Contromano

Charles Leclerc e il destino del campione

L’esperto di Formula Uno Pino Allievi rivive per noi il GP del Belgio e si concentra sul pilota monegasco della Ferrari
Il fenomeno della Ferrari Charles Leclerc. (Foto Keystone)
Pino Allievi
Pino Allievi
02.09.2019 11:46

Doveva arrivare, i tempi erano maturi, attendere ancora sarebbe stato troppo perché prima o poi le cose devono succedere. Per cui il trionfo di Charles Leclerc nel Gran Premio del Belgio ha avuto il sapore di una liberazione. E anche il profumo di qualcosa di nuovo che è cominciato, come quando – proprio sullo stesso circuito - Michael Schumacher colse la sua prima affermazione in Formula Uno, guidando la Benetton, nel Gran Premio del 1992.

Ieri Schumacher, oggi Leclerc. Due predestinati baciati dal talento, sbocciati ai massimi livelli solo per meriti propri, perché entrambi appartenenti a quel ceto medio che non può disporre dei capitali per affrontare le corse. Sia Michael sia Charles si sono imposti grazie ai successi ottenuti con il sudore, ma anche con un carattere determinato, con una volontà ferrea e una incredibile auto-disciplina. Non sono caratteristiche che contraddistinguono i piloti di Formula 1, bensì doti innate che fanno la differenza in qualsiasi sport.

Tornando agli inizi, Schumacher affrontò la carriera trovando i finanziamenti giorno per giorno. Per anni pensò che la passione per le auto sarebbe rimasta un hobby. Leclerc, invece, salì su un go kart quando aveva 4 anni, fece qualche giro su una pista per bambini e quando scese disse a suo padre: «Da grande farò il pilota». Non era una battuta, perché da quel momento pensò soltanto al suo destino in modo ossessivo, senza tuttavia tralasciare gli studi, tanto che un suo professore monegasco delle scuole secondarie ha rivelato di recente che preparava delle cartelle riassuntive e delle letture mirate per Charles, con i compiti da svolgere fra una gara e l’altra.

Leclerc, che il 18 ottobre compirà 22 anni, nella sua vita ancora breve ha fatto un sacco di cose, perché oltre a imporsi nelle corse d’auto vincendo a mani basse in kart, F3, F2 e ora anche in F.1, ha fatto a tempo a imparare a suonare il piano e la chitarra, a prendersi un brevetto da sub («Adoro il silenzio che c’è sott’acqua»), a impratichirsi nell’arte di condurre una barca a vela e poi a diventare un provetto nuotatore e un discreto giocatore di tennis. È una dote dei fenomeni trovare il tempo per fare tante cose. Perché poi è un maniaco della preparazione fisica, che contempla ore di palestra, di jogging, di esercizi per allenare la mente non solo in termini di riflessi ma pure di concentrazione. A questo proposito, Leclerc sin da quando aveva 12 anni e gareggiava con i kart, decise di frequentare Formula Medicine a Viareggio, un centro specializzato dal quale sono passati quasi tutti i campioni della Formula 1, nel quale gli aspiranti piloti vengono seguiti sia nell’allenamento sia per tutta quella sfera ampia e variamente decifrabile che riguarda il modo di controllare la tensione, di focalizzare gli obiettivi, di gestire le parti più nascoste del cervello, quelle che possono farti vincere oppure farti smettere prima di cominciare.

Leclerc sapeva sin dall’inizio dell’avventura di essere destinato alla professione di campione. Il risultato finale si è visto nel GP del Belgio di domenica, in cui Charles ha ottenuto una fantastica pole position alla vigilia, poi è scattato benissimo al via (nessun tentennamento, zero emozioni) ed è scappato avanti senza farsi più riprendere, malgrado la pressione negli ultimi giri di un mastino come Lewis Hamilton, il pescecane della Mercedes che forse non ha dato proprio tutto, temendo per la durata del nuovo motore di Stoccarda. Comunque sia, Leclerc ha vinto con pieno merito, ma anche con l’aiuto che generosamente gli ha dato il compagno di squadra Sebastian Vettel, abile nel frenare – senza commettere scorrettezze – la rimonta di Hamilton con gomme fresche.

È quindi rinata la Ferrari, alla vigilia del GP d’Italia? Forse, ma di sicuro il circuito di Spa è tra quelli più adatti alle caratteristiche della SF 90H. Lo sarà anche l’autodromo lombardo, già pronto alla grande festa in rosso di domenica prossima...