L'intervista

Parla Granit Xhaka: «Passo indietro? No, sono ancora ambizioso»

Il capitano della Nazionale e oramai ex Arsenal a ruota libera, dall'addio alla Premier League al ritorno in Bundesliga ma con la maglia del Bayer Leverkusen
© KEYSTONE / LAURENT GILLIERON
Red. Online
07.07.2023 19:00

Dopo l'addio, Granit Xhaka è stato sommerso di complimenti ed elogi. Sì, la Londra che tifa Arsenal – ma non solo – ha mostrato tutto il suo amore e la stima nei confronti del centrocampista svizzero, fresco di accordo con il Bayer Leverkusen dopo 297 presenze in Inghilterra con i Gunners. Il metronomo elvetico, dunque, continuerà la sua carriera in Bundesliga. Non solo, all'indomani della firma su un contratto quinquennale con le «aspirine», il capitano della Nazionale si è confidato con Keystone-ATS. Spiegando, innanzitutto, che no, il suo ritorno in Germania non è un passo indietro in carriera ma, semmai, una nuova possibilità. Le ambizioni, insomma, sono quelle di sempre.

Sette anni in Premier League, sette anni sul palcoscenico più prestigioso di tutti. Quali ricordi porta con sé?
«Ricordi positivi, molti ricordi positivi. Io e la mia famiglia abbiamo trascorso sette anni meravigliosi a Londra. Alla fine, non ho mai giocato così a lungo per una squadra all'esterno. Il mio addio, la mia ultima partita con l'Arsenal, beh, roba da pelle d'oca».

Quali ostacoli ha dovuto superare?
«Di periodi difficili ce ne sono sempre stati. Ogni giorno, in fondo, è stato impegnativo. Fa parte dell'essere calciatore e bisogna sopportarlo».

Una parola su Mikel Arteta, suo oramai ex allenatore...
«È un allenatore per il quale nutro il massimo rispetto. Anche perché capisce molto di calcio. Arteta vede il gioco con un occhio completamente diverso. Ho avuto un ottimo rapporto con lui. È anche grazie a lui se abbiamo raggiunto un traguardo che ci era sfuggito per anni: la qualificazione alla Champions League».

Ha esitato a lungo prima di lasciare l'Arsenal un anno prima della naturale scadenza del contratto? Soprattutto, vede in questo trasferimento un passo indietro a livello di carriera?
«Ho sentito dire e letto spesso che mia moglie non era più felice in Inghilterra. Non è affatto vero. Il fatto è che, come uomo, sono sempre interessato a una nuova sfida. Dopo sette anni, semplicemente, era arrivato il momento di osare qualcosa di nuovo. Il campionato non sarà nuovo per me, d'accordo, ma il club sì. Durante i colloqui con Simon Rolfes, membro della direzione sportiva, e Xabi Alonso, l'allenatore, ho capito che il Leverkusen ha un progetto a lungo termine e che mi si addice al 100%».

Perché il Bayer Leverkusen? Perché questo club ha un nome importante, in Germania e in Europa

Perché il Bayer Leverkusen ha vinto la concorrenza rispetto ad altre società?
«Perché questo club ha un nome importante, in Germania e in Europa. L'idea mi ha convinto, come detto, e anche il modo in cui il club è gestito ha giocato un ruolo importante. Qui ci sono sempre stati buoni giocatori. Mi piacciono la calma e l'ordine, anche. Non solo, Xabi Alonso è un allenatore cui è stato dato mandato di applicare questi valori. Sta facendo un lavoro buono e oserei dire ragionevole. E tanto per essere chiari: la durata del contratto è un ulteriore fattore che mi dà sicurezza, non sono uno che ama giocare a poker».

Alonso, anche da giocatore, aveva una certa reputazione.
«Prima del trasferimento ho discusso molto con lui. Lui e Simon, appunto, hanno una strategia chiara. Sanno esattamente cosa vogliono fare. Ricordo di aver giocato contro Xabi quando lui era al Bayern e io ero ancora al Gladbach. Era un grande giocatore. Ma la qualificazione all'Europa League la dice lunga sull'ottimo lavoro di Alonso come allenatore. Sono felice di lavorare con una leggenda come lui».

Cosa pensa del Bayer, infine? Dove la porterà il suo viaggio in Bundesliga?
«Chi mi conosce sa che penso in grande. E a Leverkusen non sarà diverso. Torno in Germania con molta esperienza nel mio bagaglio. Voglio ottenere molto con il Bayer, certo. Ad esempio, tornare in Champions League e vincere il titolo. Sono convinto di avere un grande futuro davanti a me».