Calcio

Ma il periodo cruciale, per il Lugano, inizia ora

Il pesante successo di Basilea permette ai bianconeri di non farsi assalire dai dubbi e di restare aggrappati al treno di testa - La squadra di Croci-Torti è però attesa da un mese di fuoco: in agenda gli scontri diretti con tutte le formazioni della parte alta della classifica e i quarti di Coppa
© KEYSTONE / GEORGIOS KEFALAS
Massimo Solari
05.02.2024 00:00

Un’altra prova di forza. L’ennesimo colpo battuto nel quadro di una stagione complicata per più ragioni, ma ancora promettente. Il Lugano è vivo. Più vivo della formazione che sembrava aver finito il 2023 e iniziato il 2024 con il piglio e l’entusiasmo dei migliori. E invece no, il Basilea dell’ex Fabio Celestini ha dovuto fare i conti con la spessa scorza dei bianconeri. Duri a morire e - a tre giorni dallo scialbo pareggio contro il GC - pure vincenti. Al St. Jakob Park sono arrivati tre punti pesantissimi, poco importa se al termine di una partita bruttina e qualitativamente mediocre. Per dire: in casa renana, solo una settimana fa, era caduta la capolista YB, mica una formazione di dopolavoristi. E di insidie, il match di sabato, ne presentava parecchie. Perdere, per Sabbatini e compagni, avrebbe significato farsi assalire dai dubbi. Oltre che sentire sul collo il fiato di chi - nella seconda metà della classifica di Super League - non vuole arrendersi a una primavera da comparsa. Perdere, a fronte di un’infermeria affollata come il capannone di piazza del Sole il sabato del Rabadan, avrebbe potuto costituire anche un’ammissione di debolezza.

Sei giorni, sette punti

Niente di tutto ciò. Macché. «Non siamo tipi che mollano, vogliamo giocarcela con le prime sei» ha chiarito - qualora fosse necessario - l’allenatore Mattia Croci-Torti. Ecco, a proposito del treno di testa. Se i primi quattro incontri del nuovo anno erano importanti per non perdere di vista la vetta, il prossimo mese misurerà definitivamente la consistenza delle ambizioni bianconere. Il Lugano è atteso da un periodo di fuoco, da sei gare da urlo. Sì, perché - nell’ordine - i sottocenerini sfideranno Young Boys, Servette, Zurigo, Basilea (nei quarti di finale di Coppa Svizzera), Lucerna e San Gallo. Insomma, tutti i club che occupano la parte alta della graduatoria e - di nuovo al St. Jakob - il terz’ultimo, irto ostacolo verso uno dei due obiettivi stagionali.

«Intanto sono arrivati 7 punti in sei giorni» ha comunque tenuto a sottolineare Croci-Torti. E giustamente. Abituato a ragionare in cicli, lo staff tecnico ha senz’altro di che rammaricarsi per la ripresa «bucata» contro lo Stade Losanna, e però può ritenersi soddisfatto per il bottino complessivo raccolto nei successivi incontri con San Gallo (sin lì sempre vittorioso al kybunpark), Grasshopper e Basilea.

Il contratto di Hajrizi

Senza renderli alibi, così come sprovvisto di certezze circa i tempi di recupero dei singoli, il Crus non ha inoltre potuto sorvolare sulle avversità che - di turno in turno - si stanno abbattendo sulla rosa, che in settimana aveva perso Cimignani e al St. Jakob ha dovuto rinunciare ad Hajdari (guaio muscolare) e Mai (gomitata allo zigomo a gara in corso). L’immobilismo della dirigenza sul mercato, nonostante la promessa di sostituire Arigoni, in tal senso non aiuta. Costringe anzi l’allenatore dei ticinesi a inventare, rimescolare, adattare. Ancora e ancora. Rischiando inevitabilmente di non trovare l’incastro giusto. Non sempre, perlomeno. Quando il Crus evidenzia la personalità del suo gruppo, in ogni caso, è come se si stesse guardando allo specchio. Basti pensare a Steffen, il «man of the match» a Basilea, e al vestito cucitogli addosso per l’occasione. In più di una circostanza, più o meno apertamente, Croci-Torti aveva suggerito le controindicazioni di un Renato schierato a sinistra. Lui, che con il suo mancino educato riesce a plasmare le cose migliori rientrando o a giro dal lato opposto. A differenza dei tentativi falliti ripetutamente in Nazionale, sotto Murat Yakin, il gol decisivo al St. Jakob è invece caduto con l’esterno rossocrociato posizionato sulla destra. Fatta la tara alle ristrettezze dello spogliatoio e all’avversario (meglio schierare Steffen dalla parte di Vouilloz che di Schmid), il Crus non ha avuto paura di rinnegare determinati principi. E l’azzardo misto all’elasticità mentale hanno infine pagato.

Parlando della flessibilità tattica del Lugano, di questo Lugano decimato e al contempo camaleontico, una nota di merito va poi riconosciuta a Kreshnik Hajrizi, autore del salvataggio provvidenziale che ha negato il pareggio ai renani. «Era comprensibilmente arrabbiato con il sottoscritto per le due precedenti panchine» ha indicato il tecnico. «Rispondendo in questo modo, dunque, ha dimostrato quanto tiene alla squadra». Già. E sarebbe davvero il colmo se la sola a non accorgersene fosse proprio la società, chiamata a rinnovare o meno il contratto del difensore kosovaro. Il prossimo mese, in casa Lugano, sarà cruciale anche per questa ragione.

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