Hockey

Paolo Duca: «Sono sempre stato un grande ammiratore di Chris DiDomenico»

Nella giornata odierna i leventinesi hanno stravolto il proprio pacchetto stranieri: l’addio di Ang consente la permanenza di Curran, mentre il canadese è stato scambiato per Lilja - «Spero che Ambrì sia il carburante giusto per il suo motore - ha dichiarato il ds biancoblù - finanziariamente è un’operazione neutra che non genera costi»
©CdT/Gabriele Putzu
Alex Isenburg
28.10.2024 22:25

È stata una giornata da fuochi d’artificio, quella di ieri, per l’Ambrì Piotta. E saranno di certo state ore intense, quelle che ha vissuto Paolo Duca. In meno di 24 ore il direttore sportivo dei biancoblù ha ridisegnato una fetta importante dello scacchiere a disposizione di Luca Cereda. In mattinata la prima duplice notizia: la rescissione consensuale del contratto di Jonathan Ang ha avuto, come conseguenza naturale, la permanenza di Kodie Curran sino al termine della stagione. Poi, in serata, un altro colpo di mercato. Un botto, ma di quelli rumorosi per davvero. Perché sì, lo scambio Lilja-DiDomenico è destinato a spostare gli equilibri e si può rivelare una mossa coi fiocchi.

Bramato da tempo

«Vedevamo i problemi e adesso abbiamo cercato delle soluzioni». Si può sostanzialmente sintetizzare così, con queste parole di Duca, il pensiero che sta dietro a questi cambiamenti radicali. D’altra parte - come è solito affermare lui stesso – le cose nello sport evolvono particolarmente in fretta. «Cerchiamo di restare sempre vigili, per essere pronti a reagire ad ogni evenienza oppure per provare a capitalizzare una possibile occasione sul mercato». Ebbene, l’operazione che ha coinvolto Chris DiDomenico, indubbiamente, rientra senz’altro sotto questa categoria. «Non lo nascondo, io sono sempre stato un ammiratore di questo giocatore. Infatti, già in passato – nei miei primi anni da ds - ogniqualvolta il suo contratto era in scadenza ho provato con varie mosse ad accaparrarmelo, senza però mai riuscire a entrare in discussione. Questa volta, invece, c’erano i giusti presupposti».

Più carisma, più personalità

Il 35.enne – autore di 9 punti in 16 partite con la maglia del Friburgo in questo inizio di regular season – è uno dei volti maggiormente riconoscibili nel nostro campionato. Per la sua esperienza che ha maturato in Svizzera, certo, ma anche per un carisma davvero smisurato. «Penso che lui abbia un livello di agonismo estremamente spiccato, vive e si nutre di emozioni e questo è un aspetto molto importante anche in una realtà come la nostra. Mi auguro che possa aiutarci e che - considerando queste sue caratteristiche - possa davvero funzionare il connubio con Ambrì: spero che il nostro contesto possa essere il carburante giusto per alimentare il suo motore. Nel pieno di fiducia e con la miglior condizione psico-fisica, è sicuramente un gran bel giocatore». Insomma, l’occasione era di quelle ghiotte, tanto più, poi, che Duca è riuscito a siglare un accordo conveniente anche dal punto di vista economico. «In questo senso, non avremo conseguenze poiché si tratta di un’operazione finanziariamente neutra: tenere Lilja fino al termine della stagione oppure far arrivare DiDomenico per noi era esattamente la stessa cosa, quindi, non si genera alcun costo supplementare».

A fare i bagagli, è dunque l’ala svedese che, di certo, non stava mostrando il meglio del suo repertorio. «Mi dispiace per Jakob, ci siamo parlati molto francamente e ci siamo lasciati comunque senza rancori. Avevamo davvero un bel rapporto, anche perché a livello professionale ha sempre dato il massimo e non gli possiamo rimproverare nulla. Purtroppo, per una serie di ragioni, non ha funzionato ma anche lui ha riconosciuto che non stava giocando al suo livello. Speriamo che questo cambiamento possa portarci un po’ di energia, di verve offensiva e personalità che sicuramente ci fanno comodo».

Minor vulnerabilità

Se il colpo del focoso ex Friburgo è arrivato a sorpresa, lo stesso non si può di certo affermare per la separazione con Ang, che ha poi dato il là alla conferma di Curran. «La sensazione che avevamo quest’estate - e che ci sentiamo di ribadire tuttora - è che poter contare su tre stranieri in difesa ci rende meno vulnerabili e ciò sarebbe stato possibile solamente trovando una soluzione con un attaccante». Il canadese - impiegato nelle prime sette apparizioni stagionali – non è mai stato convincente, a tal punto da collezionare un solo assist - peraltro in seconda, contro lo Zugo – e di finire poi in sovrannumero nelle successive otto partite. «Nelle ultime settimane, per quanto riguarda il contingente degli stranieri, si sono delineate delle gerarchie e siamo arrivati alla conclusione, discutendone apertamente, che era meglio per tutti trovare una soluzione. Logicamente, non si trattava di una situazione facile, neanche per lui. Avevamo previsto di iniziare con sette giocatori di importazione, poi, però, si è presentata l’occasione – che per noi era prioritaria - di riavere Kubalik e questo non ha facilitato le cose: gestire due stranieri che tutte le sere non scendono sul ghiaccio è complicato».

«Non una scommessa persa»

La scintilla tra lui e il club, sembra che non sia mai realmente scattata. «A dire il vero, le amichevoli di quest’estate erano andate meglio rispetto a questo inizio di campionato. Tuttavia, penso che per lui – più che su altri - abbia giocato un ruolo importante l’arrivo di Kubalik anche in termini di concorrenza interna, in quanto le caratteristiche dei due per certi versi si assomigliano. Ci tengo comunque a precisare che non ci sono stati problemi o situazioni particolari che hanno portato a questa separazione, è stato un accumulo di fattori, dovuti soprattutto al contesto. A lui non si può rimproverare niente: si è sempre comportato in maniera corretta e professionale, semplicemente non è riuscito – soprattutto inizialmente, quando c’era Maillet infortunato – a essere incisivo e ritagliarsi un ruolo di primo piano».

Una scommessa persa, dunque? «No, io non la definirei così. Rimango convinto che Ang sia un giocatore eccezionale che ha delle qualità rare. È vero, la scorsa stagione era in calo e quest’anno non aveva iniziato in maniera brillante, tuttavia, ritengo che, come detto, ciò sia dovuto alla situazione del contingente e in questo senso noi siamo consapevoli che parte della responsabilità è anche nostra, anche mia. Se però potessi tornare indietro al mese di maggio dell’anno scorso – quando avevamo un solo giocatore di importazione sotto contratto – rifarei esattamente la stessa mossa. Sul giocatore riscommetterei subito, anzi sono sicuro che sentiremo ancora parlare di lui».