Automobilismo

«Non ho mai voluto fare altro»

Il 27.enne pilota ticinese Raffaele Marciello, protagonista in GT3, racconta la sua passione per i motori nata in tenera età
Maddalena Buila
10.06.2022 06:00

La passione per i motori scorre nelle vene di Raffaele Marciello. Tanto che il pilota ticinese ha persino fatto una capatina in Formula Uno, il sogno di ogni bambino che inizia a correre sui kart. Ora il 27.enne corre in GT3, dove, fin qui, ha accumulato diversi successi. «La stagione è iniziata bene – racconta Raffaele – Tranne la tappa americana, che non è andata come speravo, quelle europee hanno avuto un esito positivo. Al momento mi ritrovo primo in due campionati e secondo in un altro. Sono contento. Va comunque detto che la stagione è ancora lunga».

Questioni di calendario

L’ultimo impegno di Raffaele Marciello è stato lo scorso fine settimana in Francia, alla 1.000 km del circuito Paul Ricard a Le Castellet, dove ha conquistato il terzo posto. Come quello di ogni pilota, anche il calendario del ticinese è fitto. «Ci sono circa 28 gare all’anno, dunque si viaggia parecchio. Questa stagione sono però stato fortunato, in quanto a luglio avrò tre weekend liberi. I giorni più impegnativi sono chiaramente quelli delle gare e quelli a ridosso di quest’ultime. Dal giovedì alla domenica sono molto preso, mentre gli altri giorni sono più tranquilli. La mia settimana va al contrario: quando io sono libero, solitamente gli altri lavorano».

Raffaele aveva le idee chiare sin da piccolo. La vita del ticinese è sempre stata tra i motori, ma forse, a tratti, ha immaginato di fare altro, magari in tenera età. «No, non ci ho mai pensato», afferma. «Faccio quello che ho sempre voluto fare. Questa è la mia vita e non ho mai pensato di cambiarla. Non mi manca nulla e posso vivere di quello che amo. Non mi vedrei in un ambito diverso».

Una passione tramandata

Questa forte passione non è nata per caso in Raffaele Marciello, ma gli è stata tramandata dalla parte maschile della famiglia. «Mio padre era un appassionato, non è mai stato un professionista, ma già a tre anni e mezzo mi ha messo sui primi kart». E dopo i kart Raffaele è passato in diverse categorie, approdando infine in GT3, dove attualmente gareggia. «Qui ho trovato il mio spazio. Vedremo se in futuro qualcosa cambierà e si potrà puntare a qualche corsa più prestigiosa. Per il momento, comunque, va bene così».

L’esperienza in F1

Tra le varie avventure, Raffaele è passato anche tra i paddock della Formula Uno. Era il 31 dicembre del 2014 quando il ragazzo di Caslano è stato annunciato come terzo pilota della Sauber per la stagione del Mondiale 2015. Un’esperienza breve che però gli ha permesso di capire alcune dinamiche della galassia delle monoposto più ambite.

«Approdare in F1 è sempre stato il mio sogno sin da piccolo, ma penso sia così per ogni bimbo interessato ai motori – continua Marciello –. Poi, a poco a poco, ti rendi conto che si tratta di un desiderio irrealizzabile per tanti fattori. Guardandomi alle spalle, posso però dire di essere soddisfatto. Il mio principale obiettivo era diventare un pilota professionista che potesse vivere della sua passione e così è stato. La mia capatina in Formula Uno è stata qualcosa di diverso rispetto a quello che faccio oggi. In F1 corri da solo e tutti sono i tuoi rivali. In GT, invece, bisogna condividere l’automobile con il proprio compagno e trovo ci sia più rispetto tra i piloti. Ma questo vale un po’ per ogni categoria al di fuori della F1, che chiaramente è un campionato ad altissimi livelli, dove ogni cosa è amplificata alla massima potenza. Io comunque sono un tipo piuttosto introverso, dunque questi aspetti mi toccano parzialmente».

Le prospettive in Ticino

Diventare grandi nel mondo dei motori partendo dal Ticino. Raffaele in parte c’è riuscito, ma forse anche perché – come sottolinea lui stesso – ha potuto dedicarsi completamente a questo sport. Chi non è fortunato come lui, può comunque arrivare a gareggiare ad alti livelli partendo dal nostro cantone oppure deve per forza spostarsi all’estero, e quindi avere le possibilità finanziarie per farlo? «Quando ho cominciato io era più semplice rispetto a oggi far carriera partendo dalla Svizzera – sottolinea Raffaele –. Questo perché il livello era piuttosto alto. Adesso, invece, purtroppo non esiste più un’organizzazione che permetta ai piloti di crescere, dunque tutti si trasferiscono all’estero dove ci sono piste più prestigiose che ti danno la possibilità di gareggiare al meglio. Penso all’Italia o alla Spagna».

Oltre i motori

Raffaele Marciello non ha mai pensato di fare altro, ma ha una passione che esula dalle automobili. «Mi piace pedalare. Il Luganese d’altronde offre ottime possibilità per fare dei giri in bicicletta. Anche appena fuori confine, in Italia, ci sono tante piste davvero bendisegnate. In ogni caso, la mia attività principale, al di fuori dell’automobilismo, rimane il riposo. Cerco sempre di prendermi un po’ di tempo per ricaricare le batterie e prepararmi per la gara successiva».

La prossima è in programma tra due settimane sul circuito di Zandvoort per la terza corsa del GT World Challenge Sprint.