Ottavio Tazzi se ne va, boxe in lutto

Lo storico maestro della palestra Doria di Milano si è spento a 84 anni
Andrea Colandrea
19.09.2013 15:19

MILANO - Il maestro di boxe Ottavio Tazzi non c'è più. Milanese DOC, classe 1928, si è spento l'11 settembre scorso, a 84 anni, all'Ospedale San Raffaele di Milano, dopo una lunga malattia. Tazzi è stato uno degli allenatori di pugilato italiani di maggiore spessore e successo. Ha allenato otto campioni del mondo, tra cui Rocky Mattioli, Kamel Bou Ali e Giacobbe Fragomeni, noto anche ai cultori ticinesi del pugilato per il documentario andato in onda sulla RSI "Senza tregua: diario di una vita alle corde", nel quale figura anche "il nonno". Numerosi altri pugili sono stati alla corte del maestro Tazzi dagli anni '70 in avanti.

Per lunghi anni in forze alla Palestra Doria di via Mascagni, nel cuore del capoluogo lombardo, a due passi da Piazza San Babila, il maestro è stato il punto di riferimento per gli allenamenti di numerosi pugili e per la loro preparazione in vista degli incontri sul ring. Li ha diretti con autorevolezza e ha sempre avuto una buona parola per tutti. Per vincitori e sconfitti, indistintamente. Chi scrive, li ha vissuti da dentro per un periodo di tre anni. Tazzi era un uomo che ti parlava per metà in italiano e per metà in dialetto lombardo. Aveva una sensibilità molto spiccata per uno sport che ha la reputazione di essere rude e nell'immaginario collettivo fatto soprattutto, al alti livelli, per gli avanzi di galera.

Alcuni dicono e scrivono che Tazzi fosse più legato ai brocchi che ai campioni. Forse. Certamente, in palestra, rispettava tutti i pugili allo stesso modo: dal novizio al professionista. Si interessava molto anche di quanto capitava in Svizzera. "Quanto costa un caffè lì da voi?" mi chiese una volta mentre aveva appena terminato di fare la "passata" ad Angelo Boom Boom Liquori, che stava preparando l'assalto alla semifinale di Campionato italiano dei superwelter contro Roberto Manoni. Correva l'anno 1985.  "In Svizzera tutto costa di più, ma avete un ordine esemplare. MI ricordo quella volta...". Intanto, il sudore e i pugni al sacco sembravano musica per le orecchie di chi ama il pugilato nel senso nobile del termine.