Roger cerca Federer: «Il grande obiettivo è Wimbledon»

Cappellino blu rigorosamente griffato RF, tuta rossa della Uniqlo e barbetta incolta. Roger Federer ha lanciato così la sua partecipazione al Geneva Open, in cui farà il suo esordio nel tardo pomeriggio. Anzi, di fatto il basilese ha lanciato la sua stagione, dopo la fugace apparizione di un paio di mesi fa a Doha. Sembra tranquillo e rilassato, il Maestro. Nonostante la lunga pausa forzata, nonostante non sappia troppo cosa attendersi, nonostante i suoi grandi storici rivali – Rafael Nadal e Novak Djokovic – abbiano dato spettacolo nella finale del Masters 1000 di Roma. «In questo momento – afferma il basilese – sto pensando solo a me e al mio gioco. È chiaro: il mio livello attuale non può essere comparabile a quello di Rafa e di Nole. E nemmeno a quello di tanti ragazzi della nuova generazione che stanno giocando davvero bene. Il mio obiettivo è tornare ad essere competitivo contro di loro».
Un primo passo
Roger cerca Federer, insomma. Con poche certezze, ma con la solita voglia di recitare un ruolo da protagonista sul circuito. «Non so esattamente dove sono, non posso saperlo. Mi sento bene, ma sono solo al termine di una fase di preparazione in vista dei tornei che intendo disputare. Dopo una decina di partite ne saprò di più. Oggi sono qui, a Ginevra, felice di poter tornare sul circuito».
La terra del Parc des Eaux-Vives rappresenta il primo passo verso l’adorata erbetta londinese: «Mi auguro – prosegue Federer – che giocare sulla terra battuta mi aiuti a ritrovare progressivamente le migliori sensazioni in vista di Wimbledon. In questo senso non sono preoccupato: dal 1998 non ho mai avuto problemi a passare da una superficie all’altra. Se incontrerò delle difficoltà, dovrò essere bravo a capirne le cause. Sono troppo vecchio? La pausa forzata è stata troppo lunga? Il ginocchio non regge come dovrebbe?
Sognando Londra
L’età che avanza e l’infortunio al ginocchio costringono Federer a prendere decisioni non facili. Nel 2017 e nel 2018, per esempio, aveva saltato a piè pari la faticosa stagione sulla terra. Questa volta ha bisogno di mettere benzina nelle gambe... e nella testa. «Il mio grande obiettivo di quest’anno, non l’ho mai nascosto, rimane Wimbledon. Come ho detto, mi auguro che la terra mi dia una mano in vista della stagione sull’erba, ma non posso averne la certezza. Sì, ho dovuto operare delle scelte e adesso sono contento del mio programma: dopo Ginevra e prima di Wimbledon disputerò il Roland Garros e il torneo di Halle».
Ambizioni limitate
Non si pone obiettivi troppo ambiziosi per i due tornei sulla terra rossa ai quale prenderà parte, Roger. Sa che i migliori tennisti al mondo sono in piena forma, ma non ha nemmeno passato il suo tempo ad osservarli in televisione: «No – conferma – non ho guardato tanto tennis in questo periodo. D’altra parte sono convinto – quando sono in piena salute fisica e mentale – di avere ancora le armi per rivaleggiare con i migliori. Certo, la nuova generazione di tennisti sta crescendo a vista d’occhio e sta accumulando esperienza. Per quel che mi riguarda, non posso più giocare cento partite all’anno come facevo una volta. Credo che per me sia meglio ripartite con un ATP 250 piuttosto che entrare subito in lizza in un Masters 1000 come Madrid o Roma. Anche se sono cosciente che anche qui a Ginevra potrei perdere al primo turno. Ma i risultati in questo momento non sono molto importanti: ciò che conta davvero in questo periodo è tornare a giocare sul serio e uscire, anche con la testa, dal lungo percorso di riabilitazione. Ai miei occhi il Geneva Open e il Roland Garros rappresentano degli allenamenti privilegiati».
Situazioni diverse
Gli ammiratori di Federer sognano un ritorno uguale a quello del 2017, quando il basilese tornò da una lunga pausa vincendo subito gli Australian Open: «Si tratta di due situazioni molto diverse. Nel 2016 avevo giocato parecchio tempo con un ginocchio malconcio e in seguito si era aggiunto pure il mal di schiena. Ad inizio del 2017 sapevo però di essere di nuovo in gran forma, mi ero allenato tantissimo, disputando in particolare una trentina di set a Dubai con Lucas Pouille. Oggi torno da più lontano, ci sono molti punti di interrogazione. Non ho nelle gambe tutte le ore di tennis che avevo accumulato a fine 2016, anche se la preparazione è stata buona».