Ruud primo semifinalista, Berrettini cede in tre set

Casper Ruud (n. 5) è il primo ad essersi qualificato per le semifinali maschili dell’Open degli Stati Uniti. Il norvegese, che nel caso dovesse conquistare il titolo lunedì diventerebbe il nuovo numero uno al mondo, ha sconfitto Matteo Berrettini 6-1 6-4 7-6 7/4. Sfortunato finalista al Roland Garros, lo scandinavo, due volte vincitore dell’Open di Ginevra e degli Swiss Open di Gstaad, ha all’attivo 9 successi nei tornei del circuito, tutti conquistati nelle prove ATP 250. Il 23.enne Ruud non è certo uno specialista della superficie dura (per lui finora solo un titolo, quello vinto a San Diego nel 2021), ma ha comunque dimostrato di non essere soltanto un terricolo. A farne le spese ieri è stato il tennista romano che già aveva dovuto arrendersi al norvegese in luglio nell’ultiimo atto a Gstaad. Sotto 6-1 5-1 l’azzurro ha cercato di risollevarsi e in parte ci è riuscito per poi però farsi raggiungere nella terza frazione ceduta al tie-break. Venerdì in semifinale dovrà vedersela con il vincente tra l’australiano Nick Kyrgios (n.23) e il russo Karen Khachanov (n.27).
Rafa salterà la Laver Cup
L’avventura di Rafael Nadal (n. 2) a questi US Open si è fermata agli ottavi di finale. Lo spagnolo è stato battuto in quattro set (6-4 4-6 6-4 6-4) da Frances Tiafoe. L’americano (ATP 26) se la vedrà nei quarti con il russo Andrei Rublev. Il 36.enne maiorchino, che sognava la conquista del 23.esimo titolo del Grande Slam, ha intanto deciso di tornare a casa e di iniziare a focalizzarsi sulla nascita del suo primo figlio. Rafa ha già assicurato che non giocherà la Laver Cup a Londra (23-25 settembre). Gli appassionati non potranno pertanto riammirarlo nel doppio che avrebbe dovuto giocare con il rientrante Roger Federer.
Ma come ha spiegato Nadal la sconfitta subita da Tiafoe? «È semplice - ha detto - Io ho giocato un pessimo match, lui invece ne ha giocato uno decisamente buono. Non sono stato capace di elevare il mio livello di gioco. Ero lento nei movimenti e Frances ne ha saputo approfittare anticipando le risposte. Il tennis è uno sport in cui bisogna trovarsi sempre nella posizione migliore. Chi è veloce, e magari anche giovane, può cogliere notevoli vantaggi. Stavolta posso solo dire che è rimasto in corsa il tennista che meritava di più».
A Nadal hanno chiesto se è stato ancora condizionato dall’infortunio addominale che lo aveva fermato a Wimbledon. «Lamentarsi è sempre possibile, ma non credo che serva molto - ha precisato l’iberico -. Non mi piace cercare scuse. Bisogna innanzitutto essere critici con se stessi. Quando le cose non funzionano come vorresti, bisogna trovare delle soluzioni. Questa è l’unica cosa che posso affermare. Io ho fatto quello che ho potuto, ma il risultato non c’è stato. Eppure la settimana precedente il torneo mi ero allenato con profitto. Quando l’evento è poi entrato nel vivo il mio livello di gioco si è abbassato. Spiegarne le regioni non è facile neanche per me. Potrebbe essere facile parlare di problemi mentali, soprattutto pensando al fatto che negli ultimi due mesi sono capitate diverse cose che hanno un po’ cambiato la mia vita. Chissà. L’unica cosa di cui sono certo è che sono stato superato negli ottavi da un avversario che è stato più forte di me».
La vita privata
Lo spagnolo non si è poi sbilanciato troppo sul suo finale di stagione. «Adesso ho davvero bisogno di tornare a casa. Ci sono fatti più importanti del tennis e io li devo affrontare (il riferimento va alla moglie incinta, ndr). Le decisioni che saranno prese sul mio futuro sportivo dipenderanno molto da quello che succederà nella mia vita privata. Sul fronte del tennis, con tutta probabilità, continuerò ad allenarmi. Ma lo farò senza pressione. Mi piacerebbe poter chiudere l’anno con qualche buona sensazione nei prossimi tornei in Europa. Però non so ancora quando tornerò in campo. Se avvertirò che sarò pronto mentalmente, state certi che ci sarò».