Serenità e fiducia le parole chiave di Corinne Suter

Se Lara Gut-Behrami, a suo modo, ha già realizzato un mezzo capolavoro nel gigante olimpico - un bronzo arrivato da lontano - Corinne Suter è stata alla finestra ad osservare. In attesa delle gare di velocità. «Osservare non vuol dire riposare. Significa trovare le condizioni ideali per partire con serenità e fiducia nel superG di domani e nella discesa in programma martedì 15 febbraio». Sono queste le gare sulle quali punta la svittese. E sa perfettamente che gli stessi obiettivi, in casa elvetica, li ha Lara. Una sorta di concorrenza interna, che sprona entrambe. Per Swiss Ski avere due carte pregiate è un grande atout. Per le ragazze vuol dire forse aggiungere un po’ di pressione. Quella che arriva dall’interno, perché c’è anche quella esterna, che invece proviene dalla concorrenza. Soprattutto, ma non solo dalle ragazze-jet italiane, compresa Sofia Goggia. Sì, dopo il brutto volo a Cortina d’Ampezzo, l’azzurra ha ripreso ad allenarsi con la speranza di poter gareggiare, se non nel superG almeno nella libera. Ma questa è un’altra storia. Intanto Corinne, com’è giusto che sia, pensa alla sua preparazione e a quanto ha fatto in questa stagione per pensare di potersi battere per un posto sul podio. «La vittoria conquistata a Garmisch il 29 gennaio scorso mi ha dato coraggio. Mi ha fatto capire che sono ancora capace di sciare ai più alti livelli. Qui in Cina, lo so, sarà molto diverso. Non conosco questa pista nuova e il tipo di neve. Temo il vento e tutti gli altri ostacoli che dovremo affrontare. Per quanto mi riguarda sono comunque piena di fiducia. Un po’ di carica è arrivata anche grazie all’impresa di Beat Feuz, che ci ha mostrato la via».
Ripetere la sua impresa sarà difficile, ma provarci è d’obbligo. E l’esperienza di certo non manca a questa svittese, che quattro anni fa chiuse i suoi primi Giochi olimpici con un 6. posto nella gara veloce e un 18. in superG. «A Pyeonchang - dice - era stato per me una sorta di debutto olimpico. Tutto o quasi era nuovo. È stato bello affacciarsi a un evento di questa importanza senza grandi aspettative. Avevo solo la voglia di dare il massimo».
Le medaglie mondiali
La crescita sportiva di Corinne Suter non è tardata ad arrivare ed è soprattutto ai Mondiali e in Coppa del mondo che ha manifestato le sue grandi qualità. «Sì - sottolinea - ai Mondiali mi sono tolta le mie belle soddisfazioni. Dopo l’esordio senza pretese a St. Moritz 2017, sono arrivati quelli di Are 2019 (argento in discesa e bronzo in superG) e poi soprattutto quelli dello scorso anno a Cortina (oro in discesa e argento in superG). Ma per me ha avuto molto significato anche la costanza che mi ha permesso di conquistare la coppa per la discesa nel 2020 e il secondo posto nel 2021 alla spalle della Goggia».
La lenta ripresa
La costanza che forse è un po’ venuta meno in questa stagione che ha però ancor molto da dire. «Sì, l’ho detto. Nel settembre scorso mi ero infortunata durante la preparazione. Avevo rinunciato al debutto a Sölden e poi, piano piano, mi sono ripresa. Ci è voluto un po’ per avvertire le migliori sensazioni. La recente vittoria conquistata a Garmisch (ndr: la sua quarta in Coppa del mondo) mi ha caricato. Sono venuta in Cina con lo spirito giusto, consapevole di poter ottenere dei buoni risultati. Ho parlato tanto con gli allenatori e con gli ski-men, che pure hanno un ruolo determinante per i nostri eventuali successi. È importante farsi trovare pronti agli appuntamenti che contano. E per farlo bisogna dare il giusto peso a diversi aspetti. A incominciare dall’alimentazione. Per iniziare bene la giornata, per me è fondamentale fare una buona colazione al mattino, come di solito faccio in Europa. Anche qui in Cina, pur aprendomi alle novità della cultura alimentare locale, ci tengo molto a non cambiare troppo le mie abitudini».
Paesaggio e neve artificiale
Cosa ha colpito di più Corinne dal suo arrivo su queste montagne? E quali sono state le preoccupazioni più grandi? «A colpirmi è stato in particolare il comprensorio caratterizzato dalle piste con neve artificiale. Fa impressione vedere questi spazi con poco bianco e tanto verde-grigio attorno. Una volta che ci fai l’occhio, tutto rientra però nella normalità. Anche in questo caso non bisogna lasciarsi condizionare da fattori che in fondo sono secondari rispetto a quello che più conta, le gare».
Ed è quello che ha provato a fare Corinne Suter in questi giorni. Ha trattenuto le belle sensazioni che hanno regalato agli elvetici Beat Feuz, Lara Gut-Behrami e infine Wendy Holdener. Sarebbe stato molto più difficile, anche per Corinne, dover affrontare le prossime competizioni se il medagliere fosse stato ancora scarno».
Primi Giochi olimpici per Noémie Kolly. Un po’ di emozione, ma neppure troppa. «Sono felice di essere qui dice la sciatrice friburghese. È stata per me una grande sorpresa. Non avevo raggiunto i criteri minimi, eppure mi hanno selezionata». Arrivata a Pechino solo venerdì scorso, ha dovuto cambiare albergo e non ha ancora avuto l’occasione di prendere dimestichezza con la realtà locale. «Per il momento non ho visto molto. La mia priorità sono le prove della discesa libera. Ci tengo molto a dimostrare che la fiducia dei selezionatori è stata ben riposta. Ma sono anche consapevole del fatto che io possa essere qui sono per gli allenamenti e che per me non ci sarà spazio in gara. Stiamo a vedere». Alla sua prima stagione in Coppa del mondo, la 23.enne Kolly non si preoccupa troppo dei risultati. Debuttò in CdM a Garmisch nella discesa del 2019, l’anno in cui conquistò l’argento nella libera ai Mondiali juniores in Val di Fassa. In questa stagione si è distinta in gennaio, dapprima a Zauchensee (14. in discesa) e poi a fine mese nel superG di Garmisch (15.). Noémie sa di poter migliorare.