McLaren squalificate, ora Max sogna davvero

È come se qualcuno, dall’alto, avesse manipolato i giochi per farci divertire sino alla fine: Max Verstappen, trionfatore a Las Vegas con un margine di 20 secondi su Lando Norris, dopo aver tagliato il traguardo si era ritrovato con un distacco di 42 punti dal leader del campionato, praticamente inibito a puntare al quinto titolo di fila. Poche ore dopo, però, ecco la notizia della squalifica sia di Norris sia di Piastri (quarto) e il morale di Verstappen è salito alle stelle, perché il margine che lo separa da Norris è sceso, di colpo, a 24 lunghezze. Recuperabile? Difficile ma non impossibile, perché se l’olandese vincesse sempre, a Norris basterebbero tre secondi posti per diventare campione del mondo. Ma nulla è scontato e le prossime due domeniche in Qatar (sabato c’è la Sprint) e ad Abu Dhabi si annunciano molto calde. A prescindere da tutto, il Mondiale - per acclamazione - è già di Verstappen. Troppo bravo, troppo lucido. Si è visto anche a Las Vegas, dove ha dominato pur partendo dalla seconda posizione. Un dettaglio superato facilmente con un avvio deciso, mandando dritto alla prima curva Norris, che aveva osato contrastarlo. Il resto è stata una formalità. Adesso attendiamo la volatona finale.
Dall’inizio di settembre a oggi Max ha vinto 5 volte, Norris 3. Successi che sono venuti dalla migliore interpretazione del modo in cui far funzionare le gomme Pirelli, ma anche dal suo senso tattico, dalla voglia di osare, dalla determinazione nel crederci. E, diciamolo senza riserve, dalla pochezza di rivali impegnati a pensare ad altro. O inferiori per caratura. Norris, a Las Vegas, dopo aver pasticciato in partenza aveva poi recuperato il secondo posto, sbarazzandosi nel finale di Russell con una Mercedes che andava a rilento per un problema di gomme. E Piastri, il rivale di Lando per l’iride? Un pugile suonato. L’inesperienza a battersi a certi livelli lo ha condizionato: la squalifica a fine gara lo relega ora a gregario di Norris a Losail e a Yas Marina. Il k.o. della McLaren si è paventato a notte (fredda) inoltrata, quando i commissari hanno accertato che i pattini del fondo piatto delle MCL 36 erano inferiori allo spessore minimo di 9 millimetri. Ed è arrivata la squalifica. «L’infrazione è stata minima e dovuta al fatto che le vetture saltellavano, strisciando sull’asfalto: non ce n’eravamo accorti nelle prove. Nessuna volontà di aggirare le regole, chiediamo scusa ai nostri piloti», ha detto il responsabile tecnico Andrea Stella.
Le prodezze di Antonelli
In una gara senza storia c’è stato un lampo che ha acceso la corsa, quello di Andrea Kimi Antonelli, scattato 17. e giunto 3. – nonostante 5’’ di penalizzazione per partenza anticipata – alle spalle di Russell con l’altra Mercedes. Gara magistrale, 48 giri con le Pirelli Hard tenendosi dietro la furia di Piastri e Leclerc. Classe e misura che preannunciano un campione di domani, capace in seno alla Mercedes di non far rimpiangere l’ultimo Hamilton. Ed eccoci, appunto, al pianeta Maranello, distantissimo dalla realtà, involuto in una crisi che non sembra aver fine e che vede nella chiusura delle ostilità ad Abu Dhabi la fine di un incubo. Leclerc scattava 9. ed è stato aggressivo da subito, con rischi di ogni genere vanificati da una macchina dai limiti evidenti. È giunto 4. a mezzo minuto da Verstappen, poca roba, di lui resta il bel ricordo dei sorpassi a Piastri (nella fase iniziale) e a Sainz. Hamilton, che scattava 19., si è invece piazzato 8. a un minuto (!) dal vincitore, una corsa senza verve, senza colpi d’orgoglio. Stride il paragone con Antonelli, a livello di rimonta e rendimento in gara, a proposito di quanto dicevamo prima. Fred Vasseur però non vuole arrendersi a una Ferrari scialba, dimessa, intristita, e lancia un proclama: «Dobbiamo cercare di vincere una gara, da qui alla fine della stagione». Ci sta, ma come?
