Sci alpino

Bruno Kernen e una vita a cento all’ora

Il campione del mondo a Sestriere nel 1997 si racconta: «Credo nelle qualità di Beat Feuz»
Bruno Kernen. (Foto Keystone)
Dante Rinaldi
08.02.2019 12:05

Quattro medaglie iridate e una olimpica. Bruno Kernen, campione del mondo di discesa al Sestriere nel 1997, amava questo tipo di sfide. «Gli allenatori, per stemperare la tensione, spesso dicono che una gara secca è una gara come un’altra. Io non sono d’accordo: è la discesa della vita. Quando salivo al Sestriere con il bus della nazionale, guardavo fuori dal finestrino e mi chiedevo: “Bruno, per quale motivo i tuoi avversari dovrebbero essere migliori di te? Oggi è il tuo giorno e coronerai il tuo sogno d’infanzia!”. Questa convinzione sono riuscito a portarla fino al cancelletto di partenza e in due minuti ho veramente cambiato la mia vita».

Il titolo iridato ha un sapore speciale... «Non è soltanto una sensazione, in ogni caso unica, ma è anche una questione economica. Vale un’enormità. Una medaglia d’oro ti dà una svolta alla carriera, fornitori e sponsor ti riempiono d’attenzioni. È un privilegio per pochi, ma ogni sportivo ha l’obbligo di provarci».

Kernen ha le idee chiare riguardo alla chiave per avere successo. «A questi livelli tutti sono bravi, i primi vanno veramente forte ma guai ad accontentarsi. Nel 1997, stavo già rilasciando un’intervista televisiva da campione del mondo, quando il cronista l’ha dovuta interrompere perché stava scendendo Lasse Kjus con i tempi intermedi migliori. Mi sono detto: “Va bene anche la medaglia d’argento...”, ma poi dentro di me c’è stata una sorta di ribellione ed ho voluto fortemente quel titolo. Dei vice non si ricorda più nessuno, per emergere nello sport devi sempre puntare al primo posto!».

Domani ad Are è lecito sperare nel terzo titolo consecutivo in discesa per i colori rossocrociati. «Credo nelle qualità di Beat Feuz, uno degli sciatori più forti e costanti del circo bianco. È completo, veloce, coraggioso. Mi auguro che possa bissare il suo successo di St. Moritz 2017. Anche Patrick Küng nel 2015 era stato perfetto».

Nella vita di questi professionisti, impegnati 12 mesi l’anno per correrne soltanto cinque, non mancano lavoro e sofferenza. «Quando gareggiavo – precisa Bruno Kernen – mi dicevano che ero sfortunato perché dovevo fare un sacco di rinunce per lo sci. Io invece ritenevo una grande fortuna vivere di quello che mi appassionava tanto. Ma quando uscivo a cena con i colleghi, chi parlava per primo di sci doveva pagare il conto. Consiglio sempre di saper staccare la spina nei momenti di relax, lo sport non deve diventare un’ossessione».

Ancora oggi, a 22 anni da quell’exploit, lo sciatore bernese è nel cuore dei tifosi perché è stato il quinto svizzero in sei edizioni a vincere una medaglia d’oro nella prova regina dei Mondiali, dopo Urs Lehmann, Franz Heinzer, Peter Müller e Pirmin Zurbriggen. «Il successo più bello – sorride la leggenda dello sci rossocrociato – resta quello del Lauberhorn nel 2003. Forse perché ho sempre sentito particolarmente la gara di Wengen, correndo in casa, ma soprattutto perché quattro chilometri di discesa esigono la perfezione per primeggiare. E io quel giorno stavo proprio bene».

