Calcio

Rüegg e il Lugano nel destino: «La finale di Coppa? Noi più forti, ma il Crus è un fattore»

Intervista al difensore dello Young Boys ed ex bianconero a poche ore dall'ultimo incrocio in campionato e a dieci giorni dall'atto conclusivo del Wankdorf
Kevin Rüegg alle prese con il bianconero Renato Steffen. © Keysone/Golay
Massimo Solari
25.05.2023 06:00

Kevin Rüegg ha lasciato il segno nella breve parentesi a Cornaredo. Sulla Coppa vinta lo scorso anno, c’è anche la sua firma. Oggi, però, il 24.enne difende i colori dello Young Boys. E, va da sé, vuole battere gli ex compagni, sia questa sera, sia il 4 giugno.

Un brutto infortunio ti ha precluso buona parte del girone di ritorno. Ora come ti senti sul piano fisico?

«Sto molto meglio e da 4 settimane mi alleno regolarmente. Purtroppo, il problema muscolare alla coscia accusato in dicembre si è rivelato più importante del previsto. Ma, appunto, sono felice di aver ritrovato il campo per questo finale di stagione».

Quanto è stato difficile osservare dall’esterno i tuoi compagni festeggiare il titolo svizzero? E quanto, invece, è importante avere ancora un obiettivo - la finale di Coppa Svizzera - da inseguire in qualità di protagonista?

«Molto difficile. Anche se ciò non mi ha impedito di gioire per la vittoria del campionato. Dopo tutto, si è trattato del mio primo titolo di campione svizzero. Ho assaporato, eccome, i festeggiamenti. Finanche più di alcuni compagni oramai abituati a simili successi. Non posso poi che confermare il valore della finale di Coppa. Sia sul piano personale, sia per la squadra. Alla luce del trofeo in palio il 4 giugno, non abbiamo avuto il diritto di rilassarci negli ultimi turni di campionato. Anzi, questi match sono preziosi per preparare al meglio l’atto conclusivo del Wankdorf».

L’infortunio ha pure complicato il tuo prestito in giallonero. Quanto peserà sull’opzione d’acquisto che il club potrebbe esercitare nei confronti del Verona? Resterai o no a Berna?

«Rischia di pesare, evidentemente. Qualora fossimo diventati campioni svizzeri e avessi disputato il 60% delle gare, il riscatto sarebbe stato automatico. Non è stato possibile e, anche se mi piacerebbe davvero restare in giallonero, al momento non ho certezze circa il mio futuro. Una volta terminata la stagione, insomma, tornerò a Verona».

La finale sul sintetico? Beh, sì: giocare nel nostro stadio sarà un vantaggio. Un piccolo regalo che dovremo sfruttare

Anche il Lugano, la scorsa estate, avrebbe voluto riscattarti dai veronesi. Il ds Da Silva - una volta saltate le trattative - aveva parlato anche di pretese eccessive da parte tua. È così?

«In realtà a occuparsi dalla questione è stato soprattutto il mio agente. E non avevo fatto alcuna richiesta particolare. Banalmente, volevo fare il passo successivo, e dunque mettermi nella condizione di conquistare il titolo in Svizzera. Non è stata una scelta contro il Lugano, ma a favore dell’YB».

Questa sera va in scena l’antipasto dell’atto conclusivo di Coppa? Vi studierete? Oppure lo Young Boys cercherà di mettere in chiaro la propria superiorità?

«È il quarto incrocio stagionale e sappiamo cosa attenderci. Non prenderemo il match alla leggera. Certo, noi disponiamo dei migliori calciatori. Anche in vista della finale. Ma le partite non si vincono sulla carta. Di più: il Lugano ha Mattia Croci-Torti, un fattore, sì, considerata l’abilità con la quale è in grado di preparare i suoi giocatori - a livello mentale - per una gara secca».

Nell’ultimo campionato ha conosciuto dall’interno l’evoluzione bianconera. Questa stagione il Lugano ha fatto ancora meglio con una rosa per certi versi rivoluzionato. Sei impressionato?

«Impressionato senz’altro, ma non sorpreso. Quello no. Sono partiti profili importanti e però a sostituirli sono stati elementi altrettanto di valore. Penso a Renato Steffen, per esempio».

Ma con quale spirito va affrontata la tua ex squadra il 4 giugno? Senza alcuna paura, con rispetto o magari con un pizzico di timore?

«Chi arriva a questo stadio della competizione merita solo rispetto. Ripeto: non sarà una finale semplice e lo Young Boys dovrà essere al meglio per spuntarla su un avversario forte come il Lugano. Il sintetico? Beh, ovviamente siamo felici di poter disputare l’incontro in casa. E, non lo nego, la superficie del Wankdorf costituisce un vantaggio. Un piccolo regalo che dovremo saper sfruttare».

Da un lato c’è Mattia Croci-Torti che non ha perso una partita di Coppa da quando allena i bianconeri. Dall’altro ci sei tu, che non hai ancora fallito una finale. Chi possiede i superpoteri più importanti?

«Difficile dirlo... (ride, ndr). La striscia positiva del Crus è incredibile. A maggior ragione a fronte delle squadre sconfitte in entrambe le edizioni. Io, in effetti, posso vantare una doppia esperienza felice. Va da sé, spero di poter sorridere per la terza volta». 

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