L’intervista

Neel Bianchi e il canottaggio: «Iniziai grazie a Fabrizio Güttinger»

Il talento del Club Canottieri Lugano si racconta fra obiettivi presenti e futuri – «Nel 2020 vorrei provare a qualificarmi ai Mondiali di Bled»
Neel Bianchi, a destra, in azione con il suo compagno nel doppio David Widmer. © Americo Bottani
Americo Bottani
03.01.2020 06:00

La stagione 2019 è ormai archiviata. Non sono mancate le soddisfazioni per i colori ticinesi a livello internazionale. Pensiamo all’esponente del Club Canottieri Lugano Neel Bianchi, classe 2003, oro ai Campionati svizzeri indoor e sull’acqua negli U17, nonché bronzo alla Coppa della gioventù di Corgeno. Lo abbiamo incontrato.

Da quando e come sei arrivato al canottaggio?

«Sono ormai già passati due anni da quando ho iniziato con l’agonismo. A questa disciplina sono giunto tramite Fabrizio Güttinger, già nazionale rossocrociato nel 2010».

Come giudichi la stagione passata?

«Nella stagione passata sono riuscito a raggiungere tanti obiettivi, tra questi cito l’oro ai Campionati svizzeri, la partecipazione agli Europei, il podio alla Coppa della gioventù e i buoni risultati nei test della Federazione. Tutto questo mi ha permesso di crescere, sia dal profilo sportivo sia a livello caratteriale».

Qual è la tua barca preferita? E perché?

«Ora come ora è il singolo, perché con esso riesco a sentire tutti miei movimenti e a bilanciare i miei errori. È la barca che mi permette di migliorare progressivamente. Devo ammettere però che anche il due e il quattro di coppia non mi dispiacciono, perché in essi si riesce a investire tutta la forza a disposizione».

Come ti sei trovato nel doppio con David Widmer, esponente del Sempach? Sarà ancora al tuo fianco nella prossima stagione?

«Con David tutto sommato mi sono trovato abbastanza bene, a parte alcune divergenze e il problema della lingua. Per quanto riguarda la prossima stagione, staremo a vedere, perché quest’anno c’è molta più concorrenza a Sarnen. Di riflesso, c’è anche la possibilità di cambiamenti».

Lo scorso anno sei stato confrontato con alcuni problemi fisici. Sei riuscito a risolverli?

«Sì, infatti questi problemi mi hanno disturbato molto per quel che riguarda sia la preparazione sia i risultati. Dopo il mio intervento alla schiena, ho dovuto e devo tuttora lavorare molto e con attenzione per garantire la prestazione».

Come va la preparazione? Come è articolata settimanalmente?

«Quest’anno è stata un po’ più complicata dal momento che sono stato protagonista di uno stupido incidente a scuola, che ha comportato lo stiramento di un legamento del polso. Il che, va da sé, mi ha impedito di allenarmi adeguatamente e di ottenere un buon risultato al primo test sulla lunga distanza di Mulhouse. Diciamo che non ero molto soddisfatto. Dopo l’ultimo test, tuttavia, ho ritrovato la positività».

Che ruolo ha giocato invece l’allenatrice Paola Grizzetti nella tua crescita sportiva?

«Paola ha avuto sicuramente un ruolo fondamentale, sostenendomi sempre e cercando di aiutarmi il più possibile. Di questo le sono grato».

Difficile conciliare gli impegni scolastici con quelli sportivi?

«Sì, abbastanza, me sono reso conto particolarmente quest’anno, dato l’aumento del carico di studio da parte della scuola. Frequento il Liceo 1 a Lugano e quest’ultimo mese è stato un periodo impegnativo. Ma per fortuna ne sono venuto fuori trovando un giusto equilibrio tra sport e scuola».

Quali gli obiettivi per la prossima stagione? Cosa ti aspetti dal 2020?

«Per la prossima stagione sarò al via nella categoria Under 19. Mi auguro, ad ogni modo, di poter nuovamente partecipare agli Europei sperando magari anche in un risultato. E poi vorrei provare a qualificarmi per i Mondiali di Bled».