I navigatori sono gli occhi dei piloti

Intervista al momò Pietro Ravasi alla vigilia del Rally Ronde del Ticino che scatta venerdì a Lugano con ospite d'eccezione Didier Auriol
Pietro Ravasi nella sede della Ravasi Corse, l'azienda di famiglia che gestisce a Genesetrerio insieme al fratello Mario. (Foto Maffi)
Nicola Bottani
Nicola Bottani
24.06.2015 13:06

LUGANO - Con la cerimonia di partenza in programma alle 18.45 di questo venerdì in Piazza della Riforma a Lugano, scatta la diciottesima edizione della tappa rossoblù del campionato svizzero di rally. I concorrenti si lanceranno lungo le prove speciali in Valcolla e a Isone nella giornata di sabato e alla vigilia del Rally Ronde del Ticino siamo andati a conoscere il navigatore momò Pietro Ravasi, fedele compagno del pilota neocastellano Grégoire Hotz, con cui è in vetta alla classifica generale dell'attuale campionato e insieme al quale si è laureato campione nazionale già a quattro riprese. "Il direttore d'orchestra sta sul sedile di destra e l'altro si fida ciecamente. Infatti, anche se nell'abitacolo noi navigatori stiamo con la testa abbassata per leggere le note che trasmettiamo ad alta voce ai piloti attraverso l'interfono, di fatto siamo gli occhi di chi sta al volante", spiega tra l'altro Ravasi a proposito di come vanno le cose tra navigatore e pilota durante le corse. L'ospite d'onore - al volante di una vettura schierata dalla scuderia capitanata dall'organizzatore Max Beltrami - sarà il francese Didier Auriol, che ha conquistato il titolo mondiale nel 1994.

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