Mario Motta: «Abbiamo le carte in regola»

Per la Svizzera è iniziata ieri la campagna di qualificazione per la fase finale degli Europei 2021, che si terrà in Polonia, Repubblica Ceca, Finlandia e Estonia nel mese di settembre. L’allenatore della selezione elvetica è Mario Motta, l’ex tecnico dei Dragoni di Lugano, con i quali conquistò tre titoli nazionali, una Coppa svizzera e una Supercoppa e partecipò a tre edizioni della Champions League, portando in alto il nome del club in tutta Europa.
Nel febbraio del 2017 Swissvolley gli affidò la conduzione della nazionale maggiore maschile: anche il questo caso il brianzolo dimostrò il suo valore di sapiente tessitore, mancando di poco la qualificazione ai Mondiali 2018 ma ottenendo l’anno successivo alle Universiadi di Napoli il miglior risultato della storia per i rossocrociati (9. rango).
Tutto ciò che tocca Mario Motta si trasforma in oro.
Gli avversari professionisti
La Svizzera è inserita nel gruppo E con Albania, Romania e Slovacchia, dove si trova per disputare gli incontri di andata e dove oggi affronterà gli albanesi. «Siamo forse ingiustificatamente ambiziosi» ci dice Motta «ma giochiamo sempre per vincere i nostri incontri». E anche per imparare. «La Slovacchia è farcita di giocatori professionisti che esercitano all’estero (Francia, Polonia, Germania). I rumeni, dal canto loro, sono sì impiegati nel loro campionato, che è tra i migliori, ma sono pure tutti professionisti. Sono convinto che abbiamo le carte in regola per fare bene: quattro anni fa arrivammo vicini all’obiettivo, ora ci riproviamo».
In Slovacchia senza Roth
Il 60.enne di Brugherio ha però le sue belle gatte da pelare. «Già. Prima di partire abbiamo perso un giocatore importante come l’opposto titolare Yves Roth, che si è fatto male nel suo club».
Durante il raduno di preparazione di fine aprile a Schönenwerd l’infortunio, che sembrava risolvibile, si è rivelato più grave del previsto e allora Motta ha calato il suo jolly, portando con sè Julian Weisigk, classe 2000, il quale però ad Amriswil non ha avuto un minutaggio elevato durante la stagione. «Questo è un po’ il problema della pallavolo in Svizzera rispetto alle altre nazioni europee. Esistono oggettive difficoltà di reclutamento, vista la concorrenza con altri sport che vanno per la maggiore, come l’hockey, il calcio e, in parte, il basket e la pallamano».
La concorrenza è forte
«I club lavorano molto bene sul territorio, così come la Federazione. Tuttavia ci sono pochi «numeri» nella pallavolo maschile». Motta non lo dice, ma a volte è costretto a raschiare il fondo del barile per ottenere una rosa qualitativamente competitiva.
Forse è ingeneroso affermarlo, perché gli sforzi profusi sono molti e da parte di tutti. Il «gap» da colmare è tuttavia importante, non per colpa dei talenti - che ci sono - ma per colpa dei famosi «numeri» che mancano. «Sia a livello di Swissvolley sia a livello di club si sta facendo tanto e si sta affrontando il problema. Quanto si sta costruendo però è un’onda lunga, il cui risultato si otterrà probabilmente tra sei-sette anni», dice Motta.
Gli insegnamenti e le virtù
«Per quanto ci riguarda abbiamo dimostrato di essere all’altezza e di potercela giocare contro buone squadre. Ci alleniamo con serietà e diamo il meglio di noi, ciò che conta è l’agonismo». Il tecnico lombardo è fiero dei suoi ragazzi e lo sottolinea appena può. «Da ognuno di loro ho imparato molto. Ho un profondo rispetto per ogni singolo elemento, per la loro educazione, per la loro disponibilità nonostante la pallavolo non sia la loro professione. Il loro comportamento per me è un grande insegnamento ed hanno tutta la mia stima».
Il ranking piazza la Svizzera in 49. posizione a livello mondiale e alla 23. in Europa, ma nel cuore di Mario Motta è sicuramente tra le prime due.