L'intervista

Le differenze di prestazione in Formula Uno? Colpa della direttiva tecnica 39

Con l'analista Giuliano Duchessa facciamo il punto della situazione dopo i primi 15 Gran Premi
© REUTERS
Maddalena Buila
09.09.2022 06:00

L’inizio spaziale della Ferrari, la risposta impeccabile della Red Bull e il ritorno convincente della Mercedes. Questa, in poche parole, la fotografia del Mondiale di Formula Uno dopo i primi 15 Gran Premi. L’analista Giuliano Duchessa ci spiega come poter leggere l’andamento del campionato.

Riavvolgiamo il nastro e torniamo al 20 marzo. Il primo GP di stagione ha visto Charles Leclerc tagliare il traguardo davanti a tutti e Max Verstappen ritirarsi. Una trama che, succedesse oggi, parrebbe assurda. Cosa possiamo dire di questo campionato?
«Il Mondiale era iniziato con una Ferrari forte, riuscita a mettere in pratica un progetto nato tempo fa. Verstappen e Leclerc hanno dato spettacolo. Poi sono arrivati i problemi per la Rossa e ora, purtroppo, il campionato è un po’ più deludente. Anche se, data la facilità con cui si può sorpassare rispetto al passato, il pubblico può comunque godersi le corse».

La F1-75 e la RB18. Sono queste le due vetture protagoniste di stagione. Come descriverle?
«Sono due automobili vincenti, o perlomeno così è stato fino al GP d’Ungheria, seppur opposte. La Red Bull ha un’aerodinamica improntata a portare i flussi sulla parte bassa dell’ala posteriore, mentre la Ferrari li dirige in tutt’altra maniera, sfruttando la zona alta dell’ala posteriore. Tra i due, il design della vettura di Christian Horner è più facilmente imitabile. La Red Bull è stata più aggressiva nella parte meccanica, puntando molto sull’efficienza nella parte superiore della macchina, ecco perché sin da subito sul dritto era più veloce. Mentre la Ferrari si è dimostrata più forte nelle curve a media/bassa velocità, sinonimo che il lavoro svolto sul fondo ha funzionato molto bene. Da Spa, qualcosa però è cambiato».

Un cambiamento davvero importante, che ha portato la Red Bull a viaggiare a velocità incredibilmente maggiori rispetto alla Ferrari. Cosa è successo?
«Bella domanda (ride, ndr). Credo che la direttiva tecnica 39 ci abbia messo del suo più di quanto i team ammettano. Questa norma è stata introdotta in Belgio con lo scopo di diminuire il fenomeno del saltellamento. Il porpoising. Di conseguenza, si è andati anche ad agire sul pattino, la parte inferiore centrale delle vetture. Questo sembra aver influito sulle prestazioni, soprattutto Ferrari. Anche se Maranello minimizza, io credo che l’impatto ci sia stato e sia stato importante. Non ho mai visto una vettura lottare sul centesimo e poi regredire così tanto in un solo mese».

Le Frecce d’argento sono sicuramente state le più penalizzate dal problema del porpoising che, una volta introdotta la nuova direttiva, è decisamente rientrato

Chi invece sta vivendo un processo inverso rispetto a quello della scuderia di Mattia Binotto, è la Mercedes. Partita male, è tornata a dire la sua a ogni GP.
«Le Frecce d’argento sono sicuramente state le più penalizzate dal problema del porpoising che, una volta introdotta la nuova direttiva, è decisamente rientrato. La Mercedes è una macchina con parecchia resistenza all’avanzamento, caratteristica che comporta un’amplificazione del saltellamento, perché si perde l’aerodinamica al primo scossone. Sarà da vedere come la scuderia di Toto Wolff reagirà sui circuiti con tante sconnessioni, come Austin».

Lei si occupa di analizzare i dati, un lavoro svolto dietro le quinte e non così conosciuto, ma che, di anno in anno, sta diventando sempre più fondamentale per questo sport.
«Assolutamente. Ultimamente c’è molta attenzione alla parte tecnica e ai dati, che sono un’infinità. Quando si parla di telemetrie, s’intendono tutti gli stimoli che la vettura trasmette sotto forma informatica e che vanno in seguito analizzati per capire come reagire di fronte a un particolare comportamento dell’automobile. Velocità, frenata, curve, potenza del motore, utilizzo della parte ibrida, carico aerodinamico, per citare solo alcuni dati. È un lavoro molto complesso».

Dati alla mano, cosa aspettarsi dalla tappa di questo weekend a Monza?
«È difficile fare una previsione. La Red Bull è favorita perché si corre su un circuito di efficienza e velocità. Una sorpresa potrebbe essere Alpine, mentre la Ferrari è nel mezzo. La Rossa dovrà trovare un bilanciamento di assetto che non la penalizzi in trazione».