Amarcord

Quando i bonus giravano anche nel calcio svizzero

Il 22 marzo del 2003, in vista della nuova Challenge League, l’assemblea della Lega promosse la formula dei due punti extra (con rigori) - L'esperimento durò appena una stagione
Rafael (Chiasso) e Rothenbühler (M. Agno), in un derby del 2003. ©Ti-Press/Archivio
Massimo Solari
22.03.2023 06:00

A partire dalla prossima stagione, il massimo campionato svizzero cambierà pelle. Allargamento a dodici squadre e introduzione del cosiddetto «modello scozzese». Tanti auguri. Il lavoro della Swiss Football League, tuttavia, non è concluso. Nei prossimi mesi verrà delineato anche il futuro della Challenge League, al momento rimasta in naftalina. Si tornerà a 18 squadre? A 20? Magari con una suddivisione in due regioni? Un cambiamento, per ridare slancio e un’identità chiara alla lega cadetta, s’impone. Una visione, sì, in grado di fornire una prospettiva chiara e sostenibile a quello che doveva essere il trampolino di lancio per molti giovani talenti. I vertici del calcio elvetico, nel tempo, le hanno provate un po’ tutte. Talvolta superandosi. Per dire: esattamente vent’anni fa, il 22 marzo del 2003, l’esercizio sfuggì completamente di mano ai dirigenti della Lega.

Dietrofront quasi immediato

Una prima decisione forte, invero, era già stata presa: addio alla oramai desueta Lega nazionale e alla formula «Rumo», fatta di lotte per il titolo, rimescolamenti fra ultime di A e prime di B, gironi di consolazione. L’era della Swiss Football League, con le sue due creature - Super e Challenge - stava per sbocciare. Già, peccato che per quanto concerne il secondo torneo si decise di andare oltre, ispirandosi al modello delle coppe europee UEFA. Nell’intento di rendere più avvincente la stagione e spingere le formazioni a proporre un gioco offensivo, fu votata l’introduzione dell’abbuono.

Ricordate? In sostanza, si procedeva al doppio confronto fra le stesse compagini nel giro di una settimana. E quella capace di totalizzare più punti o realizzare più reti in caso di una vittoria a testa, veniva premiata con 2 punti extra. Di più: in caso di risultati a specchio (per esempio 3-0, 0-3 o due pareggi per 1-1), l’attribuzione del bonus era decisa da una serie di calci di rigore dopo il 90’. Spoiler: l’esperimento fallì miseramente. Colpa anche del clamoroso «caso Sion», riammesso solo a ottobre in un campionato che doveva interessare 16 e non 17 club. Poco più di un anno più tardi - e nonostante a sud delle Alpi la formula non dispiacesse - la Lega rinnegò così il proprio ardore, eliminando i 2 punti di bonus dal campionato 2004-05. «D’altronde nemmeno si verificò l’auspicato incremento di pubblico» rileva Pauli Schönwetter, vent’anni fa alla guida di une delle tre squadre ticinesi: il Chiasso.

Entrammo nella storia vincendo per primi, contro il Vaduz, una partita di campionato ai rigori
Pauli Schönwetter, già allenatore del Chiasso

«Nemmeno in Burundi...»

Eppure, proprio i rossoblù approfittarono alla grande della formula. Su 32 turni, i bonus accumulati furono addirittura dodici, per un totale di 24 punti aggiuntivi. Solo Sciaffusa (promosso in Super League) e Yverdon riuscirono a fare altrettanto. Il Chiasso chiuse al terzo rango, a un solo punticino dallo spareggio agguantato dal Vaduz, mentre Malcantone Agno e Bellinzona si classificarono rispettivamente quarto (73 punti, dei quali 18 di abbuoni) e undicesimo (56 e 14). «Entrammo addirittura nella storia» rammenta oggi Schönwetter: «Al sesto turno, e alla luce di un doppio 0-0 contro il Vaduz, si rese per la prima volta necessaria l’appendice dei calci di rigore. Ricordo ancora la trasformazione di Beck, ex Vaduz, che contribuì al nostro successo». Correva il 23 agosto del 2003 e al termine della sfida Schönwetter passò alla storia anche per le sue dichiarazioni: «Nemmeno nel campionato del Burundi credo succeda una cosa del genere: siamo i primi a vincere una partita di campionato ai rigori!». Beh, in effetti - a osservarla da qui - appare come una piccola, grande follia. «La formula aveva poco senso» ribadisce Schönwetter: «Sarò un romantico, ma il calcio va preservato nella sua semplicità. Troppo spesso, per contro, chi veste la cravatta e non scende in campo si lancia in iniziative infelici. Come quella della stagione 2003-04».

La classifica non fu falsata

A Pauli, oltre che il principio, dava fastidio il «doppelspiel» ravvicinato. «Che forse funziona in Champions League, ma non nella lega cadetta del campionato svizzero». Detto ciò, il tecnico tedesco non ha dimenticato alcuni episodi legati a quella formula: «Ho un bel ricordo delle due sfide contro il Malcantone Agno: all’andata il Chiasso fu sconfitto 4-2, il ritorno però ci sorrise grazie a un travolgente 4-1». Quantomeno, il modello abbracciato e poi abbandonato non falsò la competizione, come in molti temevano. Con o senza bonus, Sciaffusa (promosso), Vaduz (barrage) e Delémont (retrocesso) avrebbero occupato la medesima posizione.