Il punto

Più consapevole e spensierato, il Lugano prepara la rivincita del Wankdorf

Il primo punto in Conference League permette ai bianconeri di sfidare lo Young Boys in campionato con maggiori certezze
Il capitano bianconero Jonathan Sabbatini. ©Keystone/Alessandro Crinari
Massimo Solari
22.09.2023 20:00

Premessa senza polemica, ritenuto che le condizioni quadro sono note: per le emozioni che ha saputo offrire, Lugano-Bodø Glimt avrebbe meritato una cornice più degna. Sia a livello di pubblico, sia per quanto concerne la qualità del terreno da gioco. Nel pantano del Letzigrund, invece, le convincenti gesta dei bianconeri hanno fatto sussultare 1.400 spettatori. Poco male: i 166 mila euro incassati per il primo punto conquistato in Conference League potranno contribuire ad appianare parte delle spese e i rimpianti accumulati lungo l’arco dell’incontro. «Ma tante cose sono andate molto bene» ha precisato a giusta ragione il tecnico Mattia Croci-Torti. Sì, perché servivano delle risposte che la squadra avrebbe anche potuto non conoscere. Inutile girarci attorno: il pareggio contro i norvegesi è maturato a margine di un periodo un po’ nebuloso. Prima le tre sconfitte in serie (Europa compresa), poi qualche incomprensione interna. Infine la prestazione così così in Coppa con il modesto Lancy. Giovedì, però, si è visto un Lugano in salute. E, così, in grado di rilanciarsi pure in campionato. Domenica pomeriggio, oltretutto, è in agenda la rivincita del Wankdorf. La stanchezza, beh, si farà sentire, ma al cospetto dell’YB gli stimoli e la ritrovata spensieratezza mentale dei bianconeri potrebbero apparecchiare al meglio l’autunno.

Celar e i cattivi pensieri

Proprio quest’ultimo aspetto merita di essere analizzato. D’altronde lo ha fatto anche il Crus, nel dopo partita: «Eravamo tranquilli di testa. E grazie a questa condizione è stato possibile affrontare il match con coraggio». Vero. La spessa scorza europea del Bodø non ha impressionato Sabbatini e compagni, che per l’appunto non hanno avuto paura di giocarsela a viso aperto, all’attacco, gettando le fondamenta per il proprio castello di rimpianti. Le troppe occasioni gettate al vento negli ultimi sedici metri hanno gridato vendetta. E, tornando alla testa quale fattore determinante, l’errore imperdonabile di Zan Celar ha chiarito - una volta di più - chi non si è ancora liberato dei cattivi pensieri. A Berna, in tal senso, il turnover di Croci-Torti dovrebbe prendere le mosse proprio dal vertice dell’attacco, con il volenteroso (ancorché un poco arruffone) Vladi pronto a ribadire il personale fiuto del gol.

Aspettando «Nacho»

Per ragioni differenti dal centravanti sloveno, un altro elemento offensivo del Lugano è tutt’ora alla ricerca delle migliori sensazioni. Di quella leggerezza che nella passata stagione si era tradotta in puro genio. Parliamo naturalmente di Ignacio Aliseda, a sua volta destinato a vestire una maglia da titolare contro lo Young Boys dopo la panchina iniziale in Conference League. L’argentino, a Zurigo, non ha lasciato il segno, quando il suo ingresso nella ripresa avrebbe per contro potuto e dovuto sfociare nell’affondo decisivo al Bodø. «Nacho», evidentemente, necessita di minuti, giocate riuscite e quindi fiducia. E, di riflesso, pure il Crus avrebbe bisogno di sapere quanto prima che dietro di sé - a gara in corso - esiste ancora una riserva d’oro. La prima rete firmata da Amoura con l’Union Saint-Gilloise - sempre giovedì in Europa League contro il Tolosa - è al proposito parsa una sorta di sberleffo. Le prospettive del Lugano sembrano ad ogni modo più rosee dopo la prima curva sul fronte continentale. Le premesse da fare, in effetti, erano due: con il centro-sinistra della difesa da reinventare e alcuni giocatori da recuperare o non pienamente recuperati, iniziare bene la Conference e rituffarsi con consapevolezza in Super League era tutto fuorché scontato. 

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