Formula 1

Max, la Red Bull e un ciclo da gustare: «Stiamo vivendo un momento magico»

Archiviata la pausa estiva, questo fine settimana il Mondiale ripartirà da Zandvoort e il GP dei Paesi Bassi, dove Verstappen giocherà in casa - Il 25.enne intende riprendere da dove aveva finito, continuando a dominare il campionato - Matteo Bobbi: «Ma le prossime stagioni saranno più combattute»
Questo fine settimana il pilota della Red Bull potrebbe eguagliare il record di 9 GP vinti consecutivi di Vettel. © Reuters/Sam Bloxham
Nicola Martinetti
24.08.2023 06:00

Max Verstappen non vince un Gran Premio da quasi un mese. Affermarlo, per come si è sviluppato sin qui il Mondiale di Formula 1, fa quasi strano. In realtà, semplicemente, nelle ultime settimane il Circus ha osservato la consueta pausa estiva. Un «avversario» imbattibile persino per il fenomeno olandese. Da questo weekend però, smaltite le «vacanze», il campionato tornerà ad animare il calendario sportivo con la seconda parte di stagione. L’appuntamento, manco a dirlo, è fissato nei Paesi Bassi. Dove il leader incontrastato del paddock giocherà in casa, con l’intento di riprendere da dove aveva concluso a fine luglio. «La sensazione, al proposito, è che difficilmente le ultime dieci gare stagionali proporranno grandi variazioni rispetto al tema osservato sin qui - ci racconta Matteo Bobbi, commentatore Sky e già campione del mondo GT -. A Zandvoort, insomma, mi aspetto che si ripartirà da dove ci eravamo lasciati: con Verstappen e la Red Bull là davanti, e gli altri dietro a inseguire. Anche perché durante la sosta estiva i team - per regolamento - hanno dovuto osservare una pausa forzata delle attività, senza poter lavorare alle vetture o eseguire dei test. Insomma, nei Paesi Bassi - ma anche nei GP restanti - preparatevi a un copione noto. Che forse potrà riservare qualche intrigo quantomeno in ottica secondo posto. In questo senso vedo una lotta piuttosto serrata tra Mercedes, Aston Martin, McLaren e Ferrari».

Verstappen nocivo? Un mito

La situazione venutasi a creare dopo le prime dodici gare, dieci delle quali vinte dal pilota olandese, è quasi paradossale. Da anni infatti la FIA, Liberty Media Corporation e i vari stakeholders del Mondiale stanno investendo per far crescere il loro prodotto, rendendolo sempre più appetibile e accattivante. Il dominio incontrastato di Verstappen tuttavia, al netto della caratura del campione nato ad Hasselt, rischia di remare nella direzione opposta. Ridimensionando lo spettacolo e quindi, di riflesso, l’interesse di tifosi e appassionati. «Eppure - prosegue Bobbi - i numeri raccontano di una realtà stabile e di enorme successo. Certo, in Italia abbiamo registrato una leggera flessione rispetto allo scorso anno, dettata dal fatto che la Ferrari - al contrario del 2022 - non è rimasta in lotta per il titolo sino a metà stagione. Però in generale, a livello globale, la risposta del pubblico - sia dal vivo, dove tutti i circuiti sono sold out, sia dietro gli schermi - è sempre importantissima».

L’idea per cui l’avvento di Verstappen sia in qualche modo stato nocivo per la disciplina, insomma, è più che altro un mito. «Spesso sento parlare gli amanti della F1 degli anni ‘80 e ‘90 - le epoche dei vari Senna, Prost e Mansell - con un forte sentimento di nostalgia. Dicono che le gare di una volta erano stupende ed emozionanti, più di quelle odierne. La verità, però, è che andando a scorrere le varie classifiche di quei tempi, ci si rende conto che Senna e Prost vincevano con due o tre minuti sul terzo classificato. Distacchi ancora più ampi di quelli attuali».

L’assist del regolamento

Gli exploit del campione in carica, insomma, vanno sempre contestualizzati. Resta tuttavia il fatto che al momento la lotta per il primo posto non esiste. E, salvo cataclismi, non esisterà almeno fino alla prossima stagione. Il futuro, stando a Bobbi, potrebbe tuttavia assumere dei contorni differenti. Meno definiti. «Se analizziamo gli ultimi trenta-quarant’anni di Formula 1, ci rendiamo conto che in realtà questo sport ha sempre dimostrato di essere ciclico. Ora stiamo vivendo il dominio della Red Bull di Verstappen, ma in precedenza c’erano stati quelli della Mercedes di Hamilton (e Rosberg), della Red Bull di Vettel, della Ferrari di Schumacher e via dicendo. Chi azzecca un certo tipo di progetto, poi si porta in vantaggio per tanti anni rispetto agli altri. È una dinamica che rimane attuale. Allo stesso tempo però, credo che - come in passato - con il mantenimento dello status quo a livello di regolamento (non verrà toccato almeno sino al 2026, ndr), il gap che oggi separa la Red Bull da tutti gli altri costruttori si farà sempre più sottile, sino ad arrivare a vivere delle stagioni meno scontate e più avvincenti. L’esempio più recente è quello del 2021, l’anno del famoso duello testa a testa tra Verstappen e Hamilton, vinto dal primo all’ultima gara. Quel Mondiale, che io reputo il più bello nella storia moderna della F1, fu il frutto di diverse stagioni di stabilità e conferme dal punto di vista regolamentare».

Una torta da assaporare

In attesa di vivere delle annate più combattute, allora, l’ambiente potrà nel frattempo continuare a gustarsi la supremazia di un pilota discusso e polarizzante. In stagione «Mad Max» ha vinto 10 gare su 12, e a Zandvoort potrebbe centrare il nono successo consecutivo, eguagliando così il record stabilito da Vettel nel 2013. Numeri alla mano, si parla di risultati fenomenali. Storici. Ma l’ambiente riesce a cogliere appieno la grandezza del personaggio? «A volte ho la sensazione che non tutti, e penso in particolare ai tifosi delle altre scuderie, ci riescano - ammette Bobbi -. Spesso si tende infatti a demonizzare chi stravince. La verità però è che a parer mio siamo di fronte a un reale fenomeno, del calibro dei vari Tiger Woods, Roger Federer, Lionel Messi e via dicendo. Verstappen sta polverizzando record su record, e se continuerà a guidare una macchina così competitiva andrà avanti a farlo per tanti anni. Dovremmo imparare ad apprezzare e godere della sua presenza in pista, così come di quella di tanti altri fenomeni come Leclerc, Hamilton, Alonso, Russell, Norris, ecc. La F1 sta vivendo un momento magico per quanto concerne il talento dei suoi piloti. È un po’ come una torta: va gustata finché c’è, perché non durerà per sempre».

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