Formula Uno

«L’aerodinamica delle vetture fa la differenza in Spagna»

Domani, dopo i tracciati atipici e cittadini, le monoposto tornano in Europa sul tradizionale circuito di Montmeló in Catalogna - Terruzzi: «L’amore globale per questo sport? La tesissima sfida dell’anno scorso e di questa stagione - Ogni GP è cruciale, ma non faccio pronostici»
Sulla pista catalana di Montmélo proseguirà la sfida tra Max Verstappen (Red Bull) e Charles Leclerc (Ferrari). © Reuters/Xavi Bonilla
Maddalena Buila
21.05.2022 06:00

Lasciati alle spalle gli yacht a bordo pista e i VIP che fanno capolino dai box di Miami, la Formula Uno torna in Europa, con la classica tappa del GP di Spagna a Montmeló. Sesto appuntamento nel calendario del 2022, il circuito di Barcellona è il primo della stagione che ripropone le tradizionali caratteristiche. Un tracciato ben conosciuto da piloti e costruttori che sicuramente avranno avuto il tempo di prepararsi al meglio in vista della gara di domenica. E la lotta, in Spagna, verosimilmente si continuerà a giocare là davanti, nei posti più alti della classifica generale del Mondiale, con il ferrarista Charles Leclerc a quota 104 punti, distanziato di appena 19 lunghezze dal pilota della Red Bull Max Verstappen. Ma l’altro fenomeno del Cavallino non vorrà certo stare a guardare. Carlos Sainz gareggerà infatti in casa, davanti al proprio pubblico, e lo spagnolo non vorrà sicuramente lasciarlo a bocca asciutta. Secondo il giornalista e scrittore Giorgio Terruzzi, quello di questo fine settimana, sarà un Gran Premio rilevante, soprattutto per la Scuderia di Maranello. «La Ferrari applicherà una serie di sviluppi aerodinamici. Detto questo non credo che il GP di questo weekend sarà rivoluzionario per il Cavallino, dipenderà molto anche da quello che faranno gli altri, ma penso sistemerà i problemi relativi alla perdita di qualche decimo accusati nelle ultime tappe. Sarà certamente una gara rilevante che segnerà l’inizio di una fase due rispetto agli sviluppi delle nuove automobili. Al momento i distacchi sono veramente contenuti, dunque ogni tipo di intervento è molto importante». Un anno che, come hanno già mostrato le prime cinque tappe, probabilmente sarà all’insegna dell’equilibrio. D’altronde non siamo più nell’era dove il dominio della Mercedes era inarrivabile, oggi ogni messa a punto può fare la differenza. E ogni GP può scrivere una storia diversa. «Ho la sensazione che ciascun tracciato sarà cruciale quest’anno - conferma Giorgio Terruzzi -. Le due squadre di costruttori, che sono per ora al comando, sono davvero molto vicine».

Il gioco dei pronostici

Di pronostici, rispetto all’andamento del Mondiale e del suo vincitore, ne girano tutti gli anni una marea. Anche quest’anno ne sono già stati fatti a bizzeffe. I nomi più gettonati sono, naturalmente, quelli di Max Verstappen e Charles Leclerc. Un gioco al quale preferisce non aderire Giorgio Terruzzi. «Finora sono andate in scena cinque gare, con tre vittorie Red Bull e due Ferrari. Tutti le corse hanno mostrato un certo equilibrio, dunque io non me la sento di sbilanciarmi. Sarà sicuramente tirata, ma non ha senso fare pronostici. E il motivo è semplice. Noi giornalisti siamo lontani dalla comprensione tecnica di queste vetture, così come siamo distanti dal capire i meccanismi di guida. Questo sport è molto complesso, e si gioca con macchine avanzatissime, gestite da tecnici di prim’ordine. Dobbiamo immaginarci dei gruppi di tecnici che, in parti diverse del mondo, sviluppano da zero, e in modi differenti, uno strumento complicatissimo che si distanzia da quello del team avversario per pochissimi decimi. È qualcosa di straordinario e offre una misura della qualità di tutto il lavoro svolto dietro le quinte. Ecco perché ritengo sia meglio astenersi da determinati giochetti».

Netflix ridimensionato

Una realtà straordinaria che piace sempre più. E anche quando si parla dei motivi del recente boom mondiale di interesse per la F1, il nostro interlocutore preferisce discostarsi dall’opinione che va per la maggiore. Per Giorgio Terruzzi lo zampino di Netflix, e indirettamente quello di Liberty Media, ha contribuito ben poco a far nuovamente scoccare la scintilla tra le monoposto e il mondo intero. «A mio modo di vedere, l’entusiasmo è stato generato da due fattori. Il primo riguarda le sfide. Tiratissima quella dell’anno scorso (tra Max Verstappen e Lewis Hamilton, ndr) e quella di questa stagione (tra lo stesso olandese e Charles Leclerc, ndr). Senza dimenticare il fatto che a questo giro c’è di mezzo la Ferrari, che ha un potere sul grande pubblico che nessun altro può eguagliare. Il secondo fattore sta invece nella gestione dei Gran Premi, che ultimamente stanno diventando sempre più degli eventi, soprattutto laddove non c’è una tradizione radicata. Oggigiorno pare che l’importante sia essere presenti. Poco importante l’interesse per la corsa, ma bisogna aver partecipato all’evento. Chiaramente i paddock sono differenti, quelli di Monza o della Spagna non saranno mai come quelli di Miami o Jeddah. Ciò che però fa la differenza è la sfida agonistica».

A differenza del motomondiale

Per rendere ancora più comprensibile il concetto illustrato dal giornalista Terruzzi, ci spostiamo, pur rimanendo tra i motori, nel mondo delle due ruote. Se la Formula Uno è stata «fortunata» con la lotta all’ultimo Gran Premio tra Hamilton e Verstappen dell’anno scorso, e quella dell’olandese e di Leclerc quest’anno, lo stesso non si può dire del motomondiale. L’appeal sul pubblico da parte delle due ruote sembra vantare meno interesse rispetto al Mondiale delle monoposto. «Da quando Rossi ha abbandonato le competizioni - continua Terruzzi -, e colui che doveva essere il suo antagonista è sempre alle prese con gli acciacchi (Marc Marquez ndr), la passione per il motomondiale non è alle stelle. Joan Mir potrebbe circolare per strada senza essere minimamente riconosciuto e Aleix Espargaró deve ancora confermarsi, data la sua giovane età. Manca una o più figure di spicco». Ma torniamo alla F1 e alla tappa di domenica al Montmeló. Un tracciato conosciuto bene da piloti e costruttori, che ha una sua particolare caratteristica. «Si tratta di un circuito di massimo carico, dove l’efficienza aerodinamica è fondamentale - chiosa Giorgio Terruzzi -. È la pista dove Michael Schumacher vinse la prima gara con la Ferrari e dove Max Verstappen firmò la prima vittoria in F1. In Catalogna non si passa tanto facilmente: c’è un solo rettilineo. Quindi sarà assolutamente fondamentale far funzionare l’aerodinamica delle macchine».