Calcio

Messi, Miami e la MLS: le nozze fanno tutti felici

È trascorso poco più di un mese dalla firma del fuoriclasse argentino negli Stati Uniti – In campo non ha tardato a far sentire la sua presenza, lasciando il segno nelle prime due gare – La lega nordamericana si sfrega le mani cominciando a vedere i frutti del suo arrivo in Florida
Le magliette rosanero con la 10 di Messi sulle spalle sono immediatamente andate a ruba. © Keystone/ Cristobal Herrera-Ulashkevich
Antonio Fontana
27.07.2023 20:45

Sembra trascorsa un’eternità, ma sono passati appena due anni da quando Lionel Messi annunciava il suo addio al Barcellona in conferenza stampa. «Non ero pronto a tutto questo», diceva singhiozzando, interrotto a più riprese dallo scoppio incontrollabile delle sue lacrime. Straziante, non solo per il tifo blaugrana, ma per chiunque aveva avuto la fortuna di rimanere incantato dal suo piede sinistro. Straziante come d’altronde tutte le immagini che ci sono arrivate nel successivo anno e mezzo. In pochi hanno individuato le tracce del suo apporto nel campionato francese, seppur quantitativamente consistente. Il ritratto più calzante dell’esperienza parigina è la foto che lo ritrae con le mani sui fianchi, circondato dai festeggiamenti del Real Madrid per la rimonta completata agli ottavi di finale di Champions League lo scorso anno. Freddo, desolato e soprattutto solo. Quella solitudine che affligge gli impotenti, come diceva Albert Camus.

Serenità trovata

Superando i rimpianti, i desideri e i disincanti di cui si parlava in Caligola, quelle lacrime di malinconia si sono però velocemente trasformate in lacrime di gioia, per il tanto agognato Mondiale conquistato in Qatar, e successivamente in «acqua santa», l’appellativo utilizzato da Jorge Mas, co-proprietario dell’Inter Miami, per definire l’approdo dell’argentino negli Stati Uniti. Liberatosi dalle pressioni, Messi ha posto fine allo strazio ed è tornato a sorridere, e con lui anche la MLS, che da diversi anni non accoglieva più delle stelle provenienti dal calcio europeo.

Impatto economico

Non una stella a caso, va detto. La portata del passaggio di Messi a Miami può essere paragonata unicamente a quello di Pelé ai Cosmos di New York negli anni ’70. Aumento del numero di spettatori allo stadio e, ovviamente, aumento del prezzo dei biglietti, quelli più economici saliti di quasi 300 dollari nel caso dell’Inter Miami. Ma l’influenza sulla lega (e sul Paese) generata dall’arrivo di Messi è ancor più forte rispetto a quella del suo predecessore brasiliano. Perché oltre al botteghino bisogna considerare la crescita sui social network (l’Inter Miami è passato da uno a dodici milioni di follower su Instagram in un battibaleno) e l’incremento degli introiti derivanti dalla copertura televisiva, attualmente affidata ad Apple TV negli Stati Uniti. Società che peraltro è inserita nel contratto di Messi: di fatto, più abbonamenti saranno sottoscritti all’emittente, più il giocatore guadagnerà. E lo stesso avverrà con Adidas, sulla base della vendita delle magliette. In totale, Messi dovrebbe guadagnare fra i 50 e i 60 milioni di dollari all’anno. Senza dubbio però ne gioverà tutta la MLS.

Qualità dominanti

I primi 111 minuti giocati nella lega statunitense hanno dato un’idea, già ben definita, di quanto Messi possa giganteggiare in quel contesto. Una perla su punizione al debutto contro il Cruz Azul, poi altri due gol e un assist alla prima da titolare di fronte all’Atlanta United. Tanti, troppi gli spazi lasciati a disposizione del 10 argentino da parte delle retroguardie avversarie. E se in Europa Messi riusciva a sgusciare in mezzo a sei giocatori che creavano una gabbia intorno a lui, figuriamoci se non sa sfruttare un corridoio di 30 metri (come nell’ultima partita). Probabilmente scene simili continueranno ad accadere, visto il livello mediocre delle difese in MLS. Colpa anche delle norme sugli investimenti stabiliti dalla lega, che favoriscono l’ingaggio di pochi grandi giocatori, piuttosto che tanti piccoli e solidi tasselli. Nel tentativo di aumentare il loro appeal - non solo sportivo - le squadre si concentrano quindi sull’aumentare il loro talento offensivo, ma a risentirne è inevitabilmente il reparto arretrato. La musica potrebbe dunque cambiare registro unicamente in caso di cambiamento delle limitazioni per gli investitori.

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