscente, che rimarrà nel club come responsabile sponsoring e marketing. A essere sedotto dalla società vodese è stato l’imprenditore texano Jamie Welch, che ha acquisito il 90% delle azioni. Il nuovo presidente sarà invece Jeffrey Saunders, passato dall’Estoril in prima divisone portoghese, e tuttora direttore sportivo dell’Academy di calcio «Metropolitean Oval» a New York. «Penso siano le persone giuste per riprendere il club. Il feeling c’è stato subito» ha assicurato Mario Di Pietrantonio.

 Si continua sulla stessa scia

La cessione del club non sorprende. Di Pietrantonio dichiarava infatti da tempo di essere alla ricerca di un successore. Il salto di categoria del suo Yverdon ha contribuito ad accelerare le trattative, fino all’accordo con la nuova proprietà americana. L’imprenditore vodese ha però voluto accertarsi che tutto non venga stravolto dall’arrivo di investitori dall’estero. «Non è solo una questione di soldi», spiega quest’ultimo. «Era importante che la gente in arrivo avesse la nostra stessa visione, soprattutto tenendo conto che con Marco (Degennaro, direttore generale dell’YS, n.d.r.) rimarremo nel club. L’aspetto umano è importantissimo qui, e deve rimanerlo». A conferma di quanto dichiarato dall’ex presidente e mecenate dell’Yverdon, la volontà di lasciare il 10% delle azioni del club a disposizione degli imprenditori e delle aziende locali. «Come detto, è molto importante che l’aspetto familiale rimanga con l’arrivo della nuova proprietà. Non vogliamo che tutto venga rivoluzionato».

Più budget, ma niente follie

Il discorso di Di Pietranonio può essere rassicurante in questo periodo di grandi cambiamenti. Va però da se che qualcosa cambierà, come è logico che sia con l’arrivo di investitori ambiziosi. In queste situazioni, uno dei primi pensieri che viene in mente riguarda il budget per la prima squadra. Cosa potrebbe cambiare a Yverdon? «Vogliamo rinforzare non solo la prima squadra, ma anche il resto del club, quindi è chiaro che il budget verrà aumentato», ha confermato il nuovo presidente Jeffrey Saunders, senza però menzionare cifre. «L’arrivo della nuova proprietà porta una sicurezza finanziaria in più, ha aggiunto Di Pietranonio. »Ma non si tratta di gente che verrà a gettare soldi alla cieca. Uno degli obiettivi principali è ad esempio quello di professionalizzare il settore giovanile«.

Linea diretta con gli USA

Non è un caso che la nuova proprietà voglia fare dello sviluppo dei giovani una delle sue priorità, visto il passato e il presente del nuovo presidente Jeffrey Saunders, ancora attivo come direttore sportivo in un’accademia di calcio a New York. »Non ho acquistato l’Yverdon per avere un club oltreoceano dove portare i giocatori, ma è chiaro che potrebbe venire utile. Alcuni giovani sono già stati trasferiti in Europa in questi anni, e in futuro può essere che alcuni vengano qui in Svizzera. Durante i miei anni in Portogallo siamo stati capaci di far crescere i giovani, continuando allo stesso tempo ad ottenere dei buoni risultati sul campo. È un esempio di quello che si potrebbe fare anche qui. Sviluppando al meglio il potenziale di ogni giocatore, diventeremo un club sempre più grande«, ha dichiarato Jeffrey Saunders. Un discorso che invita ad una riflessione non per forza graditissima per chi segue la squadra da vicino: così facendo, l’Yverdon non rischierebbe di diventare una piazza dove i giocatori verrebbero soltanto a mettersi in mostra, prima di essere ceduti a un club più blasonato? »Non sarà così, rassicura il presidente. Puntiamo a diventare una squadra confermata di Super League, nella quale anche i giocatori più forti potranno rimanere«. In attesa dell’esordio del 23 luglio a Zurigo, dovrebbero arrivare i primi colpi di mercato del nuovo »YS« americano. 

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