Nel weekend di Russell spicca il pasticcio di Norris

L’ha combinata grossa, Lando Norris. Ma grossa per davvero. Non ce ne voglia George Russell, protagonista di un weekend straordinario – probabilmente il migliore della sua carriera – ma è inevitabile evidenziare, in primis, il pasticcio colossale commesso dal pilota della McLaren. La scuderia di Woking, oltre a dover masticare amaro per non essere salita sul podio – in questa stagione non era mai accaduto – ha di che rammaricarsi di fronte all’errore imperdonabile commesso, a 4 giri dalla conclusione del Gran Premio, da Lando Norris.
«Tutta colpa mia»
Già da tempo, ormai, un sospetto aleggiava all’interno del paddock. Ossia che – molto semplicemente – Lando Norris non ha la stoffa necessaria per diventare campione del mondo. Beh, dinnazi a quanto accaduto in Canada, questa impressione sembra essersi tramutata in una sentenza. Già, poiché nel primo weekend parzialmente complicato per le MCL39 – e sostanzialmente nella prima occasione in cui i due piloti hanno avuto modo di duellare – è successo il patatrac. La McLaren – rallentata, in misura maggiore rispetto a Barcellona, dalle nuove direttive tecniche relative alle ali flessibili – pareva destinata a limitare i danni. Norris, invece – nella lotta per il 4. posto ingaggiata con il compagno di squadra – è clamorosamente andato a sbattere sul muro lungo il rettilineo. Le conseguenze, per lui, sono state rovinose: gara finita e 12 punti persi nei confronti di Piastri. Il tutto, lo ribadiamo, per 2 miseri punti di differenza. Ha fatto tutto da solo, Norris, che come minimo ha riconosciuto subito la sciocchezza commessa. «Scusatemi – ha sommessamente dichiarato nel team radio successivo all’incidente – è tutta colpa mia. Sono stato stupido». Già.
Toto Wolff gongola
Tutto ciò è accaduto al 66. giro sui 70 previsti. Fin lì – malgrado i pochi stravolgimenti rispetto alla griglia di partenza – la gara si era protratta in maniera intrigante. In particolare, a tenere banco è stata la strategia adottata dalle varie scuderie nell’ottica di contrastare il degrado degli pneumatici. Pur dovendo gestire le proprie gomme – la bianca, quella dura, si è rivelata decisamente più performante – i primi 5 della graduatoria – fino al disastro finale che ha comportato l’entrata della Safety Car – erano racchiusi in appena 5’’. In vetta alla carovana, in maniera continuativa, c’è stato un impeccabile George Russell. Il britannico – già strepitoso nel conquistare la pole – è stato eccezionale e sul circuito intitolato a Gilles Villeneuve non ha sbagliato alcunché, meritando pienamente il successo. Il primo di una stagione che, sin qui, lo ha visto correre in maniera incredibilmente costante.
In Canada, inoltre, ha potuto beneficiare di una Mercedes particolarmente veloce e che sul passo gara si è dimostrata la miglior vettura della griglia. E così, ad approfittarne, c’è stato pure Kimi Antonelli. Il pupillo di Toto Wolff è riuscito a chiudere al 3. posto, dietro al compagno di squadra e a un solido Max Verstappen, centrando così il primo storico podio della sua ancor giovanissima carriera. Capace di restare costantemente a ridosso del 4 volte iridato olandese, Kimi è perlopiù stato bravo a resistere agli attacchi portati dal duo McLaren, mantenendo i nervi saldissimi.
Chi, invece, sta vivendo un momento di tensione, è sicuramente la Ferrari. Sono state diverse, nel corso del weekend, le voci attorno a Vasseur e Leclerc. Quest’ultimo, poi, ha vissuto una gara frustrante. Lui voleva sfruttare la gomma «hard» montata inizialmente per effettuare una sola sosta. Il team, però, ha deciso altrimenti, adottando una strategia più (e forse troppo) conservativa. Al suo compagno di squadra – Lewis Hamilton, partito 5. e giunto 6. – non è andata molto meglio.
Tris del Cavallino a Le Mans
La Ferrari può consolarsi con il terzo successo consecutivo alla 24 Ore di Le Mans. L’impresa è riuscita, nella classe Hypercar, alla 499P numero 83 gialla del team AF Corse, condotta dal cinese Yifei Ye (pilota ufficiale del Cavallino Rampante), insieme al britannico Phil Hanson e al polacco Robert Kubica, ex pilota di F1 e rally. E proprio quest’ultimo ha avuto il privilegio di tagliare il traguardo, dopo 387 giri. Seconda la Porsche Penske di Estre, Vanthoor e Campbell. Terzo e quarto rango per altre due Ferrari.