«Mondo» proviene da un altro pianeta

Nella storia dello sport sono stati relativamente pochi i casi in cui un atleta si è dimostrato tanto dominante quanto lo è attualmente Armand Duplantis. «Mondo», come è soprannominato, sembra provenire da un altro pianeta. Nel salto con l’asta, in cima c’è lui, mentre sotto - parecchio sotto - c’è il resto della concorrenza. Lo svedese continua a macinare nuovi primati, ma l’eco di questi ultimi, paradossalmente, sembra farsi vieppiù ovattato.
1 cm alla volta
Duplantis, ormai da un lustro, è il re incontrastato della sua disciplina. Nel 2020, in Polonia, ottenne il suo primo record del mondo, grazie a un balzo impressionante che gli permise di superare la misura di 6 metri e 17 centimetri. Ieri sera, lo svedese - in occasione del 15. Memorial István Gyulai, tappa ungherese del World Athletics Continental - ha superato l’asticella posta a 6m29. Durante il meeting di Budapest, il duplice campione olimpico è stato in grado di ritoccare il primato per la 13. volta in carriera. La 3. nel solo 2025, dopo gli exploit realizzati a Clermont-Ferrand a febbraio e nella «sua» Stoccolma a giugno.
La scalata di Duplantis, insomma, sembra non avere fine. E procede, rigorosamente, un centimetro alla volta. Ogniqualvolta riesce a migliorarsi in una competizione ufficiale, infatti, il 25.enne riceve - a seconda dall’evento - anche un compenso economico. In totale, questa sfilza di record gli ha permesso di guadagnare più di 1 milione di dollari. Cifra, però, che è destinata ad aumentare. Già, perché in quel di Budapest - come d’altra parte avvenuto nelle precedenti 12 occasioni in cui ha riscritto i libri di storia dell’atletica - Duplantis ha dato l’impressione di poter ancora contare su un certo margine. Nel tentativo vincente - il suo secondo di serata a 6m29 - Duplantis ha appena sfiorato, nella fase di ricaduta, l’asticella , che però era stato in grado (almeno apparentemente) di superare con agio.
Può arrivare a 6m40?
La domanda da porsi, a questo punto, è una sola: quanto in alto può davvero arrivare Duplantis? «Sky’s the limit», direbbero gli anglofoni. Non potendo contare sui dati relativi agli allenamenti, stabilire una misura esatta è assai complicato, ma qualcuno, addirittura, sostiene che possa spingersi fino a 6m40. Tra di loro vi è pure suo padre Greg (ex astista statunitense), che recentemente ha inoltre aggiunto: «Armand è ancora giovane (è nato nel novembre del 1999, ndr.) e in questa disciplina gli atleti tendono a raggiungere l’apice della propria carriera nel periodo che segna il passaggio dai venti ai trent’anni». «Mondo» stesso ritiene possibile superare quantomeno la misura di 6m30, ma «per saltare un centimetro in più bisogna migliorare sotto diversi aspetti. 1 cm sembra una pochezza - ha chiosato - ma si trasforma in qualcosa di grande».
Sergej Bubka - nell’arco di ben dieci anni, tra il 1984 e il 1994 - riuscì a migliorare 14 volte il record del mondo (portandolo a 6m14). La progressione di Duplantis, se possibile, è ancor più impressionante: è più giovane, salta più in alto e per collezionare i suoi 13 primati ci ha messo la metà del tempo. Qui, però, sorge una sorta di problema, in quanto la sua scalata verso il cielo rischia di diventare un po’ stucchevole. Lo svedese non ha rivali: gareggia, sostanzialmente, solo contro se stesso. Nessuno, in pratica, si stupisce più di queste imprese, che vengono quindi ridimensionate a causa della sua netta superiorità.
In cerca di rivali
Per fortuna, però, «Mondo» è un personaggio affascinante, capace di catalizzare - in maniera quasi magnetica - l’attenzione di un intero stadio su di sé. Un evento come quello di Zurigo - quando si impose contro Karsten Warholm sui 100 metri piani - non ha fatto altro che confermare le sue doti smisurate. La sensazione, infatti, è che un fenomeno del genere avrebbe potuto trionfare in qualsiasi disciplina. Da predestinato (figlio d’arte e bambino prodigio) è riuscito persino a superare le enormi aspettative che c’erano nei suoi confronti. Per trovare dei degni avversari, ormai, deve ampliare gli orizzonti. E a tal proposito, quest’anno, con pieno merito è stato incoronato - nella categoria più ambita, quella di sportivo dell’anno - ai Laureus World Sports Awards. Ossia, il massimo riconoscimento per un atleta e lì, di competizione, ce n’era davvero parecchia.