HC Lugano

Mark Arcobello, il capitano che ha smarrito sé stesso

Lo statunitense sta vivendo una stagione disastrosa, in cui l'unico sussulto è stato il «golpe» contro McSorley – Le sue statistiche lo posizionano tra i peggiori stranieri del campionato
© CdT/Gabriele Putzu
Fernando Lavezzo
11.01.2023 17:00

Se il capitano deve essere l’uomo immagine della propria squadra, beh, allora Mark Arcobello sta interpretando il ruolo alla perfezione. Il suo sguardo perso, la sua rassegnazione, la sua incapacità di elevarsi dalla mediocrità e di prendere in mano la situazione, ben rappresentano questo fragile Lugano. Proprio dallo statunitense dovrebbe partire un segnale forte, un desiderio di rivalsa. Invece nulla. Stiamo parlando del primo centro della rosa, ma soprattutto dello straniero attorno al quale il club bianconero ha deciso di costruire il suo ieri, il suo oggi e il suo domani, con quel rinnovo fino al 2025 firmato alla vigilia di questo campionato e annunciato con grande orgoglio da Vicky Mantegazza alla festa di presentazione. Chissà cosa farebbe, la presidente, se potesse tornare indietro...

A capo della rivolta

L’unica volta che ha mostrato determinazione, Arcobello lo ha fatto per guidare la rivolta contro Chris McSorley, ottenendone l’esonero. Tutto, forse lo ricorderete, iniziò con un’intervista rilasciata al nostro giornale il 24 settembre, dopo la sconfitta con il Losanna alla quarta giornata: «In attacco non utilizziamo abbastanza la nostra creatività», disse il numero 36. «Dobbiamo puntare maggiormente sul nostro istinto e sulle nostre abilità tecniche. Inoltre, dobbiamo prenderci più rischi. L’hockey è uno sport fatto anche di questo, non stiamo parlando di una partita a scacchi. Stiamo giocando con una modalità troppo strutturata. Affrontiamo tutte le partite in modo molto simile, facilitando il compito agli avversari. Possiamo vantare diversi giocatori molto forti in attacco. Il problema è che non li stiamo sfruttando. Perché? Questo dovreste chiederlo al nostro allenatore».

Cifre impietose

Nelle prime otto giornate di regular season, quelle giocate con McSorley in panchina, il capitano ha fatto di tutto per inguaiare il suo allenatore. Le sue prestazioni, del resto, sono ben riassunte dai numeri: 0 gol e 0 assist. Sì, dopo otto gare l’uomo simbolo dell’HCL era ancora fermo al palo. Con l’arrivo di Luca Gianinazzi, «Arco» ha iniziato a darsi una mossa. Non subito (per lui solo un assist in seconda nelle prime 3 partite con il giovane tecnico ticinese), ma tra il 18 ottobre e il 20 novembre l’americano è andato a punti in 9 partite su 10, con un bottino personale di 5 gol e 8 assist. Poi il presunto condottiero si è nuovamente eclissato. Ormai il 34.enne del Connecticut non segna da 14 gare (una, a dire il vero, l’ha saltata per un lieve infortunio), durante le quali ha collezionato solo 6 assist, 3 dei quali in seconda. Un disastro totale.

Tra i peggiori stranieri di NL

Tra gli stranieri bianconeri, Mark Arcobello è solo quinto per media punti: 0,58 a partita, con 5 gol e 14 assist in 33 gare. Persino Troy Josephs (0,59) e Chris Bennett (0,70) gli sono davanti. Alle sue spalle, escludendo Oliwer Kaski, c’è unicamente Daniel Carr (0,33), un giocatore condizionato dai recenti infortuni alla testa. Restando alla media punti, «Arco» è 61. tra i 97 stranieri schierati da settembre in National League. Un’involuzione spaventosa, se si pensa che la scorsa stagione – sì, con McSorley – lo statunitense aveva chiuso la classifica marcatori al sesto posto con 51 punti (22 gol, 29 assist) e l’anno prima (con Serge Pelletier) al settimo con 48 (13 gol, 35 assist). Senza star qui a riesumare i suoi quattro fantastici campionati a Berna.

C’è un dato forse ancora più indicativo di quanto male stia facendo questo Arcobello al Lugano. Quello dei +/-. Il capitano bianconero, con il suo bilancio personale di -9, è il secondo peggiore della squadra dietro a Giovanni Morini (-15). Tra gli stranieri di NL, nella classifica dei +/-, «Arco» è al 93. posto. Peggio di lui, oltre all’ex compagno Kaski, ci sono solo due «import» dell’Ajoie, Bakos (-16) e Gauthier (-14), e il difensore finlandese del Langnau Saarijärvi (-10), il quale però ha collezionato 8 gol e 19 assist.

Il peso della «C»

Intervenuto lunedì a «Fuorigioco», su TeleTicino, Serge Pelletier è stato illuminante parlando di Mark Arcobello: «Lo conosco bene, è un tipo un po’ solitario. Con lui ho investito tanto tempo attorno alla macchinetta del caffè per discutere, per stimolarlo, cercando di tirare fuori tutte le sue qualità. In questo momento, Mark è un giocatore in difficoltà e va aiutato. Lo staff tecnico e la società devono capire cosa non funziona e premere i tasti giusti. Oggi per lui è complicato esprimere la sua leadership in spogliatoio, sapendo che il suo livello di gioco è al di sotto delle aspettative. Credo che la C di capitano, in questo momento, sia un peso». È forse ora di togliergliela?

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