Formula uno

Long Beach e il destino di Clay Regazzoni

Sono trascorsi quarant’anni dall’incidente che segnò la vita del pilota ticinese nel GP degli Stati Uniti
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Red. Sport
30.03.2020 06:00

Domenica 30 marzo 1980, Long Beach, GP degli Stati Uniti. Dopo essere partito in ultima fila, al 51. giro Clay Regazzoni era in lotta per il 4. posto. A 290 km/h, si ruppero i freni e il ticinese andò a sbattere contro i muri di protezione. La sua carriera in F1 terminò improvvisamente mentre stava affrontando, con la sua Ensign-Ford, il suo 132. GP di una carriera iniziata nel 1970. Vengono ancora i brividi se ripensiamo a quell’episodio, raccontato dallo stesso Clay nel suo libro pubblicato nel 1982. «Quando, con il piede destro schiacciavo il pedale, non sentivo alcuna resistenza...».

Il ticinese urtò la Brabham di Riccardo Zunino, poi andò a sbattere contro il muretto di protezione. In una frazione di secondo perse la sensibilità delle gambe. «Ripresi conoscenza dieci minuti più tardi. Ero incastrato nella mia vettura e avvertivo un gran dolore alle anche» si legge nel suo racconto. La monoposto si era piegata incastrando il pilota. I medici riescono ad estrarre Clay dal posto di guida e lo portano al Saint-Mary Hospital di Long Beach. Clay perde ancora conoscenza. Si risveglierà molte ore dopo in seguito a un’operazione d’urgenza. I medici sono pessimisti: gamba sinistra frantumata, gabbia toracica schiacciata, commozione cerebrale e grave lesione alla colonna vertebrale. La dodicesima vertebra si è spezzata. Rischia la paralisi. Ci vuole tempo per riprendersi. Ma il virus della velocità non abbandona mai Clay.

Con veicoli costruiti per le sue necessità, continua a gareggiare in diverse categorie, affrontando diversi rally (compresa la Parigi-Dakar) prima di lasciare l’agonismo nel 1993.

La vita di Clay si interrompe dopo un altro incidente, questa volta autostradale. Era il 15 dicembre 2006 e il ticinese sfrecciava vicino a Parma. La sua auto si urta contro un camion, forse in seguito a un malessere. I soccorsi arrivano troppo tardi.