Tennis

Quanto pesa davvero la prima posizione del ranking ATP?

Con la rinuncia di Alcaraz al torneo di Shanghai, Sinner potrebbe presto tornare il numero 1 - Attualmente, le loro priorità potrebbero essere altre: questa lotta è destinata a protrarsi negli anni
©Reuters/Corinne Dubreuil
Alex Isenburg
02.10.2025 19:45

Ancora loro, sempre loro. In occasione della tournée asiatica, Carlos Alcaraz e Jannik Sinner hanno nuovamente ribadito la propria (netta) superiorità nei confronti della concorrenza. E - seppur non essendosi affrontati - hanno dato vita a un botta e risposta, che si è dunque tenuto a distanza. Lo spagnolo, infatti, si è imposto con autorevolezza a Tokyo, ma la replica da parte di Jannik Sinner - impegnato, dal canto suo, a Pechino - non si è fatta attendere. Malgrado qualche acciacco fisico - il primo ha subìto un piccolo infortunio alla caviglia nel suo match d’esordio; mentre il secondo, colpito da una gastroenterite, ha riscontrato dei crampi in semifinale - entrambi sono riusciti ad accaparrarsi un altro titolo ATP 500.

Il controsorpasso è servito?

Due fastidi di entità tutto sommato ridotta, che però sono stati seguiti da scelte differenti. L’iberico, che attualmente veste i panni del numero uno del mondo, ha deciso di non prendere parte al Rolex Shanghai Masters. «Sono molto deluso - ha annunciato Alcaraz - ma non potrò giocare a causa di problemi fisici. Con il mio team abbiamo optato di fermarci e riposare». Sinner, invece, prenderà regolarmente parte al Masters 1000 cinese e questa, allora, diventa per lui una buona occasione per accorciare le distanze nella lotta per il primo posto del ranking ATP.

Già, perché Carlitos - estromesso dodici mesi or sono, un po’ a sorpresa, da Machac (allo stadio dei quarti di finale) - è destinato a perdere 200 punti. L’altoatesino, campione lo scorso anno, grazie al successo in finale su Djokovic, è chiamato a una riconferma. Il distacco tra i due ammonta a 590 lunghezze, ma come detto potrebbe presto accorciarsi. Inoltre, a fine ottobre, Sinner dovrebbe disputare il torneo di Vienna, mentre il suo rivale - almeno sinora - non figura nella cosiddetta entry list né dell’ATP 500 austriaco né in quella di Basilea. Quindi, se Sinner dovesse imporsi anche in quella circostanza - e Alcaraz non dovesse effettivamente scendere in campo - lo scettro tornerebbe tra le sue mani. Prima ancora, tra l’altro, che subentri l’ultimo Masters 1000 stagionale - quello di Parigi-Bercy - dove l’italiano non può far altro che guadagnare punti, siccome nel 2024 non vi giocò.

La corsa si fa sugli Slam

Insomma, la lotta per il vertice è più viva che mai. I tifosi, giustamente, si infiammano nella speranza che il proprio beniamino si possa fregiare del «titolo» di migliore giocatore del globo. Qual è, però, il reale peso che i due protagonisti del circuito danno a questo riconoscimento? Allo stato attuale, verosimilmente, non molto. Alcaraz è appena risalito - vi era già stato quattro volte in precedenza - sul trono del tennis mondiale. Lui, il più giovane di sempre ad arrivare in vetta al ranking ATP, ha già accumulato 37 settimane da numero 1. Sono state 65, invece, quelle incamerate da Sinner dal momento in cui è stato incoronato per la prima volta. In questo senso, nella storia, soltanto Federer (con una cifra inarrivabile di 237 settimane consecutive), Connors (160) e Hewitt (75) hanno fatto meglio di lui.

Nell’ottica di una carriera che per entrambi è soltanto agli albori, la priorità assoluta riguarda evidentemente i titoli del Grande Slam. E non questa lotta alla prima posizione, che è peraltro destinata a protrarsi per i prossimi anni. Semmai, più rilevante - quando arriverà il momento di tirare le somme - potrebbe divenire il numero di volte in cui riusciranno a concludere la stagione da numero 1. Per determinare, in sommi capi, quante volte l’uno è stato superiore all’altro nell’arco di un’annata intera. E con ogni probabilità - considerando anche i tre mesi di sospensione comminati a Sinner - il 2025 premierà Alcaraz.

Il calendario sarà decisivo?

Quest’ultimo, poi, anche se a breve dovesse perdere la prima posizione in classifica, avrebbe l’opportunità di riacquisirla in tempi assai rapidi. Dalla sua, infatti, ha il vantaggio di difendere soltanto 200 punti - al fronte dei 1500 incamerati dal suo avversario nel 2024 - in occasione delle ATP Finals. Ed è proprio a questo appuntamento - in cui l’iberico non ha ancora brillato - che Alcaraz potrebbe dedicare la maggior parte delle energie residue. Oltre all’evento di Torino, lui - in questo finale di stagione - dovrebbe partecipare al Six Kings Slam, al Masters 1000 di Parigi e alla Coppa Davis. A proposito della programmazione, lo spagnolo si è recentemente lamentato: «Credo che ci siano troppi tornei obbligatori, ci sono troppe regole che impediscono ai tennisti di decidere autonomamente i propri piani. Sinceramente, credo che in futuro sarò costretto a saltare alcuni di questi eventi che appartengono alla categoria ‘‘mandatory’’ per preservare il mio stato di salute fisico e mentale».

Il calendario, non è una novità, è un tema particolarmente caldo, nel mondo del tennis. «Le competizioni stanno pure diventando più lunghe», ha aggiunto Sinner, in riferimento ai Masters 1000 di due settimane. «Alla fine, si può sempre scegliere: l’anno scorso ho saltato alcuni tornei e pochi mesi fa ho rinunciato a Toronto». L’età dell’atleta, per l’altoatesino, è un fattore determinante. «È molto difficile, quando si è ancora giovani, capire fino in fondo come funziona il tuo corpo». Tutto vero, per carità. Ma in fin dei conti, a contare spesso è proprio il conto (in banca). Basti pensare alle esibizioni che si susseguono. Vedremo, allora, se qualcuno sarà disposto a rinunciare al milione e mezzo di dollari garantito a ognuno dei partecipanti del Six Kings Slam.