Automobilismo

Ma cosa succede tra la F1 e il presidente Ben Sulayem?

A pochi giorni dall’inizio del Mondiale 2023, gli attriti ai piani alti della F1 persistono – Il capo della FIA ha dunque optato per un passo indietro, decidendo di occuparsi solo delle questioni strategiche
Mohammed Ben Sulayem è il presidente della FIA da fine 2021. © Keystone/Olivier Matthys
Maddalena Buila
27.02.2023 21:47

Manca meno di una settimana all’inizio del campionato 2023. Le tensioni tra la Formula Uno e la FIA, invece, vanno avanti da un pezzo, e ultimamente non stanno facendo altro che peggiorare. Da quando il presidente Mohammed Ben Sulayem è stato eletto a capo della Federazione nel dicembre del 2021, le cose, in realtà, non sono mai filate liscissime. Il motivo? All’imprenditore saudita piace mettere le mani in pasta, intromettendosi in quante più questioni riesce. Un atteggiamento che invece non va particolarmente a genio né a Liberty Media, né alle scuderie e nemmeno ai piloti.

Da dove nasce il malcontento?

Sono stati diversi i dossier che hanno generato i primi attriti tra FIA e F1. Alcuni di questi sono ormai stati archiviati - pensiamo per esempio al numero di gare sprint -, mentre altri sono ancora apertissimi. Un esempio? L’introduzione di nuove scuderie nel paddock di F1 - con la Andretti/Cadillac in prima fila -, fino a un totale di 24 vetture in griglia. Una mossa per nulla apprezzata dagli attuali dieci team.

Dopo essersi inimicato le scuderie, Ben Sulayem si è poi attirato le ire di Liberty Media in seguito ai suoi commenti sul rapporto di Bloomberg, in cui veniva rivelato che il gruppo americano avrebbe rifiutato un’offerta di 20 miliardi di dollari da parte del Fondo pubblico di investimento dell’Arabia Saudita per vendere i diritti commerciali della F1. Il 61.enne di Dubai ha dunque usato il suo account personale sui social media per affermare che il prezzo era «gonfiato», facendo infuriare i capi della F1, i cui avvocati gli hanno immediatamente scritto una lettera descrivendo come «inaccettabili» le sue affermazioni.

Per non farsi mancare nulla, Ben Sulayem si è poi guadagnato l’inimicizia anche dei piloti, limitandone la libertà di espressione. Una vicenda che ha letteralmente spaccato il mondo del Circus. Tutto è nato perché il presidente ha di fatto deciso di applicare un filtro censorio sulla bocca dei protagonisti del paddock, impedendo loro di esprimersi su questioni extra sportive. Immediata la reazione indignata di Liberty Media e dei vari conducenti. Il dirigente saudita è così tornato sui suoi passi, correggendo il tiro seguendo i dettami del Comitato Olimpico Internazionale, permettendo ai piloti di dire la loro ma solo in determinati momenti e con previa approvazione della FIA. Poco cambia alla sostanza, dunque. Il gesto del presidente Ben Sulayem sembra infatti essere stato fatto per non infastidire le autorità che foraggiano il sistema ma che presentano lacune in quanto a tutela dei diritti umani. Particolarmente indignato, va da sé, è stato anche Lewis Hamilton, a quale potersi esprimere liberamente sulle questioni sociali sta particolarmente a cuore. «Io continuerò a dire quello che penso», ha detto il sette volte campione del mondo rispetto alla stretta di bulloni apportata da Ben Sulayem. Sulla stessa lunghezza d’onda si è poi espresso anche Max Verstappen a margine della presentazione della livrea della Red Bull 2023: «Ognuno è diverso. Alcune persone sono più schiette di altre. Ma non credo che questa direttiva sia necessaria, perché impedisce alle persone di esprimersi liberamente, cosa che, a mio avviso, dovrebbe invece essere consentita. Tutto questo non era necessario».

Mohammed ci ripensa

Da tutto ciò è nata la decisione di Mohammed Ben Sulayem di fare un passo indietro per buttare un po’ di acqua sul fuoco. In una lettera inviata ai team, il 61.enne ha spiegato che da adesso si occuperà solo delle questioni strategiche della Formula Uno, incaricando Nicholas Tombazis direttore delle monoposto. Finora la promessa sembra essere stata mantenuta, dato che martedì scorso Ben Sulayem non ha partecipato alla riunione dell’organo decisionale della F1. In ogni caso la situazione rimane particolarmente tesa, con il presidente della FIA che si ritrova sempre più solo e in disaccordo con Liberty Media, le scuderie e i piloti. Cosa accadrà adesso? Non si sa. Una cosa è però certa, the show must go on. Appuntamento dunque in Bahrein tra cinque giorni, per l’inizio della nuova stagione.

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