"La medaglia? L'ho sognata, ero felice"

KRASNAYA POLYANA - È arrivata in Russia con largo anticipo, perché voleva respirare l?atmosfera e vivere la magia di questi Giochi. Gareggerà solamente venerdì, quando sulla pista dello skicross andrà a caccia dell?oro. Katrin Müller da Airolo, venticinque anni il prossimo 31 marzo, è alla sua seconda Olimpiade. Quattro anni fa a Vancouver era una delle tante, a Sochi può anzi vuole essere la migliore. Sogna l?exploit, intanto sorride assieme alle compagne di squadra (le sue rivali più accreditate per il podio) e si concede per questa lunga intervista.Finora le sue Olimpiadi sono state turismo puro. Divertita?«Sì, ed è stato bello. Penso in particolare alle medaglie di Dominique Gisin e Lara Gut in discesa, ero al parterre: ho provato un?emozione intensa. Ai Giochi mi piace essere patriottica, trovo sia uno spirito positivo. Di solito sono più democratica, della serie ?vinca il migliore?. Qui no, vorrei vincessero solo svizzeri». C?è stato tempo per vedere le altre atlete ticinesi, giusto?«Sono stata allo sci per Lara, diverse volte. E ho visto le partite di hockey femminile. È bello sapere che c?è tanto Ticino a Sochi, ti senti più vicina a casa. Inoltre ho notato una carica pazzesca da parte di tutte. Purtroppo non sono riuscita a sostenere dal vivo Deborah Scanzio, ero impegnata con la mia squadra. Continuavo a fissare i risultati provvisori sul mio smartphone,aggiornavo la pagina sperando in un exploit. Mi sono arrabbiata tantissimo quando ho visto che non è riuscita ad entrare nelle migliori sei. Ho incrociato Debby due o tre volte al villaggio olimpico dopo la sua gara, mi sarebbe piaciuto passare più tempo con lei».È stato difficile mantenere comunque alta la tensione in vista della gara?«Sono sincera: non ci ho nemmeno provato. Mi sono detta: arrivo, mi godo i Giochi in assoluto relax e nel frattempo mi alleno. Allenarmi mi piace e non mi pesa, anche perché non mi pongo particolari obiettivi durante una seduta. Io sono fatta così, se avessi tenuto la concentrazione al massimo durante tutto questo tempo sarei arrivata alla gara scarica. E non mi sarebbe riuscito nulla. A partire da questa settimana inizierò a ricostruire il castello, diciamo, mettendoci maggiore intensità. Ci saranno ancora un paio di allenamenti prima della gara». In questi quattro anni quanto è cambiata Katrin Müller?«Sono più vecchia, innanzitutto. E sono cambiata. Il livello dello skicross è cresciuto parecchio. Quattro anni fa arrivavo da un infortunio, non avevo particolari obiettivi se non vedere da vicino le Olimpiadi, capire cosa fossero esattamente. Non pensavo ad una medaglia. Da Vancouver a Sochi ho percorso molta strada, ho scoperto come si fa a vincere. Sono da medaglia».Ecco, la medaglia: quanto è vicino questo sogno?«L?ho sognata, la medaglia. Tre giorni fa. Di che colore era? Sinceramente non ricordo. So solo che mi trovavo sul podio ed ero incredibilmente felice. Mi hanno detto che anche Selina Gasparin l?ha sognata prima di gareggiare. Sarà destino anche per me? Il mio obiettivo è l?oro. Di solito indosso solo l?argento, vorrà dire che mi sacrificherò».