Alla soglia dei cinquant’anni, grazie ad un fisico invidiabile, Bruno continua a scendere da quella mitica pista. «Sono responsabile delle riprese d’apertura, quando i telespettatori prendono coscienza delle particolarità del tracciato. Non è una discesa turistica, supero i 100 chilometri orari. Ho un impegno con la televisione svizzera di 30 giorni all’anno e il Lauberhorn è la produzione principale». Lo sci è ancora parte integrante della vita di Kernen. «Vado sempre volentieri a sciare, più spesso di quando gareggiavo, e mi sento in forma. Talvolta mi accompagna mio figlio Cem di 11 anni, che ho già portato sul Lauberhorn. Si diverte un sacco, gli piacciono i salti».

Il manager bernese, che si è trasferito a Zurigo per stare vicino al primogenito, lo segue anche nel calcio (sponda FCZ) e nell’hockey (GCK Lions), dove trova per il momento più stimoli rispetto alle gare sulla neve. Kernen III per ora può attendere.

Kernen ha vinto cinque medaglie fra Mondiali e Olimpiadi. (Foto Keystone)
Kernen ha vinto cinque medaglie fra Mondiali e Olimpiadi. (Foto Keystone)

L’iniziativa

Diplomato come manager sportivo, Bruno Kernen oggi è un imprenditore che segue numerosi progetti legati allo sport business.

«Snowdays» nei posti più incantevoli delle Alpi svizzere (ascese in elicottero e corse con slitte trainate da cani), Golf Challenge con scopi benefici, Snowcamp per i bambini meno fortunati. Tutta l’organizzazione porta il suo marchio perché il discesista bernese segue in prima persona coloro i quali desiderano beneficiare della sua classe e della sua esperienza sulla neve. «Chi sceglie di investire in un evento speciale, vuole tornarsene a casa con un’emozione speciale. Per questo – sorride – sono disposto a svelare qualche mio trucco del mestiere. È un lavoro che mi assorbe, i miei clienti puntano alla professionalità e alla sicurezza in primis, quindi sono sempre in full immersion con la mia grande passione che resta lo sci».

Vent’anni di sport ai vertici offrono a Kernen la possibilità di sviluppare i suoi progetti anche nel campo del coaching mentale, la vera forza che lo ha portato a conquistare ben cinque medaglie fra Mondiali e Olimpiadi. «Se credi nell’obiettivo che ti poni e sai cosa devi fare per conquistarlo, vinci».

Una vittoria, splendida, sono pure gli Snowcamp per i bambini provenienti da ambienti socialmente in difficoltà. Finanziati dal «Bruno Kernen Golf Challenge», un torneo a squadre organizzato ogni anno, una sessantina di ragazzini partecipa gratuitamente ad una settimana sugli sci o sullo snowboard, in cui sono compresi anche un equipaggiamento professionale, skipass, vitto e alloggio. «Siamo un paese alpino – fa notare Bruno – ma il 60% dei giovani non ha mai vissuto un vero inverno. È una felicità lavorare con loro in gruppo, questi bimbi mi stanno a cuore».

Da sapere

Bruno Kernen è nato il primo luglio 1972 a Thun ed è indicato come II solo per distinguerlo dall’omonimo sciatore che correva negli anni Ottanta. Padre di un figlio, Kernen ha gareggiato fino a 35 anni, prima che un grave infortunio al ginocchio destro mise fine alla sua carriera.

Nel suo palmarès luccicano ben cinque medaglie: quella d’oro di discesa conquistata ai Mondiali 1997 a Sestriere (unitamente ad una d’argento in combinata, sempre nel 1997), e due di bronzo (discesa libera a St. Moritz 2003 e superG ad Are 2007). Kernen ha tenuto alto l’onore rossocrociato anche alle Olimpiadi con il bronzo in discesa a Torino 2006.

In Coppa del mondo, dove ha conquistato 7 podi, spicca il suo exploit sul Lauberhorn, dove ha trionfato nel 2003, che ha fatto seguito alla doppia vittoria di Veysonnaz nel 1996.

Proprietario del portale Skionline, il professionista bernese ha ideato una piattaforma di servizi ed eventi rivolti alle aziende e pure ai bambini meno fortunati per vivere a 360 gradi lo sport, e soprattutto lo sci, in compagnia.