Sci alpino

«Un grande spettacolo ma anche desolazione»

Piero Gros parla della Coppa del mondo al tempo del coronavirus: «Volenti o nolenti i campioni devono adattarsi»
La ticinese Lara Gut-Behrami ha staccato l’8. tempo nella prima prova in vista delle libere di Crans Montana.
Raffaele Soldati
20.01.2021 21:46

La Coppa del mondo è arrivata a metà del suo percorso. A guidare le classifiche generali sono il francese Alexis Pinturault e la slovacca Petra Vlhova, ma l’interesse è centrato sulle singole gare, spesso di altissimo livello. Ne abbiamo parlato con Piero Gros.

«Sulle piste non dovrebbe esserci pubblico, ma non è proprio sempre così. Al traguardo ci sono tribune vuote e ti assale un senso di desolazione». Lo dice l’ex campione e fenomeno delle prove tecniche ai tempi di Gustav Thöni e Ingemar Stenmark, oggi commentatore specializzato della RSI».

È difficile fare confronti, anche solo se ripensiamo a com’era fino a un paio di stagioni fa. Ma quali impressioni possiamo ricavare da quanto visto, fin qui? «Questo sci – risponde Gros – soprattutto sul piano sportivo e televisivo, resta uno spettacolo di altissima qualità. Ai miei occhi ha però perso gran parte del suo fascino. Chi frequenta le gare sul posto non ricava nulla di gioioso. Adelboden senza pubblico non è la stessa cosa. Le stazioni sciistiche che ospitano gli eventi hanno qualcosa di spettrale. Non c’è vita, i contatti sociali sono limitati allo stretto necessario. Ed è giusto che sia così. Poi penso ai protagonisti, ma anche a quelli che lavorano dietro le quinte per assicurare o per dare l’impressione che tutto funzioni bene. Volenti o nolenti, i campioni devono adattarsi alla situazione. Questo è il loro lavoro. Lo dico francamente: il circo bianco è una grande azienda, che deve fare i conti con mille problemi. Ci sono gli atleti, c’è lo spettacolo, ci sono i contratti televisivi e quelli con gli sponsor. Purtroppo c’è anche questa pandemia che stravolge il calendario come una valanga, una valanga che ha davvero poco di azzurro».

Livellamento verso l’alto

Parlavamo dei campioni. Sembra che, almeno in questo momento, ci sia un livellamento. «Un livellamento verso l’alto. Per restare ai tempi recenti –prosegue il nostro interlocutore – gli Hirscher e le Vonn non ci sono più. Scommettere sul successo di qualcuno è difficile. Questo è però un aspetto anche positivo. È più interessante assistere a gare in cui non tutto è scontato. Guardate gli slalom. Ne hanno disputati sei e ci sono stati altrettanti vincitori. Questo dovrebbe essere un motivo di spettacolo in più. Quello che conta sono le singole gare. Sappiamo che Pinturault e la Vhlova sono davanti nella Generale, ma questo ci interessa poco. Che Michelle Gisin abbia ridotto le distanze o che Kilde, il più immediato inseguitore tra gli uomini, sia stato costretto a fermarsi per un lungo periodo, sono diventati solo dettagli».

Un circo da reinventare

Cosa pensa Piero Gros del Circo Bianco costretto a reinventarsi spostandosi da una località all’altra a causa dei focolai di coronavirus? «Toglierei l’aggettivo bianco. Di candido c’è davvero poco. Dopo Adelboden le squadre dovevano andare a Wengen, ma non è stato possibile per le note ragioni sanitarie. Kitzbühel avrebbe dovuto raccogliere le gare cancellate nell’Oberland bernese, ma altri focolai di un virus ancora più contagioso, la variante inglese, hanno dirottato due slalom a Flachau. La certezza di avere condizioni normali in questo periodo non può esserci in nessun luogo. Stiamo a vedere cosa succederà in questi giorni in Austria. La rinuncia allo spettacolo del Lauberhorn ha accresciuto l’attesa per le gare sulla Streif, che è un’altra pista storica dove normalmente il pubblico ha un ruolo importante essendo parte integrante dello spettacolo».

Le donne si sono spostate da Kranjska Gora a Crans Montana. Per la Svizzera anche questa è una tappa particolarmente attrattiva del circuito. Cosa risponde Gros? «Soprattutto se si pensa al fatto che la squadra elvetica femminile ha ritrovato, cosa non scontata, una sua unità. Michelle Gisin, Lara Gut-Behrami e Wendy Holdener stanno dimostrando una competitività ammirevole. Michelle è in corsa per la Coppa, Lara ha ritrovato la motivazione di rimettersi in gioco. La pressione sulle sue spalle è diminuita, ha continuato a lavorare e i risultati sono arrivati in più discipline. Anche la tanto inseguita vittoria in superG. Il fine settimana che ha davanti a sé è l’occasione per confermare i notevoli progressi».

Questo è anche un anno di Mondiali. «All’appuntamento di Cortina mancano ormai poche settimane. Visti i tempi che corrono, è però meglio non pensare ancora alle prove iridate. L’ho già detto, meglio concentrarsi su ogni singola competizione».