Hockey

Patry e Verboon, due amici d’infanzia: «Cresciuti a Ginevra, riuniti a Lugano»

I due attaccanti bianconeri si conoscono da quando avevano undici anni: «Nel 2017 le nostre strade si sono separate, ora è bellissimo essere di nuovo compagni»
© CdT
Fernando Lavezzo
03.10.2023 06:00

Si sono conosciuti da bambini a Ginevra. Sono cresciuti insieme nelle giovanili del Servette, vincendo un campionato Under 17. Dopo essersi persi di vista per qualche anno, quest’estate Matthew Verboon e Stéphane Patry si sono ritrovati a Lugano. Riallacciando i fili di una vecchia amicizia.

Cinque giorni

Stéphane Patry è venuto al mondo il 18 febbraio del 2000 a Ginevra. Cinque giorni dopo a Richmond Hill, in Ontario, è stato il turno di Matthew Verboon. Separati alla nascita (a separarli c’era l’oceano), i due si sono incontrati undici anni più tardi, in una pista di hockey su ghiaccio. «I miei genitori sono canadesi - racconta Verboon -, ma quando avevo appena tre mesi ci siamo trasferiti a Ginevra, dove mio padre aveva ottenuto un lavoro in una compagnia internazionale. L’idea era di restare in Svizzera soltanto tre o quattro anni. E invece sono diventati molti di più, tant’è che ho ottenuto il passaporto rossocrociato». «Io non ho mai considerato Matthew come canadese», dice ridendo Patry. «Forse da piccolo non sapevo nemmeno che lo fosse. Siamo due bravi ragazzi di Ginevra».

Un’intesa perfetta

Matt e Steph si sono conosciuti nel 2011, nei Moskito del Servette: «Io arrivavo dal Meyrin, dove avevo mosso i primi passi», ricorda Patry. «Appena sono entrato nel nuovo spogliatoio, ho subito notato questo tizio divertente, che scherzava e rideva con tutti. Matthew si sapeva distinguere. Vi faccio un esempio: ogni giocatore del campionato portava il casco con la griglia protettiva, mentre lui portava la visiera trasparente. Aveva stile, era cool».

«Ho iniziato a giocare nel Trois-Chêne, un piccolo club formatore della ‘‘rive gauche’’ ginevrina», spiega Verboon. «Mi sono trasferito al Servette un anno prima di Stéphane. Quando lui si è unito a noi, è sbocciata subito una bella amicizia. Eravamo complici, in pista e fuori. Nella U15 eravamo i due migliori marcatori della squadra, dunque era facile andare d’accordo. Io ho segnato tanti gol grazie ai suoi assist e viceversa. Nel 2016 abbiamo vinto il campionato U17, condividendo un momento bellissimo e indimenticabile. Poi, sempre insieme, siamo approdati nella U20 dei granata».

Strade diverse

Nell’estate del 2017 le strade di Patry e Verboon si sono separate. «Io sono andato a giocare per gli Erie Otters nella Ontario Hockey League, una delle principali leghe giovanili canadesi», racconta Stéphane. «Dopo un solo anno, sono tornato a Ginevra, ma a quel punto è stato Matthew a partire per il Nordamerica». «Proprio così», conferma Verboon: «Dapprima ho militato nella British Columbia Hockey League, poi mi sono iscritto al college negli Stati Uniti, giocando quattro stagioni in NCAA con la squadra della Colgate University, nello Stato di New York. Ho sempre avuto questa idea in testa, sin da ragazzino: volevo diventare un giocatore di hockey professionista, senza però rinunciare alla laurea. Tornare in Nordamerica a diciotto anni mi ha anche permesso di creare un ponte con il mio passato: a Ginevra mi sono sempre sentito svizzero al 100%, ma negli ultimi cinque anni ho potuto riportare in superficie le mie radici. Oggi mi considero un mix delle due culture, anche in termini puramente hockeistici. Credo che pure Stéphane abbia imparato moltissimo dalla sua breve esperienza canadese. In Ontario aveva vissuto una stagione un po’ difficile, ma per i giovani svizzeri è interessante conoscere l’hockey d’oltre oceano. Aiuta ad aprire gli occhi. Ci si rende conto di quanti giocatori di valore ci siano da quelle parti e quanto lavoro occorra per poter competere a quei livelli altissimi».

Ancora insieme

Tra il 2017 e la primavera del 2023, i due amici si sono dunque persi di vista. «La distanza non ha facilitato le cose. Inoltre, ognuno aveva i suoi impegni, le sue cose a cui pensare», racconta Patry. «Fortunatamente ci vedevamo in Nazionale. Nel dicembre del 2019, ad esempio, eravamo entrambi ai Mondiali U20 di Vancouver e Victoria, conclusi al quarto posto dopo aver battuto la Svezia nei quarti di finale. Queste esperienze con la maglia rossocrociata ci hanno aiutato a tenere vivo il rapporto».

Terminato il percorso universitario con il titolo di Conference e il premio di studente-atleta dell’anno, per Matthew Verboon si è trattato di decidere in quale squadra avviare la carriera nell’hockey professionistico: «Quando ho iniziato a discutere con il Lugano, ho chiamato Stéphane, che giocava già qui, per raccogliere un po’ di informazioni sullo staff tecnico, sullo spogliatoio e sull’ambiente in generale. Ha fatto la sua parte per portarmi in Ticino ed è bello essere qui insieme a lui».

Non c’è posto per tutti

Nelle prime otto partite di questo campionato, Verboon ha trovato regolarmente spazio nel line-up bianconero. Patry, per contro, è stato schierato solo lo scorso weekend, dopo l’infortunio di Cole Cormier: nel derby non ha effettuato neppure un cambio, mentre a Kloten ha giocato meno di 6 minuti: «Ma io resto positivo», ci dice Stéphane. «Continuo a lavorare sodo. Se oggi c’è bisogno di me, sono pronto. Altrimenti aspetterò il mio momento, cercando di convincere il coach in allenamento. La stagione è lunga. Al momento abbiamo un solo infortunato e tanta concorrenza. Per la squadra è un bene, tutti sono obbligati a spingere per conquistarsi un posto».

Matthew sa che prima o poi il suo amico Stéphane si farà valere: «È reduce da un anno difficile, mentalmente non è mai facile ripartire dopo una commozione cerebrale. Ora sta giocando poco, è vero, ma ha lo spirito giusto e un’attitudine positiva. Presto anche lui avrà la sua opportunità, come io sto avendo la mia».

Prima il Rappi, poi il Servette

Questa sera i bianconeri ospitano il Rapperswil. Poi, venerdì, sarà la volta del Ginevra. La scorsa stagione Stéphane Patry aveva già sfidato il suo vecchio club, affrontato pure nei playoff. Per Matthew Verboon, invece, sarà la prima volta: «Lo ammetto, è la gara che ho segnato sul calendario, anche se sarà più speciale quando andremo alle Vernets, dove verranno a vedermi amici e parenti. Prima, però, pensiamo ai Lakers. Dopo un weekend contraddistinto da alti e bassi, ci serve una gara solida per sessanta minuti. Vogliamo i tre punti per iniziare a risalire la classifica».

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