Pogacar e Vingegaard pedalano verso una nuova rivalità da leggenda

«Io e Jonas non perderemo l’occasione di scattarci in faccia fino al termine del Tour». Parole e musica di Tadej Pocagar, protagonista di una sfida d’altri tempi con Jonaas Vingegaard. La Grande Boucle – stupenda, fino ad ora – vive sul duello infinito tra lo sloveno e il danese. Domani la strada ricomincerà a salire e allora – da qui a Parigi – ne vedremo delle belle. Pogacar e Vingegaard si rispettano e si temono al tempo stesso, si marcano a ruota e – soprattutto – manifestano una superiorità quasi insolente nei confronti dei loro avversari. Pian piano, giorno dopo giorno, prende sempre più forma una di quelle rivalità che hanno fatto la leggenda del Tour de France. Ce ne sono state tantissime, impossibile raccontarle tutte. Ne abbiamo scelte cinque andando indietro negli anni e tralasciando volutamente quelle sviluppatesi nel periodo più buio del mondo della petite reine.
Coppi e Bartali
Quella tra il toscanaccio e il piemontese è probabilmente la rivalità più romantica nella storia del ciclismo. Un duello tra due atleti legati da un rapporto di odio e amore: il famoso passaggio della borraccia tra uno e l’altro sul Galibier, al Tour del 1952, fa discutere ancora oggi. Nata negli anni quaranta, la rivalità tra Bartali e Coppi ha tenuto con il fiato sospeso tutta l’Italia. È stata capace di dividere e al tempo stesso di unire un Paese alle prese con un dopoguerra tutt’altro che facile da gestire. Gli insulti ricevuti dal pubblico francese dai due corridori risvegliano l’orgoglio nazionale e aiutano a dimenticare le tensioni politiche interne. All’inizio compagno di squadra di Bartali, Coppi il ribelle ha rapidamente raggiunto il religiosissimo Gino. In due hanno conquistato 12 Grandi Giri, con quattro podi in comune. E per quasi 15 anni, dal 1940 al 1954, hanno fatto di tutto per battersi. Bartali vince due volte la Grande Boucle: nel 1938 e nel 1948. Anche Coppi trionfa in due occasioni al Tour, nel 1949 e nel 1952. Morirà nel 1960, a 40 anni, stroncato da una malaria non diagnosticata dai medici. Bartali si spegne invece nel 2000, nella sua Firenze, a 86 anni.
Anquetil e Poulidor
Negli anni sessanta, Jacques Anquetil è il corridore di riferimento nel panorama del cilcismo mondiale. E proprio in quel periodo vince i suoi cinque Tour de France (1957, 1961, 1962, 1963, 1964). Ma il suo grande avversario, Raymond Poulidor, diventa il beniamino del pubblico. La «follia Poupou» ha spesso il sopravvento sui tifosi di «Maître Jacques». Nel 1962 Poulidor è terzo alla Grande Boucle, mentre nel 1964 è secondo alle spalle di Anquetil. Amatissimo dagli appassionati di cliclismo, proprio nel 1964 Poulidor – prima dell’arrivo a Parigi – domina Anquetil sul Puy de Dôme e «vede» la maglia gialla. Ma nell’ultima cronometro al Parc des Princes si impone Anquetil, che va così a vincere la sua quinta Grande Boucle. La Francia vibra e litiga per loro: il vincente contro l’eterno secondo.
Merckx contro tutti
Durante tutta la sua carriera, Eddy Merckx è sempre stato l’uomo da battere. Sono stati tanti gli avversari del «cannibale» – Felice Gimondi in primis – ma a far vibrare il Belgio è la rivalità con il suo connazionale Roger De Vlaeminck, che si rifiuta pure di diventare compagno di squadra di Merckx. Nei Grandi Giri la superiorità di Merckx è totale e allora De Vlaeminck cerca di prendersi le sue rivincite soprattutto nelle classiche. Al Tour ci prova Luis Ocaña a mettere in difficoltà il belga, ma senza successo. Lo spagnolo vince la Grande Boucle del 1973, edizione alla quale non prende però parte Merckx. Il «cannibale» chiude la carriera con cinque trionfi al Tour (1969, 1970, 1971, 1972, 1974).
Hinault e Lemond
L’americano Greg Lemond è compagno di squadra del francese Bernard Hinault nella Vie Claire di Bernard Tapie. LeMond aiuta Hinault a vincere il suo 5. Tour nel 1985 e gli accordi di squadra vogliono che l’anno successivo sia il francese a dare una mano allo statunitense. Hinault però non ci sta, prende la maglia gialla sui Pirenei e la conserva fino ai piedi delle Alpi. Infuriato, LeMond si impone a Serre-Chevalier e diventa leader della classifica. Il giorno seguente c’è l’Alpe d’Huez: il francese ci prova ancora, ma l’americano è superiore. E a 500 metri dal traguardo LeMond affianca Hinault: i due si danno la mano e tagliano il traguardo insieme. Pace fatta: vera o di facciata?
Lemond e Fignon
La rivalità tra il francese Laurent Fignon e l’americano sta tutta negli 8’’ che li separano in classifica al termine della cronometro conclusiva tra Versailles e Parigi al Tour del 1989. Otto secondi che restano il minore distacco di sempre della Grande Boucle tra il primo e il secondo classificato. Greg Lemond chiuderà la carriera con tre vittorie alla Grande Boucle. Fignon – che si era imposto nel 1983 e nel 1984 – muore nel 2010 a seguito di un cancro al pancreas poche settimane dopo aver svolto il ruolo di opinionista al Tour di quell’anno.