Automobilismo

Joel Camathias: «Per ora, corre solo l’incertezza»

Intervista al pilota luganese di GT, che si apprestava ad affrontare la sua 27. stagione agonistica a livello internazionale
Joel Camathias spera di tornare presto a gareggiare e a firmare autografi ai fans. © JC
Alfredo Filippone
10.04.2020 18:33

Fra le tante attività che la pandemia Covid-19 ha paralizzato a livello planetario, c’è anche l’automobilismo, quello che per antonomasia è lo sport più restìo a star fermo. Ma, volenti o nolenti, piloti e team si son dovuti arrendere a un virus che corre più veloce di tutti. Fra i tanti costretti all’inattività anche Joël Camathias, il noto pilota di GT, che si apprestava ad affrontare la sua 27esima stagione agonistica a livello internazionale.

Joel è stato sorpreso dal confinamento a Lugano e prende la situazione con filosofia: «Non si può far altro che seguire le indicazioni che ci vengono date, e io sono fra quelli che ha preso sul serio la gravità della situazione sin dall’inizio. Stare a casa, a me, non è mai dispiaciuto e dunque non ne soffro. Farlo qui, in ottime condizioni, non è un problema e sono contento di poter essere vicino a mia mamma e a mia sorella e di poterci assistere a vicenda. Sono insieme a Vânia, la mia compagna, e al piccolo Romeo León, che ha appena sette mesi e ci impedisce di annoiarci. Ho stabilito una routine quotidiana, con un po’ di telelavoro per seguire le mie attività e varie ore di esercizi fisici, con i pochi attrezzi che ho in casa, per non perdere la forma. Molti piloti, specie i pù giovani, si stanno dedicando alle gare virtuali da casa, con i simulatori, ma francamente, non sono un gran fan del virtuale. Per svagarmi, preferisco leggere qualcosa o guardare un film».

L’incognita, per Joel come per tutti, è sapere quando si sbloccherà la situazione: «Al momento, tutti gli organizzatori di gare stanno riprogrammando i calendari da agosto in poi, ma ovviamente nulla è scontato. Sappiamo che il ritorno alla normalità sarà molto graduale, e ovviamente, gli eventi sportivi o culturali, in quanto attività non produttive e non essenziali, per di più con presenza di pubblico, non saranno i primi a ripartire. C’è poi da capire quando e come si potrà viaggiare, e possiamo prevedere procedure complesse, con passaporti sanitari, controlli di temperatura negli aeroporti e via dicendo. Un bel rebus, specie se ogni paese avrà misure e tempistiche diverse. Non sono nemmeno sicuro che avremo una stagione dimezzata vera e propria».

Un peccato, perchè Joel stava per annunciare in questi giorni un programma 2020 di rilievo, che avrebbe segnato il ritorno sulla scena internazionale che conta, per di più con un bel tocco rossoblù a cui tiene tanto. «Il progetto va avanti ma c’è da capire se ci sarà la possibilità di attuarlo», ammette Camathias, che si dice preoccupato delle conseguenze dell’epidemia a breve e medio termine per l’automobilismo sportivo: «Come sappiamo, è uno sport che costa caro e che si sostiene grazie alle aziende che gravitano attorno all’industria automobilistica, agli sponsor privati e alla passione dei gentleman driver. Il danno economico provocato dal virus è già enorme ora e chissà quale ne sarà l’entità finale. È chiaro che il tema sponsoring non sarà la prima priorità di chi deve rilanciare un business, ma può anche essere un’opportunità per mostrare fiducia nel futuro».