Quinto titolo nel mirino

Fresco del suo quarto titolo nei Challenger, Dominic Stricker (ATP 120) è tornato a Lugano. Lo abbiamo incontrato al Centro Esposizioni, dove è iniziata la terza edizione dell’Indoor luganese, che il bernese, campione juniores al Roland Garros nel 2020 in singolare e in doppio, considera il suo vero trampolino di lancio nel tennis professionistico. «Mi rallegro di rigiocare a Lugano - dice Dominic - . Qui, nel 2021, avevo conquistato il mio primo Challenger. L’anno scorso ero uscito prematuramente. Adesso ci sono tutti i presupposti per far bene. Arrivo da una settimana di allenamento dopo il successo a Rovereto. Il morale è alto e proprio qui, in questo torneo, inizio una collaborazione con Sven Lundgren».
A chi bazzica nel mondo del tennis il nome di questo allenatore dice parecchio. «Lo immagino - prosegue Stricker - . Il tecnico svedese aveva lavorato per anni con Roger Federer. In tempi più recenti, aveva anche contribuito a rilanciare Stan Wawrinka. Peter, già presente a Rovereto, si è accordato per collaborare con Sven Swinnen, che ormai mi segue da diversi anni. Essere qui con due allenatori mi motiva moltissimo».
Debutto col belga Collignon
Inutile dire che l’obiettivo di Dominic è quello di tentare l’assalto al quinto Challenger in carriera. Dopo le defezioni dell’olandese Tim van Rijthoven (ATP 110) e dell’italiano Giulio Zeppieri (ATP 115), il bernese è diventato testa di serie n. 2 dietro a un altro olandese, Gijs Brouwer (ATP 114). «Io ci provo - sottolinea il nostro interlocutore - . Ma sono cosciente che ogni partita nasconde delle difficoltà, a incominciare dalla sfida iniziale con Raphael Collignon. È un giovane belga che conosco, fin da quando eravamo juniores. È un osso duro, probabilmente il primo di una lunga serie».
Lo Stricker di oggi è un giocatore diverso da quello che aveva vinto qui due anni fa. Si può dire che la sua maturazione è avvenuta per gradi? «Nel tennis contano i risultati, ma prima ancora bisogna conoscere sé stessi e fissarsi obiettivi importanti mantenendo i piedi ben impiantati per terra - afferma Dominic - . Inutile fare paragoni con Roger e Stan. È un’operazione controproducente. Non ha alcun senso. Per entrambi ho una grandissima stima. Quello che hanno fatto per il tennis elvetico è stato enorme. Il primo ha concluso la sua carriera e di tanto in tanto mi invia messaggi. Una volta per stimolarmi, un’altra per farmi i complimenti. È successo recentemente dopo lo spareggio vinto contro la Germania per ritrovare il gruppo mondiale di Coppa Davis».
E, in quell’occasione, c’era stato il ritorno di Stan nel team Suisse. «È vero. La sua presenza è stata importantissima. Il romando è uno di quei giocatori che sanno infonderti stimoli e fiducia. Ne abbiamo beneficiato tutti, a incominciare da Marc-Andrea Hüsler, che ha impressionato tutti conquistando il successo con Alexander Zverev. Quanto a Stan sono contento che sia tornato tra i top 100. In questa primavera potrà rilanciarsi ulteriormente e raggiungere un posto nel ranking più consono alle sue qualità».
E cosa dice Stricker del proprio tennis? Stando agli osservatori il bernese ha ancora un grande margine di progresso. Per questo 2023 si è già posto degli obiettivi precisi? «Innanzitutto - risponde - debbo dire che anche io, in tempi brevi, vorrei entrare tra i primi 100 del ranking. Mi mancano una ventina di posti. Tanti e pochi nello stesso tempo. Mi piacerebbe non dovere più passare dalle qualificazioni nelle prove del Grande Slam. In gennaio, all’Open d’Australia, mi ero fermato nel terzo turno quando già iniziavo a respirare aria di tabellone principale. Ad ogni modo so di avere acquisito una maggiore consapevolezza nelle mie possibilità. In questo mi ha aiutato anche la partecipazione alle finali del Next-Gen alla fine della scorsa stagione a Milano. Il successo sull’italiano Musetti nel gironcino mi aveva galvanizzato. La qualificazione per la semifinale è stata un buon risultato. Peccato che poi avevo dovuto arrendermi al ceco Jiri Lehecka».
Gli altri svizzeri
Nella giornata di ieri, intanto, entrambi gli elvetici impegnati sui campi di Lugano hanno passato il turno. Mika Brunold si è imposto sul francese Manuel Guinard per 4-6 6-2 6-2, mentre Alexander Ritschard ha sconfitto l’ungherese Zsombor Piros 3-6 6-4 7-5.