Cadillac, al volante ci va l’esperienza

A marzo 2025 la Cadillac ha ricevuto il tanto agognato via libera. Il brand americano, sostenuto da General Motors, è ufficialmente diventato il team numero 11 della griglia di partenza della F1. Si sa, il Circus non è particolarmente aperto ai cambiamenti, ma alla fine si è arreso. Le carte in regola c’erano tutte e continuare con una visione prettamente tradizionalista non avrebbe fatto bene a questo sport. Almeno questo è quello che ritengono i boss del massimo campionato delle quattro ruote, che hanno concesso al gruppo a stelle e strisce di entrare nel club esclusivo delle scuderie di F1. E così, a partire dal 2026, oltre ai tanto attesi cambiamenti di regolamento, dovremo abituarci alla presenza di un undicesimo tassello in griglia. La Cadillac ha scelto di posizionare le sue basi operative tra Indiana, Michigan e Gran Bretagna, optando invece per un affiancamento tecnico targato power unit Ferrari e un gruppo dirigente di tutto rispetto, tra cui il team principal Graeme Lowdon.
In questi giorni, tuttavia, il brand statunitense ha spostato i riflettori sulla scelta dei suoi piloti. Niente è ancora ufficiale, ma si vocifera che avrebbe messo sotto contratto il duo Sergio Pérez e Valtteri Bottas. Nessun rookie al via, dunque. Il team di Fishers ha preferito puntare sull’esperienza di due veterani. Uno pilota di riserva Mercedes, l’altro fuori dai giochi dal 2024, quando la Red Bull ha deciso che per il messicano era giunto il momento dei saluti. Tra qualche giorno potrebbe già arrivare l’ufficialità, dato che la scuderia americana si è detta pronta a svelare qualche segreto in più in merito al suo debutto nel Circus.
Novellini al box
La stagione in corso, tuttavia, sta dimostrando che a far meglio di tutti sono i giovani. Persino i novellini. Novellini che in molte occasioni hanno lasciato la polvere ai compagni di scuderia decisamente più navigati. L’esempio lampante è quello verificatosi in casa Ferrari. È vero, Charles Leclerc non può essere considerato un pilota alle prime armi, ma la differenza di età – e di riflesso di esperienza –, nonché di trofei vinti, che esiste tra lui e Lewis Hamilton non può essere ignorata. Da una parte il monegasco che salva la stagione del Cavallino, dall’altra un sette volte campione del mondo che brancola nel buio. Ma tant’è. Nonostante siano entrambi con ogni probabilità oltre l’apice della loro parabola sportiva, Cadillac ha preferito puntare su un duo di comprovata esperienza, capace di offrire solidità. Entrambi con oltre 200 Gran Premi alle spalle – Pérez addirittura 281 con 6 vittorie, Bottas invece 246 e 10 successi – per il team americano i due rappresentavano una scelta sicura. D’altronde debuttare in F1 rappresenta già di per sé una sfida tutt’altro che scontata. Proprio per questo, la Cadillac ha scelto di affidarsi a due piloti capaci di capire il paddock e la monoposto, oltre che già rodati quando si parla di gestione della pressione. Una strategia prudente, certo, ma che non garantisce automaticamente risultati. Il recente caso Hamilton insegna che l’esperienza da sola non basta. Dunque, massima attenzione.
Un debutto da ricordare
Dietro alla scelta sportiva, ci sarebbe poi una ragione anche commerciale. Optare per Pérez significa portare dalla propria parte tutto il suo seguito in America Latina. Scegliere Bottas, invece, equivale a esporsi a pochissime critiche dal pubblico – il pilota finlandese è molto amato – e a puntare su un profilo capace di portare pacatezza nel gran caos di inizio stagione. Insomma, una decisione ragionata quella del team americano, che debutta in un’annata da ricordare, quella che vedrà introdotte le tanto attese modifiche sui regolamenti. Tradotto, in pista vedremo auto completamente riviste, che potrebbero modificare sensibilmente gli equilibri degli ultimi anni.
Tutto, ad ogni modo, è ancora in forma ipotetica. Le firme di Pérez e Bottas potrebbero però venire annunciate già al GP d’Olanda del weekend. Tappa che segnerà il ritorno della F1 dopo la pausa estiva.