Vela

Regatando sotto la pioggia

Nonostante il meteo avverso, la prima edizione della Coppa IBSA si è conclusa domenica in un’atmosfera di festa –
Alla riuscita dell’evento ha contribuito la presenza al Circolo Velico Lago di Lugano dello skipper oceanico Alberto Bona –
«Il lago è un’ottima palestra per imparare ad andare in barca, tanti campioni hanno cominciato in ambienti di questo tipo»
Il weekend sul Ceresio è stato caratterizzato da minacciosi fronti temporaleschi.
Alberto Gerosa
30.08.2023 06:00

Bilancio lusinghiero per l’agonismo velico luganese all’indomani della prima Coppa IBSA, svoltasi sabato e domenica scorsi sulle acque del Ceresio e valevole come secondo atto del Campionato ticinese di vela per le derive. Sono stati 150 i velisti accorsi con un centinaio di barche da tutto il Ticino (ma anche dal Canton Vaud, dall’Italia e dalla Francia). Nonostante minacciosi fronti temporaleschi abbiano causato soprattutto sabato l’annullamento di diverse gare, alla premiazione di domenica pomeriggio al Circolo Velico Lago di Lugano (CVLL) si è potuto disporre di una classifica per tutte le categorie partecipanti.

Cinque vittorie luganesi

Sulle otto classi in cui si declinavano le gare, ben cinque primi posti sono stati appannaggio di sportivi riconducibili alle associazioni di Lugano: Andrea Colombo, Julia Ottino, Geo Cavazzuti e Giovanni Magnetti (CVLL) rispettivamente per la Corsa, la Crociera, l’Ilca 4 e l’Optimist; Kamilla Sabogal (Lugano Marina Club) per l’Ilca 6 e Andrea Callegher (Associazione Velabili) per la Special Olympics. In cima al podio delle classi Ilca 7 e Rs Feva sono invece saliti i colori dello Yacht Club Ascona e di Vela Giovane Minusio, rispettivamente con Andrea Arvedi e Nicola Regazzoni.

Cambi di direzione

Al di là del palmarès, sono molti i messaggi che si possono leggere in filigrana in questo evento che prosegue la tradizione della regata lacustre di fine estate. Da un lato, lo spirito cartesiano tipico degli skipper ha dovuto pagare dazio a un meteo che sta diventando sempre più bizzarro. La canicola dei giorni passati ha infatti mandato in tilt i ben noti processi di generazione della Breva, il vento termico che solitamente in questa stagione si leva sul lago dal primo pomeriggio fino a sera.

Così, la prima Coppa IBSA è stata caratterizzata dalla presenza di vento «spot», con frequenti cambi di direzione: circostanza che in gara ha portato a inattesi superamenti da parte di quegli equipaggi che, più per fortuna che per calcolo, si ritrovavano in zone di punto in bianco più ventose.

Prima la sicurezza

In un simile contesto, la parola d’ordine non poteva che essere «sicurezza»: obbligo quindi per tutti i concorrenti di indossare il giubbetto salvagente e di ridurre la velatura al minimo segnale da parte del comitato di regata (capeggiato da Yvonne Storchenegger e quasi interamente femminile). Senza contare la tracciatura costante di tutti gli equipaggi attraverso tecnologia Gps e l’attivazione di un gruppo su Whatsapp per ottimizzare le comunicazioni tra i partecipanti. Le derive come gli Optimist, solitamente primo approccio dei giovani allo sport velico, erano provviste dei salsicciotti in plastica per impedire i ribaltamenti. A capovolgersi o «scuffiare», per dirla in gergo marinaresco, è stato invece un Melges A Scow da corsa, che impegnato lungo un tragitto più lungo compreso tra Lugano, Campione d’Italia, Gandria e Castagnola si è ribaltato provocando lo scivolamento dei cinque membri dell’equipaggio sulla randa (la vela dell’albero principale), sfondandola. Nessun problema comunque, grazie all’intervento dei gommoni che hanno provveduto a raddrizzare l’imbarcazione e a portarla a terra.

Il veterano delle traversate

Le immagini della Coppa IBSA raccontano un evento vissuto da uomini e donne di età, origine e abilità diverse, forse amici già da prima o forse diventati tali a seguito di questo fine settimana di agonismo ma anche di condivisione e convivialità, trascorso tanto sull’acqua quanto sul frangiflutti, sulla terrazza del CVLL e lungo le tavolate dei locali che si affacciano sulla Foce.

In questo eterogeneo parterre spiccava la presenza di Alberto Bona, lo skipper del progetto «Sailing into the Future. Together», attraverso il quale IBSA intende trasmettere al grande pubblico e in particolare ai giovani i valori di sportività, sostenibilità e inclusività così ben incarnati dalle discipline veliche. Questo venerdì, Bona accoglierà peraltro a bordo del Class 40 IBSA (che attualmente si trova nel Mediterraneo) i fortunati velisti del CVLL: Tiziano e Francesco, insieme alla segretaria Cristina e alla responsabile di regate Julia, estratti a sorte tra i partecipanti alla Coppa IBSA. C’è un sottile filo rosso che unisce infatti i piccoli cabinati e derive alle grandi barche, il lago chiuso al mare aperto: «Il lago è un’ottima palestra per imparare ad andare in barca», ha affermato Bona, veterano delle traversate oceaniche in procinto di affrontare la Transat Jacques Vabre, al via il 29 ottobre da Le Havre, «tantissimi campioni hanno cominciato la loro carriera e si sono preparati in ambienti di questo tipo».

«Un’altra cosa bella di regate come la Coppa IBSA», ha proseguito lo skipper nato nel 1986 a Torino, «è la presenza di monotipi con le carene tutte uguali, dove l’atleta risulta quanto mai determinante nel portare la barca. Nelle categorie come la mia, invece, è molto importante anche il ruolo dei progettisti, che a parte alcune limitazioni sono liberi di sbizzarrirsi, in particolare nel disegno delle carene. Comune è però l’approccio alla barca a vela come mezzo dal ciclo di vita lunghissimo e dall’impronta di carbonio molto bassa in relazione al lavoro e all’indotto che riesce a generare. Lo stesso Class40 IBSA navigherà infatti con noi almeno tre o quattro anni ad altissimo livello, per poi passare magari ad altri team con sponsor più piccoli, che potranno utilizzarlo ancora per molto tempo».

L’obsolescenza programmata non è proprio di queste parti.